testo scritto in collaborazione con Willy Salveghi
In via Gulli 7 (in seguito il civico diventerà 9), nella popolosa zona Forze Armate-Baggio (Milano ovest), non lontano da piazzale Siena e da Piazza Gambara,
nei primi mesi del 1950 inizia l'attività il cinema Adriano. Si tratta di una grande sala dotata di 1300 posti con platea digradante ad anfiteatro e a forma di ferro di cavallo come il Rialto. Inoltre sono
presenti un vasto palcoscenico, dei camerini e un locale per le prove. L’Adriano fa parte dell’ondata tardiva di aperture dei primi anni cinquanta, spinte dall’ancora crescente consumo cinematografico che toccherà l’apice
nel 1955. Il sontuoso nome richiama probabilmente il grande imperatore romano e rientra nel gruppo di sale milanesi - Colosseo, Mediolanum, Augusteo, Giulio Cesare, Marte, Massimo, Minerva, Plinius, Rex - che rimandano
all'epoca e alla mitologia romana. La maggior parte di tali locali aveva aperto in epoca fascista, quando questo genere di rifrimenti era all’ordine del giorno. In questo caso la scelta del nome consente inoltre alla sala di
essere tra le prime nell’elenco delle seconde visioni sulle pagine dei quotidiani, nell’ambito di una competizione tra i locali cittadini già in essere fin dai primi anni cinquanta. Il cinema appartiene alla terza fascia di
locali della mappa urbana milanese ossia cinema di terza visione che, sui quotidiani, non ha pressoché mai utilizzato flani e tamburini per pubblicizzare la propria attività. E’ probabile che la prima gestione del cinema sia di
tipo familiare, slegata dai mini-circuiti milanesi costituiti da più sale aventi in comune lo stesso gestore oppure la stessa società che ne cura la programmazione, basata su pellicole estremamente popolari. I film giungono
all'Adriano con un notevole ritardo rispetto ai cinema del centro. Intorno al 1953 la gestione dell' Adriano viene rilevata da un gruppo di imprenditori comprendente il prof. Piero Agostoni, il dott. Mario Cantaluppi, il
dott.Edmondo Asperges ed il dott. Mario De Martinis, che seguono anche Corso, Ariston, Pacini, Plinius, Dea, Araldo, Alpi, Arcobaleno, Splendor e Roma. Quest'ultima società viene poi rilevata da Ernesto Di Sarro al quale
subentra il circuito Aristea, che rileva più o meno le stesse sale della precedente gestione. Oltre a queste e all'Adriano, l'Aristea segue anche Corallo, Rivoli, Zenit e Lux, mentre la programmazione è curata sempre da Ernesto
Di Sarro. In generale la proposta dell’Adriano mostra un livello medio piuttosto buono. Pellicole di qualità, italiane, francesi ed americane, sono uniformemente presenti (accanto a numerosi film medi e mediocri) durante i
venticinque anni della sua attività. La sala ospita infatti lavori di importanti cineasti americani e francesi quali
Hitchcock, Hawkes, Huston, Zinnemann, Wise, Wilder, Penn, Preminger, Kazan, Minnelli, Aldrich, Richard Brooks, Nicholas Ray, Clement, Godard, Truffaut, Clouzot e di validi registi italiani come Antonioni, Germi, Lizzani, Leone e Lattuada. Saltuariamente figurano perfino insoliti film di importanti autori giapponesi (Onibaba di K. Shindo nel 1967).
Tra le pellicole più rilevanti ospitate al cinema Adriano ricordiamo: nel 1950: Sul fiume d'argento (Walsh, 1948), Strada sbarrata (Wyler, 1937), Orgoglio e pregiudizio (Leonard, 1940)
nel 1951: Cielo di fuoco (King, 1949), E' accaduto in Europa (Von Radványi, 1948), Il segreto d'una donna (Preminger, 1949), Scandalo internazionale (Wilder, 1948), nel 1952:
Amor non ho... però... però (Bianchi, 1951), La colpa della Signora Hunt (Leisen, 1949), La città si difende (Germi, 1951), Verso le coste di Tripoli (Humberstone, 1942), Cameriera bella
presenza offresi... (Pastina, 1951), ...e la vita continua (Negulesco, 1950), Il sentiero dell'odio (Grieco, 1950), Il cappotto (Lattuada, 1952) nel 1953: Telefonata a tre mogli (Negulesco, 1952), Quando i mondi si scontrano (Maté, 1951), Il
filo del rasoio (Goulding, 1946), Ragazze che sognano (Mamoulian, 1942), Follie di New York (Cummings, 1942) nel 1954: Gli angeli del quartiere (Borghesio, 1952), Hong Kong (Foster, 1952), Gli amanti di Toledo (Decoin e Palacios, 1953), Il fantasma dell'opera (Lubin, 1943), L'eredità di Fernandel (Rim,
1948), Perfido inganno (Wise, 1947), Il segreto delle tre punte (Bragaglia, 1954) nel 1955: Ho sposato un pilota (King, 1953), Il complice segreto (Sherman, 1953), Ti ho sempre amato! (Costa, 1953),
Fronte del porto (Kazan, 1954), Spettacolo di varietà (Minnelli, 1953), Adriana Lecouvreur (Salvini, 1955), L'altro uomo - Delitto per delitto (Hitchcock, 1951), Madama Butterfly (Gallone, 1954)
nel 1956: Le amanti di Monsieur Ripois (Clément, 1954), Paula (Maté, 1952), Il conquistatore del Messico (Dieterle, 1939), Vera Cruz (Aldrich, 1954), Attila, il flagello di Dio (Francisci, 1954)
nel 1957: Il mondo è delle donne (Negulesco, 1954), Siamo uomini o caporali (Mastrocinque, 1956), La pista degli elefanti (Dieterle, 1954), Paris Palace Hôtel (Verneuil, 1956), Il
carnet del maggiore Thompson (Sturges, 1955) nel 1958: La legge del capestro (Wise, 1956), La sottana di ferro (Thomas, 1956), Fantasia animata (Disney, 1956), È sempre bel tempo (Donen e Kelly, 1955), Il grande Caruso (Thorpe, 1951)
nel 1959: I bassifondi di Shanghai (Blanc, 1950), Oro (Robson, 1955), L'assassino è perduto (Boetticher, 1956), Cowboy (Daves, 1958), Sogni proibiti (McLeod, 1947), Il sergente York (Hawks, 1941),
nel 1960: Oklahoma! (Zinnemann, 1955), Sfida all'O.K. Corral (Sturges, 1957), I pionieri del West (Ruggles, 1931), Il padrone delle ferriere (Majano, 1959), Gli arditi degli abissi (Marton, 1958)
nel 1961: La congiura di Montecristo (Daniels, 1953), Costa azzurra (Sala, 1959), L'oceano ci chiama (Ferroni e Roccardi, 1957), L'avventura (Antonioni, 1960) nel 1962:
Fatti bella e taci (Allégret, 1958), Il ratto delle Sabine (Pottier, 1961), Appuntamento a Ischia (Mattoli, 1961), Il cacciatore d'indiani (De Toth, 1955), La battaglia del Mar dei Coralli (Wendkos, 1959), Gordon, il pirata nero (Costa, 1961)
nel 1963: Spionaggio al vertice (De Toth, 1960), Copacabana Palace (Steno, 1962 con Walter Chiari), Diciottenni al sole (Mastrocinque, 1962), La spiaggia del desiderio (Levin, 1960),
Destinazione Tokyo (Daves, 1943 con Cary Grant) nel 1964: Il sentiero degli amanti (Miller, 1961), La giungla del quadrato (Hopper, 1955), Maciste contro i cacciatori di teste (Malatesta, 1963), Il figlio di Giuda (R. Brooks, 1960), Prendila è mia (Koster,
1963), Spionaggio senza frontiere (Dudrumet, 1963), Il mondo di Suzie Wong (Quine, 1960) nel 1965: Maciste, il gladiatore più forte del mondo (Lupo, 1962), All'ombra del patibolo (Ray, 1955), Una
storia milanese (E.Visconti, 1962), Colpo grosso a Galata Bridge (Isasi-Isasmendi, 1965), Agente Lemmy Caution, missione Alphaville (Godard, 1965) e I piaceri proibiti (Andreassi, 1963) nel 1966:
I criminali della galassia (Margheriti, 1965), A caccia di spie (Guest, 1965), Operazione Crossbow (Anderson, 1965), James Tont operazione D.U.E. (B. Corbucci, 1965), Spionaggio internazionale (Reynolds, 1956), Due mafiosi contro Al Capone (Simonelli, 1966), Danger dimensione morte (Grangier, 1965),
nel 1967: I due figli di Ringo (Simonelli e Carnimeo, 1966), Mani di pistolero (Marchent, 1965), Gambit - Grande furto al Semiramis (Neame, 1966), Il sole sorgerà ancora (King, 1957), Onibaba (Shindo, 1964).
nel 1968: Arriva Dorellik (Steno, 1967), Gli assassini del karatè (Shear, 1967), Il gobbo di Parigi (Decourt, 1966), La morte non ha sesso (Dallamano, 1968), Costretto ad uccidere (Gries,
1968 con Charlton Heston) nel 1969: Vergogna schifosi (Severino, 1969), Bourges: operazione Gestapo (Autant-Lara, 1968), Banditi a Milano (Lizzani, 1968), Un uomo chiamato Flintstone (Hanna & Barbera, 1966), Il
cervello da un miliardo di dollari (Russell, 1967), Non alzare il ponte, abbassa il fiume (Paris, 1968), Indovina chi viene a cena? (Kramer, 1967), Citty citty bang bang (Hughes, 1968) nel 1970:
Agente 007, al servizio segreto di Sua Maestà (Hunt, 1969), Nel giorno del Signore (Corbucci, 1970), Quel maledetto ispettore Novak (Wanamaker, 1969), Furia selvaggia (Penn, 1958), Frankenstein 1970 (Koch, 1958), Natascia (Bondarchuk, 1965), Monte-Cristo 70 (Hunebelle,
1968), Topaz (Hitchcock, 1969) nel 1971: La prigioniera (Clouzot, 1968), Al soldo di tutte le bandiere (Collinson, 1970), Tora! tora! tora! (Fleischer, Fukasaku e Masuda, 1970),
Il buono, il brutto, il cattivo (Leone, 1966), Interludio (Billington, 1968), La mia droga si chiama Julie (Truffaut, 1969), Odio per odio (Paolella, 1967), Michel Strogoff, corriere dello zar (E.Visconti, 1970), La grande strage dell'impero del sole (Lerner, 1969),
nel 1972: Controfigura per un delitto (J. Lewis, 1969), L'evaso (Granier-Deferre, 1971), La resa dei conti (Sollima, 1966), Il vichingo venuto dal sud (Steno, 1971), Shaft il detective (Parks, 1971), Il
cadavere dagli artigli d'acciaio (Keigel, 1970), Il prigioniero di Zenda (Thorpe, 1952), Le 24 ore di Le Mans (Katzin, 1971), I 4 dell'Ave Maria (Colizzi, 1968), Totò contro Maciste (Cerchio, 1964), I due pezzi da novanta (Civirani, 1971), Erik il vichingo (Caiano, 1965), L'organizzazione sfida l'ispettore Tibbs (Medford, 1971),
nel 1973: Texas, addio (Baldi, 1966), Gli scassinatori (Verneuil, 1971), 1972: Dracula colpisce ancora (Gibson, 1972), L’abominevole dr. Phibes (Fuest, 1971), Love Story (Hiller, 1970), Torino nera (Lizzani, 1972), Che c’entriamo noi con la rivoluzione? (S. Corbucci, 1972), Terrore cieco (Fleischer, 1971), Una ragione per vivere e una per morire (Valerii, 1972), L’uomo dai 7 capestri (Huston, 1972), Il ritorno di Harry Collings (P. Fonda, 1971)
nel 1974: Ringo e Gringo contro tutti (Corbucci, 1966), Troppo rischio per un uomo solo (Ercoli, 1973 con Giuliano Gemma), Il ritorno di Ringo (Tessari, 1965), Blacula (Crain, 1972).
Il cinema Adriano, decentrato, flagellato da incassi sempre più bassi, chiude nell’autunno 1974. Da quel momento la gestione cambia, viene sostituita l'insegna e realizzati lavori di ristrutturazione. La sala diviene
così la sede del Teatro Uomo.
Il nome, spostato dalla vecchia sede parrocchiale del cineteatro Ticinese di c.so Manusardi, occupata dal 1969, sta ad indicare la compagnia teatrale che vi ha svolto fin dall'inizio la propria attività. I gestori sono, invece, gli stessi del Teatro di Porta Romana (ex cinema Lux/Mercury). La programmazione è principalmente teatrale, ma la sala continua ad apparire nell'elenco dei cinema dei quotidiani nella categoria "cinema d'essai" come Uomo (ex cinema Adriano) proponendo sporadiche proiezioni e rassegne con spettacoli serali. Da ricordare, nell'ottobre 1975, la rassegna "Primo piano: il regista".
Il teatro Uomo ospita molti spettacoli teatrali di sperimentazione e d'avanguardia ed è da considerarsi il primo teatro alternativo di Milano. L'inaugurazione avviene il 21 dicembre 1974 con la commedia La ninetta
del verzee. Oltre alla regolare attività teatrale vi si tengono mostre e concerti; tra gli altri vi suonano Dario Fo, gli Stormy Six, Enzo Jannacci, Nanni Svampa, gli Henry Cow. Nell’aprile 1977 vi si esibiscono gli Area in un concerto che - vent’anni dopo - diventerà il cd live Concerto teatro Uomo.
In queste nuove stagioni, però, il teatro perde pubblico e si giunge all’inevitabile chiusura nel 1979. Da quel momento il locale viene occupato dai dipendenti per protesta e, dopo una serie di tentativi -
fra i quali quello di affidare il teatro, attraverso l'ARCI, a Dario Fo che in quel periodo non aveva una sede stabile - la cooperativa che lo gestisce dichiara ufficialment il proprio fallimento economico (ottobre 1979).
Tra le pellicole ospitate al cineteatro Uomo ricordiamo: nel 1975: Il ribelle dell'Anatolia/America America (Kazan, 1963), Ascensore per il patibolo (Malle 1956) e Violenza per una giovane (Bunuel,, 1960),
nel 1976: Il Fanfani rapito (Makris, 1976) in doppia programmazione con La legge della tromba (Trotti, 1976), Lo sceicco bianco (Fellini, 1952; all’interno di un Festival Fellini), Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi (Mattoli, 1960) e La legge è legge (Christian-Jaque)
all’interno di una rassegna dedicata a Totò, Cat Ballou (Silverstein, 1965). Alla fine del 1979 la sala cambia ancora nome e gestione diventando il cinema teatro Miele (dal nome della proprietà), dove si
continuano ad ospitare spettacoli e saltuarie proiezioni cinematografiche. La sala è presente (di tanto in tanto) nell’elenco dei cinema d’arte e cultura. Anche il cineteatro Miele ha vita breve e
chiude già nel dicembre 1980. Tra le pellicole proiettate nella sala ricordiamo Ursus (Campogalliani, 1961) nel 1980 Nei primi anni del Duemila la sala viene riadattata ad asilo. In seguito l'ex cinema Adriano
rimane in stato di abbandono per parecchi anni e viene demolito nel 2019.
La sala del cinema Adriano nel 1974 foto
Gli Area in concerto sul palco del Teatro Uomo, 30 aprile 1977 (su gentile segnalazione di Willy Salveghi) immagine
L'ex cinema Adriano nel settembre 2008 L’ingresso del cinema foto 1 – foto 2 – foto 3
Il cinema verso piazzale Siena foto
Il cinema verso la periferia ovest foto
L'ex cinema Adriano nel maggio 2011 (per gentile concessione di Willy Salveghi) L'edificio su via Padulli foto
Le uscite di sicurezza su via Padulli foto
Il cinema nel 2016 (per gentile concessione di Gabriele Agus - Politecnico di Milano)
L’atrio, la sala e la galleria foto 1, foto 2 e foto 3
Le scale foto 1 e foto 2
Il cinema in demolizione nell’ottobre 2019 (per gentile concessione di Willy Salveghi) Via Gulli e via Padulli foto 1 e foto 2
Vista aerea dell’ex cinema Adriano (2010) immagine
Biglletti del cinema anni settanta (per gentile concessione di Anna Maria Fiocchi) immagine
Mappa di Milano (piazzale Siena)
Posizione del cinema immagine
testo scritto nel set. 2012; ultimo aggiornamento: dic.2019
si invitano i numerosi giornalisti e lettori che utilizzano i testi del sito (spesso con semplici copia/incolla) a citare la fonte
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