testo scritto in collaborazione con Marco Ferrari
Il cinema Cittanova (650 posti) – locale situato al termine di via Giambellino (numero civico 153), in prossimità di piazza Tirana - esordisce nel marzo 1949.
Si tratta di un cinema popolare di terza visione, ubicata in un quartiere periferico: è l’evoluzione del modello di sala rionale degli anni Venti e Trenta e la programmazione è di conseguenza incentrata su commedie
italiane o su film americani d’avventura, usciti generalmente almeno un anno prima e ormai abbondantemente sfruttati dalle sale del centro storico e di seconda visione.
All’inizio degli anni Settanta, la sala ha in cartellone anche film americani di discreto livello – Il compromesso, La confessione, La pietra che scotta, L’impossibilità di essere normale – tuttavia dal 1974 la programmazione vira verso la commedia erotica all’italiana.
Dal 1966 al 1998 la gestione è a cura della famiglia Rano. Negli anni settanta vengono diffusi a livello rionale piacevoli programmi quindicinali (vedi sotto) che ricordano la folta presenza di film nella sala. Come spesso
accadeva in questo geenre di cinema di terza visione la proposta filmica poteva cambiare addirittura giorno per giorno. La proposta filmica è legata al cinema di intrattenimento popolare; scarsa la presenza di film di
qualità (più alta nel primo periodo della vita della sala) e quasi nulla quella del film d’autore (si segnalano le presenze de I delfini e di Salvatore Giuliano). Perfino negli anni del boom del cinema politico
(1968-75), le pellicole “impegnate” scarseggiano. Tra le pellicole più significative, ospitate dalla sala, ricordiamo nel 1949 Il bandito (Lattuada, 1946), Fascino (Vidor, 1944), Ultimo orizzonte (Wellman, 1946),
nel 1950: Sciuscià (De Sica, 1946), Riso amaro (De Santis, 1949), Il cielo può attendere (Lubitsch, 1943), Il mulino del Po (Lattuada, 1949) e Arriva John Doe (Capra, 1941)
nel 1951: I tre moschettieri del Missouri (Enright, 1941), Il fanciullo del West (Ferroni, 1942) e Solo contro il mondo (Douglas, 1949) nel 1952: Stromboli (Rossellini, 1950), Marito e moglie (De Filippo, 1952), Dio ha bisogno degli uomini (Delannoy, 1950) e La bolgia dei vivi (Seiler, 1939)
nel 1953: L'avventuriero di Macao (Von Sternberg, 1952), Canzoni per le strade (Landi, 1950) e Amo un assassino (Bandini, 1952) nel 1954: Totò a colori (Steno, 1952), La cortina del silenzio (Tourneur, 1951) e Meglio
un mercoledì da leone (P. Sturges, 1947) nel 1955: La belva dell’autostrada (Lupino, 1953), Quando le donne amano (Chistian.Jaque, 1952) e Canzone appassionata (Simonelli, 1953) nel 1956:
La ragazza del secolo (Cukor, 1953), Sinfonia d’amore - Schubert (Pellegrini, 1952) e La storia del fornaretto di Venezia (Solito, 1952) nel 1957 La belva (Wellman, 1953), Berlin-Tokyo (Harlan, 1955), Pepote (Vajda, 1955)
nel 1958: Suor Letizia (Camerini, 1956), Tempo di villeggiatura (Racioppi, 1956) e La bella di Roma (Comencini, 1955), nel 1959: La città nuda (Dassin, 1948), La storia del generale Custer (Walsh, 1941), La
maschera di Frankenstein (Fisher, 1957) nel 1960: Il cielo brucia (Masini, 1957), La fine dell’avventura (Dmytryk, 1954) e Lo sparviero dle mare (Curtiz, 1940) nel 1961: La bara del vampiro (Mendez, 1958), Quando l’odio brucia (Calef 1957) e Il cortile (Petrucci,
1955) nel 1962: Il testamento del mostro (Renoir, 1961), Pacco a sorpresa (Donen, 1960) e Il vigile (Zampa, 1961) nel 1963: La legge (Dassin, 1958), L’urlo della battaglia (Fuller, 1962) e Il vento non sa leggere (R.
Thomas, 1958) nel 1964: I delfini (Maselli, 1960), Le vergini di Roma (Bragaglia, 1961) e Operazione terrore (Edwards, 1962) nel 1965: Salvatore Giuliano (Rosi, 1961), La nave matta di Mr. Roberts (Ford, 1955) e Il vestito strappato (Arnold, 1957)
nel 1966: Guerra e pace (Vidor, 1956), Sedotta e abbandonata (Germi, 1964) e Tamburi sul grande fiume (Huntington, 1963) nel 1967: Omicron (Gregoretti, 1963), Yankee (Brass, 1966) e Asso di picche (Nostro, 1965)
nel 1968: Tempo di masacro (Fulci, 1966), Colpo maestro al servizio di sua maestà britannica (Lupo, 1967) e L’avventuriero della Tortuga (Capuano, 1965) nel 1969: La volpe (Rydell, 1967), La rivoluzione sessuale (Ghione, 1968) e Le piacevoli notti (Crispino, 1966)
nel 1970 Faustina (Magni, 1968), Distruggete Frankenstein (Fisher, 1969), Violenza al sole (Vancni, 1969) e Nuda sotto la pelle (J.Cardiff, 1968) nel 1971 Il compromesso (Kazan, 1969), Il medico della mutua (Zampa, 1968), La confessione (Costa Gavras, 1970) e San Giovanni decollato (Palermi 1941)
nel 1972 Il sasso in bocca (Ferrara, 1970), L’impossibilità di essere normale (Rush, 1970), San Giovanni decollato (Palermi 1941), Al soldo di tutte le bandiere (Collinson, 1970) n
el 1973: Taras il magnifico (J. Lee Thompson, 1962), Sbatti il mostro in prima pèagina (Bellocchio, 1972), Mercoledì delle ceneri (Peerce, 1973), Forza G (Tessari, 1972), La mortadella (Monicelli, 1971)
nel 1974 Trappola per un lupo (Chabrol, 1972), Il consigliori (De Martino, 1973) e La pietra che scotta (Yates, 1972) nel 1975 Un amore così fragile così violento (Pittoni, 1973), Il sindacalista (Salce, 1973), Cinque
bambole per la luna d’agosto (Bava, 1970), I nuovi centurioni (Fleischer, 1972) nel 1976 Il Dio Serpente (Vivarelli, 1970), Arabella (Lattuada, 1967; ried.), Milano violenta (Caiano, 1976), Il giustiziere sfida la città (Lenzi, 1975) e L’anatra all’arancia (Salce, 1975)
nel 1977 Quant’è bella la Bernarda, tutta nera tutta calda (Dandolo, 1975), Mezzogiorno e mezzo di fuoco (M. Brooks, 1974), La orca (E. Visconti, 1976), La fine del’innocenza (Dallamano, 1976) e Emanuele l’antivergine (Giacobetti, 1975),
nel 1978: Quel motel vicino alla palude (Hooper, 1977), Bestialità (Skerl, 1976), Sole sesso e pastorizia (Rothemund, 1973) nel 1979 Grazie tante arrivederci (Ivaldi, 1977), La ragazza dal pigiama giallo (Mogherini, 1977) e Malizia (Samperi, 1973)
nel 1980 La dottoressa del distretto militare (Cicero, 1976 con Edwige Fenech), Zombi 2 (Fulci, 1979) e Aragosta a colazione (Capitani, 1979) All’inizio degli anni ottanta gli incassi di
una sala di seconda/terza visione precipitano drasticamente e il Cittanova non fa eccezione: nel gennaio 1981 la sala apre al film porno che in quegli anni (tale produzione viene liberalizzata, di fatto, nel 1979) garantisce
ottimi incassi; tuttavia la sala non si specializza ancora nel genere e nella pagina degli spettacoli rimane al di fuori dalla colonna delle sale a luce rossa. Fino al 1987 il Cittanova porta avanti una programmazione
mista, alternando film a luce rossa (prevalenti) e film normali; in quest’ultimo caso, la sala si specializza in film di kung-fu, proiettando i film di Bruce Lee e dei suoi emuli. Nei racconti di un abitante della zona troviamo
sia la descrizione del mitico Biagio Rano il quale si occupava di tutto, spesso da solo: dalla cassa alla proiezione, alla vendita in sala dei gelati, sia il ricordo di un’affollata e caotica proiezione mattutina di Dalla Cina con furore (W. Lo, 1972) nel 1973, che sembra radunasse un pubblico realmente stravagante.
Ancora in data giovedì 26 febbraio 1987 la sala ha in cartellone Grandi Magazzini (Castellano e Pipolo, 1986). Le presenze però continuano a rimanere scarse e nell’estate 1987
viene decisa la definitiva conversione a luce rossa. Si legga al riguardo la sconsolata dichiarazione del gestore nell’articolo del Corriere della Sera (set. 1989). Sul finire degli anni novanta, in corrispondenza
con il cambio di gestione, curato dalla Duomo Film, il Cittanova cambia nome in Pussycat, il che non lascia dubbi sul tipo di programmazione.
Per quanto riguarda le pellicole a luce rossa, a titolo di cronaca ricordiamo gli erotici Innocenza impudica (J. Rollin, 1975) e Capriccio di Barbara (P.B.Reinhard, 1983) tutti nel dicembre 1984, e gli
hardcore Transexual Yoyane nel dicembre 1991, Gocce profonde nel febbraio 1996 e Bologna serata libidinosa nel febbraio 2011. Il locale chiude nel dicembre 2018.
Lo stabile del cinema Cittanova intorno al 1950 (per gentile concessione di Marco Ferrari)
Piazza Tirana e dettaglio dell’edificio foto 1 - foto 2
Il cinema Cittanova intorno al 1955 (per gentile conces. di Willy Salveghi) foto 1 - foto 2
Il progetto del cinema Cittanova - dic.1946
(per gentile concessione di Biagio Rano) foto
La cassa del cinema Cittanova nel 1976
(per gentile concessione di Biagio Rano) foto
Programma rionale del Cittanova nell’ott. 1972
(per gentile concessione di Biagio Rano) foto 1 - foto 2
Biagio Rano (per gentile concessione di B. Rano) foto
Il cinema Pussycat nell’ottobre 2009 (per gentile concessione di Marco Ferrari)
La facciata foto
Vista aerea di via Giambellino e dello stabile foto
Il cinema Pussycat nel luglio 2010 La facciata foto
Il cinema verso piazza Tirana foto
Il cinema verso piazza Napoli foto
Il cinema Pussycat nel 2011 (per gentile concessione di Willy Salveghi)
Il retro dell’edificio foto
Il cinema Pussycat intorno al 2020 (per gentile segnalazione di Raffaele Fioretto) La sala e la cabina di proiezione foto 1 - foto 2
Vista aerea del cinema nel 2010 foto
Biglietto del cinema (2011; per gentile concessione di Willy Salveghi) immagine
Articoli su quotidiani (per gentile concessione di Marco Ferrari)
Le sale rosse contrattano la redenzione di A. Trivulzio – Corsera, set. 1989 immagine
Mappa di Milano (via Giambellino)
Posizione del cinema immagine
Si ringrazia per la collaborazione Biagio Rano e Willy Salveghi
scheda creata nel giu. 2011; ultimo aggiornamento mar. 2021
si invitano i numerosi giornalisti e lettori che utilizzano i testi del sito (spesso con semplici copia/incolla) a citare la fonte
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