Dr. Strangelove: un luminoso tramonto e un'alba oscura (1964)
"La questione principale è come usare le nostre conoscenze tecniche. Esse possono sia ucciderci, sia elevarci" (Wernher Von Braun)
"La più giusta guerra è quella contro i selvaggi" (Theodore Roosevelt)
Strangelove costituisce, insieme a Lolita, un dittico. Proviamo ad accostarci a questo bizzarro film con un'ottica inconsueta, come avevamo fatto con l'opera precedente. Sebbene le due pellicole sembrino accomunate da pochi elementi (il tono generale di commedia nera; le metamorfosi di Peter Sellers), laddove si volesse leggere in esse una prima, compiuta riflessione intorno alla volonta' di potenza americana, ci si troverebbe di fronte con Strangelove a una sorta di sviluppo, su scala mondiale, delle questioni affrontate nel personaggio simbolico di Quilty. Peraltro il secondo titolo indica la via: lo strano amore che sigla l'intera vicenda è quello per la bomba, ossia per la propria capacità offensiva. Non si allude a un semplice atteggiamento militarista, a una visione "bellica" tradizionale; al contrario Strangelove mostra
una concezione "criminale" della guerra, quella "guerra totale" che fin dallo spietato genocidio degli indiani (iniziato nel Seicento e concluso con la fine dell'Ottocento, tematica citata in Shining),
caratterizza l'atteggiamento USA nei confronti delle popolazioni "altre". La sanguinosa Civil War (1861-65) conferma tale visione: mentre in Europa si combattono ancora guerre "cavalleresche" tra
eserciti, con un numero molto limitato di morti (si pensi alle tre guerre d'indipendenza italiane), la Civil War costò almeno mezzo milione di morti e mostrò un esercito nordista deciso a radere al suolo le città sudiste
(Atlanta, 1864), sterminando la popolazione civile, così da assicurarsi una vittoria definitiva, nonché la dipendenza economica assoluta degli stati confederati nell'ambito della necessaria ricostruzione (The Reconstruction
Era). La tecnica bellica americana prevede il terrore e l'annientamento totale delle popolazioni nemiche; così i bombardamenti aerei risultano l'arma principale nel 41-45 (l'elenco delle citta' tedesche e giapponesi, da
Dresda a Tokyo, rase al suolo inutilmente, a guerra sostanzialmente gia' vinta, e' lungo). La bomba atomica, di cui si parla nel titolo kubrickiano, doveva divenire l'arma perfetta degli Stati Uniti i quali infatti la
"sperimentarono" immediatamente su Hiroshima e Nagasaki in uno dei piu' efferati e colpevolmente "dimenticati" (ma, è noto, i vincitori controllano tutti i mezzi di informazione...) crimini contro l'umanità.
Inoltre, come per la Civil War, anche il secondo conflitto produceva per l'economia USA l'acquisizione di immensi, nuovi mercati nei quali, dopo la "ricostruzione" (Europe Reconstruction Program), le
multinazionali americane occupavano la posizione dominante. La storia successiva non cambia: in Corea (1950-53), Vietnam (1964-73), Irak (1991) e Serbia (1999) gli USA combattono soprattutto una guerra aerea, rivolta contro
obiettivi militari e civili. Questo è dunque lo "strano amore" americano, la volontà di distruggere ogni cosa che si opponga alla propria volontà di potenza, così come Quilty aveva utilizzato ogni arma per umiliare
Humbert. Il generale Ripper, il generale Turgidson, il pilota Kong e infine il dottor Strangelove sono fautori entusiasti di un bombardamento atomico che cancelli non solo il comunismo e l'URSS, ma anche l'intera popolazione
russa; non è una tradizionale guerra di eserciti quella che si auspica, bensì un genocidio, il tutto raccontato con un tagliente sarcasmo che non modifica però la sostanza dei fatti. La blanda figura del presidente
"democratico” e "umanitario", evidentemente ricalcata su quella di Kennedy, e' figura minoritaria nella War Room ove si consuma il lungo, estenuante duello tra il presidente e il cinico gen. Turgidson;
tutte gli altri personaggi rimangono silenziosi e passivi come i manichini di Killer's Kiss. La scelta di distruggere l'URSS trova poi nelle argomentazioni di chiara matrice razzista di Turgidson un'ulteriore
scusante: un ambasciatore ridicolo e un primo ministro russo ubriaco sono i segni di un popolo slavo considerato inferiore e come tale "sopprimibile" (si noti la disperazione del generale di fronte all'ordine del
presidente di aiutare i russi ad abbattere i propri bombardieri, come di chi si trovi di fronte a una scelta innaturale e autolesionista); d'altronde nella feroce decisione di lanciare la bomba su Hiroshima non era certamente
estranea una componente di supposta superiorità razziale nei confronti del mondo asiatico cosi' come un supremo disprezzo traspare da operazioni "politiche" per il mantenimento del controllo ai confini dell'impero
quali la strage di piazza Fontana (Milano, 1969) o il golpe cileno (1973). Più o meno consapevolmente Kubrick sviluppa una riflessione disincantata sull'amore americano per la bomba, una spietata predisposizione ad usarla
contro popoli inermi che sancisce in definitiva un elemento di maggiore forza sullo scacchiere mondiale. Dr Strangelove si configura come un nuovo capitolo della meditazione dell'autore sul rapporto forte-debole,
meditazione ora proiettata a livello planetario, in un confronto esplicito tra razze (americani contro russi, ma anche americani contro inglesi/europei rappresentati dal "ragionevole" capitano Mandrake). Intorno a questa tematica Apocalypse Now di
Coppola (1979) appare come un prolungamento epico e impressionante della visione kubrickiana. Alla propaganda dei media, all'interno della quale la cinematografia hollywoodiana gioca un ruolo essenziale, è lasciato il
compito di inventare le giustificazioni umanitarie, di sviare l'opinione pubblica da una seria riflessione sul significato della guerra totale, di cancellare eventi non conciliabili con l'ideologia zuccherosa prevalente nella
cultura popolare americana (ad esempio le due atomiche giapponesi). Lo stesso film di K si inserisce in un filone di pellicole di fantapolitica (tra cui ricordiamo On the Beach [L'ultima spiaggia] di Stanley
Kramer, 1959, e Fail Safe [A prova di errore] di Sidney Lumet, 1964) volte a denunciare il pericolo dell' "errore" atomico. Si tratta di lavori mediocri e soprattutto mendaci poiché lavorano sulla
rimozione dei due olocausti atomici, ordinati con tutta tranquillità dalla presidenza Truman. Questi film pacifisti, nobilmente “preoccupati” dei destini umani, partecipano a pieno titolo all'operazione di propaganda mediatica
sopra indicata ovvero nascondere la verita' sull'uso della forza quale necessaria e segreta arma della potenza americana: le stragi in Vietnam (My Lai) sono alle porte. Al contrario K e' cosciente della costante manipolazione
delle coscienze posta in atto dall’universo mediatico (la riflessione sul carattere occulto e insondabile del Potere tornerà in 2001, Shining e Eyes) e mostra attraverso alcuni simbolici segni (nella base
militare del sanguinario Ripper appaiono onnipresenti gli ipocriti cartelli che proclamano "Peace is Our Profession") la divaricazione esistente tra sostanza e apparenza, tra cruda strategia bellica e propaganda
rassicurante. Inoltre, a differenza che nelle "pensierose" pellicole coeve, in Strangelove non esiste un vero e proprio "errore" atomico: Ripper da' l'ordine, Turgidson lo sostiene come una scelta efficace, Kong è felice di eseguirlo, Strangelove ne disegna le conseguenze. Come in Lolita, lo sguardo di K indaga semplicemente la verità, "al di là del bene e del male".
Dal punto di vista meramente filmico l'opera appare meno entusiasmante delle precedenti. Essa si snoda quasi in tempo reale in soli tre ambienti: la base aerea del generale ribelle Ripper, la War Room e il B 52. La vicenda
si riduce a un unico evento (il tentativo di bloccare i bombardieri prima che giungano ai loro bersagli) e la pellicola, per quanto breve (93 min.), risulta invece prolissa soprattutto nelle sequenze inerenti il B 52. Kubrick
ci aveva abituato a film brevi ma densi di avvenimenti, con un intreccio principale ed eventi secondari abilmente orchestrati; ora si accontenta di un solo scenario e lo sviluppa un po' fiaccamente. Verso il finale ci si
accorge del carattere monocorde della narrazione, con personaggi stereotipati e privi di un apprezzabile divenire psicologico. Ciononostante la trattazione dell'argomento prescelto, per i motivi suddetti, dimostra una notevole
acutezza: dopo il "branco" di The Killing, i silenziosi militari della War Room e i logorroici avieri del B 52 in missione, felici questi ultimi di poter eseguire la carneficina loro ordinata (in nessun momento un dubbio li attraversa, né alcuno avanza l'ipotesi della necessità di una piena conferma dalla base; al contrario una fin greve caricatura di una celebre marcia militare commenta le sequenze del bombardiere), sono due nuove varianti della visione di un'umanità la cui essenza si esprime nelle proprie pulsioni aggressive. Il gen. Ripper invece agisce in solitudine; sulla parete del suo ufficio pero' compaiono una serie di pistole del Settecento, segreta allusione alla nascita della potenza USA (elemento da accostare al numero telefonico 1-7-7-6 di Charlotte Haze in Lolita)
ovvero di quella straordinaria nazione la cui capacita' di espandersi fino a divenire la principale potenza planetaria non avrebbe conosciuto significative soste da allora ai giorni nostri. Ripper non e' dunque veramente solo;
è al contrario un erede di quella cultura imperiale, ne incarna compiutamente quello spirito sanguinario che ritroveremo "impregnare" le pareti dell'Overlook Hotel. Anche l'equazione tra volontà di potenza e
pulsione sessuale, visione che pone la seconda come parte integrante della prima (equazione gia' esposta in Lolita), trova numerose, plateali conferme: il "coito aereo' sul quale si apre il film; i deliri del gen
Ripper sulla corruzione dei fluidi vitali (proprio perche' "indebolito" nelle sue prestazioni sessuali il militare scatena la guerra atomica); la sequenza del gen. Turgidson con l'avvenente segretaria (le donne
di Kubrick, in precedenza, ora e fino alle statuarie "sacerdotesse" di Eyes, rappresentano l’oggetto del puro desiderio maschile ed esprimono ulteriori segni dell'esuberanza vitale di un popolo aggressivo; il
bikini della segretaria risulta cosi' enfatizzato da un ampio specchio) e infine il monologo di Strangelove intorno al progetto di una nuova razza, da porre in atto attraverso un ampio "dispendio" di pure (non
amorose) energie sessuali. Un "luminoso" tramonto di questa umanità segna il finale: il caso non consente alle forze politiche moderate (il presidente) di arginare le pulsioni distruttive scatenate dalle forze più
bellicose; ma nella distruzione generale appare l'idea di un superamento, di un'ambigua "rigenerazione", di un'alba oscura nel progetto di nuova razza disegnata nel discorso di Strangelove. Ordinata, gerarchica,
scevra di sentimentalismi e organizzata in una comunità coesa, priva degli elementi frenanti dell'individualismo e dell' "arcaico" nucleo familiare, essa sembra concretizzare le preoccupazioni che attraversano gli
odierni dibattiti di ingegneria genetica; d’altro lato questo progetto di umanità “rinata”, per quanto raccontato ora in modo grottesco, anticipa l’ossessiva tematica “evolutiva” presente in tutti i successivi film di Kubrick
nei quali risulterà centrale la riflessione intorno al tipo dominante, la cui forza sembra nascere proprio dal più perfetto, asettico e “disumano” controllo delle pulsioni e delle sentimentali
“debolezze”. Né appare casuale che Strangelove sia un ex nazista "riciclato", ovvero un rappresentante dell'altra razza "superiore" che aveva sfidato gli USA nel conflitto decisivo per il dominio del pianeta e la quale, nei confronti delle razze slave (polacchi, russi), durante la seconda guerra mondiale, si era comportata con la medesima tendenza al genocidio qui prospettata da Turgidson: nel progetto dello scienziato (probabile versione caricaturale di Wernher Von Braun, l'inventore delle V2, un tempo al servizio di Hitler nella base missilistica di Peenemunde; nei primi anni sessanta invece assai popolare negli USA per il suo lavoro alla Nasa nella "competizione" spaziale per la luna) vi sono infatti reminiscenze delle teorie sul rafforzamento della razza care alle SS di Himmler (il suo controverso ordine del 28 ottobre 1939 auspicava che gli aderenti alle SS e alla polizia attuassero una politica di procreazione quantitativa, svincolata dagli eventuali legami matrimoniali; tale "rivoluzionario" ordine provoco' le prevedibili rimostranze della parte piu' equilibrata e conservatrice della Wehrmacht e venne in definitiva lasciato cadere nei mesi successivi). Nella rovente esaltazione del monologo finale un primo, sarcastico risultato "evolutivo" sembra già avverarsi: Strangelove si alza dalla propria sedia a rotelle e cammina.
|