Il Centre Culturel Français è un’associazione nata nel 1949 che fa parte della rete degli istituti e dei centri
culturali francesi in Italia, posti sotto la tutela del servizio culturale dell'ambasciata di Francia. Il centro si propone di promuovere la lingua e la cultura francese con manifestazioni culturali in ogni campo: arti
plastiche, spettacolo dal vivo, cinema, editoria, danza, design, musica, ecc. Una piccola sala privata è già attiva dalla metà degli anni ottanta
nella sede di via Bigli 2, con proiezioni cinematografiche rivolte agli iscritti. La programmazione inizia ad apparire saltuariamente sui giornali nelle sezioni "arte e cultura" o "edizione originale", oggi "cinema d’essai" con il nome di Centre Culturel Français o Institut Français, anche se i frequentatori vi si riferiscono come "cinéma", "salle cinéma" o "espace de projection". In questo periodo il centro rischia la chiusura a causa della ristrutturazione, con una riduzione dei locali e, conseguentemente, del personale.
Tra i film proiettati nella saletta di Via Bigli, ricordiamo: Ma femme est formidable (Hunebelle, 1951) nel 1986, Yeleen (Cissé, 1987) nel 1988, il documentario Portraits d'Alain Cavalier (Cavalier, 1988) nel 1989, 1789 (Mnouchkine, 1974) nel 1989, Il fantasma della libertà (Buñuel,
1974) e La mort en ce jardin (tit.it.: La selva dei dannati, Buñuel, 1956) nel 1991. Inoltre, il 2 ottobre 1995 l'attrice Lea Massari e il regista Louis Malle presenziano ad una tavola rotonda dedicata a
quest'ultimo. A causa del trasferimento dell'associazione, la sala chiude alla fine del 1996.
Al numero di 63 di corso Magenta, di fianco alla basilica di Santa Maria delle Grazie, sorge il Palazzo delle Stelline, storico edificio cinquecentesco nato come
Monastero delle Monache Benedettine di Santa Maria della Stella, soppresso dall’arcivescovo San Carlo Borromeo dopo la peste del 1576 e divenuto, nel 1578, lo Spedale dei Poveri Mendicanti e Vergognosi della Stella. Tale
struttura dal 1600 rivolgeva i suoi servizi quasi totalmente all’infanzia bisognosa e ospitava soprattutto giovani orfane ribattezzate “stelline”, in memoria del preesistente monastero. Nel 1788, l’edificio è diventato
l’Orfanatrofio Femminile della Stella, con modifiche apportate dall'architetto Fabio Mangoni. Il grande palazzo viene successivamente acquistato dal Comune di Milano e ristrutturato mantenendo le caratteristiche originali.
Nel 1971 diviene un polo multiculturale che ospita convegni internazionali, mostre, un bar, un ristorante, un albergo e anche un piccolo teatro privato che oggi non esiste più, il Teatro della Sala Azzurra, sito nel magnifico
chiostro leonardesco e fondato dal conte Emanuele Castelbarco nel 1924. Dal 1997 proprio nel chiostro dell'edificio si trasferisce il Centro Culturale Francese. La nuova sede prevede la creazione di una nuova,
moderna saletta di 98 posti; assoldato un veterano proiezionista, il Centro continua ancora oggi (2012) con cicli di film esclusivamente in lingua originale francese con sottotitoli in italiano. Alla saletta solitamente si
accede tramite tessera associativa del centro, anche se vengono proposte diverse proiezioni ad ingresso libero o a pagamento; l’accesso è dal portone del n.63 di corso Magenta, Palazzo delle Stelline; si percorre un lungo
corridoio sulla destra che costeggia il chiostro Leonardesco immerso nel verde. Una porta a vetri con un’insegna “cinéma” dà su una scala che conduce al primo piano sotterraneo, dove si trova un piccolo atrio di ricevimento e
un’elegante saletta cinematografica disposta su sola platea con soffitto a volta. La cabina ha in dotazione un proiettore 35mm Cinemeccanica Victoria 5 suono Dolby Stereo, un 16mm Pion con lettura ottica e un videoproiettore.
La sala viene utilizzata anche per lezioni di francese, conferenze, retrospettive, anteprime e proiezioni in lingua francese. Tra il 2000 e il 2002 vengono ospitate tre rassegne cinematografiche curate da Maurizio Porro e
Cesare Balbo dal titolo "Le libertà al cinema", "La rapidità al cinema" e "La visibilità, la luce degli eroi". Il cinema offre appuntamenti fissi annuali come le retrospettive dei Festival di
Cannes, Venezia, il Festival del Cinema Africano d’Asia e America Latina, il Festival Filmmaker, il Festival Internazionale del Cortometraggio di Clermont-Ferrand, il Festival d’Animazione di Annecy, il Festival Sguardi Altrove a regia femminile e il più recente I've Seen Film Festival, una maratona di cortometraggi
internazionali con la costante presenza del curatore, l'attore Rutger Hauer. Nel novembre 2009 la saletta ospita un recital musicale e una mostra dedicate all'artista francese Boris Vian. A partire dal maggio 2012 la
saletta dell'Istituto propone una rassegna sul cinema francese con un'inedita collaborazione con The Space Odeon. Da questo momento viene talvolta ridenominata CineMagenta 63 per dare un'impronta da sala d'essai.
Tra i film proiettati nella saletta di Corso Magenta ricordiamo: nel 1998 Notti selvagge (Collard, 1992), Alger la blanche (Collard, 1986), Grand huit (Collard, 1982) nel 2001 Un affare di gusto (Rapp, 2000), Ballet mecanique (Lager, 1924), Anemic Cinema (Duchamp,
1925), Emak-Bakia (M.Ray, 1927), Entr'acte (Clair, 1924; con accompagnamento musicale dal vivo), Qui a tué Bambi? (Marchand, 2003) e Tiresia (Bonello, 2003) nel 2004, nel 2005 Clean (Assayas), La nuit de la vérité (Nacro, 2004; Festival del Cinema Africano), Ouaga saga (Kouyaté, 2004; Festival del Cinema Africano), O herói (Gamboa, 2004; Festival del Cinema Africano) e Nadia et Sarra (Tlatli, 2004; Festival del Cinema Africano),
nel 2006 Barakat! (Sahraoui, 2006) e La petite Jérusalem (Albou, 2005) per il Festival del Cinema Africano nel 2007 Il diario di un curato di campagna (Bresson, 1951), Callas forever (Zeffirelli), Sotto
il sole di Satana (Pialat, 1987), I dialoghi delle carmelitane (Agostini e Bruckberger, 1960), Mouchette (Bresson, 1967), Comme des Voleurs -à l’Est- (Baier, 2006), Il mio migliore amico (Leconte, 2006), La France (Bozon, 2007; retrospettiva Cannes e dintorni), Satin rouge (Amari,
2002) e il documentario Microcosmos-Il popolo dell'erba (Nuridsany e Pérennou, 1996), nel 2008 L'ottavo giorno (Van Dormael, 1996) e una retrospettiva dedicata a Jacques Tati (Playtime, 1967,
Trafic, 1971, Parade, 1974, Jour de fête, 1949, Les vacances de Monsieur Hulot, 1953), Megane/Glasses, (Ogigami, 2007; retrospettiva “Invisible Japan”) e Hiroshima mon amour
(Resnais, 1959; retrospettiva "Sullo schermo del pensiero") nel 2009 nel 2010 Belleville story (Malherbe, 2009), London River (Bouchareb, 2009), La provinciale (Goretta, 1980; per la rassegna“Fenêtre sur le Cinéma Suisse”), La
femme de Gilles (Fonteyne, 2003, per la rassegna “Fenêtre sur le Cinéma Belge”, presente il regista), Il conformista (Bertolucci, 1970), Due o tre cose che so di lei (J.L.Godard, 1966), Uzak (Ceylan, 2002), Ramata
(Baker, 2008), Confidenze troppo intime (Leconte, 2003), La camera verde (Truffaut, 1978), Paris (Klapisch, 2008), Il fuorilegge/Perceval le gallois (Rohmer, 1978), Un capitalisme sentimental (Asselin, 2008; per la rassegna“Les Journées du Cinéma Québécois”), Le
notti della luna piena/Les nuits de la pleine lune (Rohmer, 1984), La pointe courte (Varda, 1955), e, nell'ambito del Festival del Cinema Africano: Un si beau voyage, (Ghorbal, 2008), Khamsa (Dridi, 2008), Sexe
gombo et beurre salé (Haroun, 2008) e L’absence (Keïta, 2009), nel 2011 Nuit et jour (C.Akerman, 1991), Moloch tropical (Peck, 2009), Bas-fonds (Le Besco, 2010), Place Vendôme (Garcia, 1998; Festival del Film Francese), Homme au bain (Honoré, 2010; Festival Mix), I
miracoli non si ripetono (Allégret, 1951; con Alida Valli), Royal Bonbon (Najman, 2002), Impardonnables (Téchiné, 2011; retrospettiva Cannes e Dintorni), La Glace à trois faces (Epstein, 1927), Paris qui dort (Clair, 1923), Susanna Simonin, la religiosa (Rivette, 1967), Una
gita in campagna (Renoir, 1936), L'amore fugge (Truffaut, 1979), L'inverno ti farà tornare (Colpi, 1961), Il profumo della dama in nero (Podalydès, 2005), Carmel (Gitai, 2009), Borderline (Charlebois,
2008; rassegna “Les Journées du Cinéma Québécois”), e il documentario Moments choisis des histoire(s) du cinéma (Godard, 2004) nel 2012 l'opera lirica Don Giovanni (Brook, 2002), La sposa in nero (Truffaut, 1968), La
mia droga si chiama Julie (Truffaut, 1969), La signora della porta accanto (Truffaut, 1981), Jo pour Jonathan (Giroux, 2010), Ricky - Una storia d'amore e libertà (Ozon, 2009), Le nevi del
Kilimangiaro (Guédiguian, 2011), E-love (Villacèque, 2011), Per la pelle di un poliziotto (Delon, 1981), Il re dei falsari (Grangier, 1981), Grisbì (Becker, 1954), Tre uomini da abbattere (Deray, 1980), Colpo grosso al Casinò (Verneuil, 1963; con Jean Gabin), Route 132 (Bélanger,
2010; retrospettiva “Les Journées du Cinéma Québécois”), Tomboy (Sciamma, 2011), Partir (Lange, 2009), Camille redouble (Lvovsky, 2012; retrospettiva Cannes e dintorni), Venere nera (Kechiche, 2010),
Le voyage dans la Lune (Melies, 1902; versione restaurata), Voir le pays du matin calme (De Maistre, 2011), Qui sème le vent...(Garson, 2011) e i documentari Eldorado (Assayas, 2008) e La nuit, elles dansent (Lavigne, 2010).
Vecchia sede di Via Bigli 2: Il Cinema del Centre Culturel Français nell'aprile 2010 L'edificio verso piazza San Babila foto
L'edificio verso via Montenapoleone foto
Nuova sede di corso Magenta 63: La facciata dell'orfanatrofio alla fine dell' Ottocento
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Il Cinema del Centre Culturel Français nei primi anni 2000 Il chiostro leonardesco (dal sito www.hotelpalazzostelline.it) foto
Visione aerea foto
Il chiostro del Palazzo delle Stelline con una suggestiva illuminazione notturna
(dal sito http.star.blogspot.com) foto
Il Cinema del Centre Culturel Français nel 2009 La sala vista dalla cabina durante una proiezione della rassegna
Invisible Japan nel settembre 2009 (dal sito www.flickr.com) foto 1 - foto 2
Il Cinema del Centre Culturel Français nell'aprile 2010 Il portone d'ingresso foto 1 – foto 2
La targa sul portone foto
L'edificio verso il centro foto
L'edificio verso Piazzale Baracca foto
Il chiostro foto
Il corridoio del chiostro verso il cinema foto
La scala che conduce al cinema foto
L’ingresso al cinema foto
La cabina di proiezione foto
La sala - visione frontale foto -visione laterale foto -dallo schermo foto
Piantina del cinema foto
Manifesti del Centre Culturel Français Festival del Cinema Africano (marzo 1999) immagine
(marzo 2010) immagine
Cannes e Dintorni (giugno 2008) immagine
I've Seen Films Festival (settembre-ottobre 2010) immagine
Programmi e volantini 15aine Du Jeune Cinéma Français (marzo-aprile 2004)
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Tout Tati (gennaio-febbraio 2008) immagine
Jean Cocteau (ottobre-dicembre 2008) immagine
Festival d'Annecy (dicembre 2008) immagine
Hommage à Claude Goretta (gennaio 2010) immagine
Festival del Cinema Africano (marzo 2010) immagine
Face à Face, rassegna video (febbraio-aprile 2010) immagine
Giornate di Cinema Quebecchese in Italia (marzo 2010) immagine
Festival del Film Francese (aprile 2010) immagine
Arte Fiction (maggio 2010) immagine
Giornate di Cinema Quebecchese in Italia (marzo 2011) immagine
Loghi del Centre Culturel Français Logo a fine anni ottanta (per gentile concessione di Marco Ferrari) immagine
Loghi vari immagine
Mappa di Milano (corso Magenta) Posizione del cinema
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si invitano i numerosi giornalisti e lettori che utilizzano i testi del sito (spesso con semplici copia/incolla) a citare la fonte
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