cinema Ariel - cinema Embassy

il cinema  intorno al 1985

testo scritto in collaborazione con Marco Ferrari e Willy Salveghi

Nell’autunno 1954, al civico numero 8 di via Faa di Bruno, in zona Porta Vittoria (non lontano da viale Umbria e dal cinema Italia, poi Maestoso), viene inaugurato il cinema Ariel. Il progetto è dell’architetto Mario Cavallé che in quegli anni realizza numerose sale milanesi, tutte caratterizzate da una attenta ricerca sia nella valorizzazione della qualità visiva, sia nell’allestimento della sala.
L’Ariel ha una capienza di 1000 posti, suddivisi tra platea e galleria; le sue pareti interne presentano affreschi del pittore Salerno che illustrano scene tratte da La Tempesta di Shakespeare. L’interno sala è illuminato con una luce azzurra che dà l’idea di ampi spazi; da un’apertura, posta sotto le poltrone, fuoriesce aria calda o fredda a seconda della stagione; il condizionatore è inoltre dotato di un dispositivo profumatore, che consente la diffusione dell’aria profumata.
Sia la platea, sia la galleria hanno dodici poltrone per spettatori con problemi uditivi: ogni poltrona è dotata di cuffie collegabili al bracciolo della poltrona. Quando si accendono le luci in sala, si avviano automaticamente dei diffusori sonori che riproduco il canto di uccelli.
Infine non sono trascurati gli aspetti legati alla sicurezza: un apparecchio meccanico consente l’apertura simultanea di tutte le uscite di sicurezza; delle fotocellule alle porte di accesso in sala aggiornano costantemente la direzione sul numero di spettatori presenti in sala; la presenza di periscopi consente di vedere cosa succede in sala; la cassa è dotata di un sistema d’allarme in caso di rapina.
Nonostante la tecnologia all’avanguardia, causa l’ubicazione periferica, l’Ariel si colloca tra le terze visioni.
Tra le pellicole più interessanti proiettate all’Ariel ricordiamo:  Luci della città (Chaplin, 1931) e Fatta per amare (Walters, 1953 con Esther Williams) nel 1954, Peccato che sia una canaglia (Blasetti, 1954) nel 1955,
nel 1956:
Hanno rubato un tram (A. Fabrizi, 1954), Pane amore e gelosia (Comencini, 1954), Quando la città dorme (Lang, 1955)
Oklahoma! (Zinnemann, 1955) nel 1957, Lazzarella (Bragaglia, 1957) nel 1958, Europa di notte (Blasetti, 1958) nel 1959, Arrangiatevi (Bolognini, 1959),
nel 1960:
 A qualcuno piace caldo (Wilder, 1959), Un americano a Parigi (Minnelli, 1951) nel 1960, La battaglia di Maratona (B. Vailati, 1960),
Il gobbo (Lzzani, 1960) e I Teddy Boys della canzone (Paolella, 1960) nel 1961
Splendore nell’erba (Kazan, 1961) nel 1962, I sette peccati capitali (Chabrol, Demy, Godard ecc.1962), L’oro dei Caraibi (E. Ludwig, 1952) nel 1963, Sherlocko investigatore sciocco (Tashlin, 1962 con Jerry Lewis) e Winchester 73 (A. Mann, 1950) nel 1964, James Tont operazione UNO (B. Corbucci, 1965), Detective’s Story (Smight 1966, con Paul Newman), FBI – operazione gatto (Stevenson, 1965) e I lunghi giornid ella vendetta (Vancini, 1967) nel 1967

Nell’autunno 1967 il cinema viene rinnovato negli impianti, cambia nome in Embassy (parola inglese che significa ambasciata o messaggio) e viene promosso tra le prime visioni; tuttavia a distanza di un anno la sala - probabilmente scontando nuovamente l’ubicazione decentrata - inizia un rapido declino: già nel 1969 passa tra i proseguimenti di prima visione e successivamente (1972) addirittura tra terze visioni.
Nel 1977, nell’ambito dei tentativi per trovare nuove soluzioni di offerta per le sale periferiche, l’Embassy aderisce ad un’iniziativa del Comune di Milano che prevede la programmazione una sera alla settimana di film d’autore o di tematiche d’attualità a prezzo promozionale di 500 lire.
Tra le pellicole più interessanti proiettate all’ Embassy ricordiamo:
Vado…l’ammazzo e torno (E.G. Castellari, 1967) e Faccia a faccia (Sollima 1967, con Gian Maria Volonté), Il grande caldo (Lang, 1953) nel 1968,
nel 1969:
Uomini d’amianto contro l’inferno (Mc Laglen, 1968), Rapporto a quattro (Cukor, 1969), Vergogna schifosi (Severino, 1969), Rosemary’s Baby (Polanski, 1968)
e I magliari (Rosi, 1959)
nel 1970:
Quien Sabe? (Damiani, 1966 con G.M. Volonté), Butch Cassidy (R. Hill, 1969), Il pistolero dell’Ave Maria (Baldi, 1969), Topaz (Hitchcock, 1969), Un uomo da marciapiede (Schlesinger, 1969) e Hollywood Party (Sellers, 1968)
nel 1971:
Il clan degli uomini violenti (Granier- Deferre, 1970), Per qualche dollaro in più (Leone, 1965)
nel 1972:
La morte dall’occhio di cristallo (Haller, 1965 con Boris Larloff), Il medico dei pazzi (Mattoli, 1954, con Totò), Il vichingo venuto dal sud (Steno, 1971), Dio perdona, io no! (Colizzi, 1967), La classe operaia va in Paradiso (Petri, 1972, con G.M. Volonté), La corsa della lepre attraverso i campi (Clement, 1972), Il corsaro dell’isola verde (Siodmak, 1952 con Burt Lancaster) …Continuavano a chiamarlo Trinità (E.B. Clucher/Enzo Barboni, 1971), I quattro del Texas (Aldrich, 1963; ried.) e Il Decameron (Pasolini, 1971)
nel 1973:
Due gattoni a nove code…e mezza ad Amsterdam (O.Civirani, 1972), Queimada (Pontecorvo, 1970), Nessuna pietà per Ulzana (Aldrich, 1972) e Che? (Polanski, 1972)
Hai sbagliato…dovevi uccidermi subito! (M.Bianchi, 1972) e Sessomatto (Risi, 1973) nel 1974,
nel 1975:
La polizia chiede aiuto (Dallamano, 1974), Profondo rosso (Argento, 1975), Le farò da padre (Lattuada, 1974), Il mistero delle 12 sedie (M. Brooks, 1970) e Sugarland Express (Spielberg, 1974); Inchiesta pericolosa (Douglas, 1967; ried.), A 007 dalla Russia con amore (Young 1963; ried)
nel 1976:
Agente 007 – L’uomo dalla pistola d’oro (Hamilton, 1974), Un genio, due compari e un pollo (Damiani, 1975), I lunghi giorni delle aquile (Hamitlon, 1969; ried.), Cuore di cane (Lattuada, 1976), Casanova ‘70 (Monicelli, 1965), Il piccolo grande uomo (Penn, 1970; ried.), Il medico dei pazzi (Mattoli, 1954; ried.), Il sepolto vivo (Corman, 1962; ried.), Il trafficone (Cavara, 1974), Soldato blu (Nelson, 1970; ried.) e …Continuavano a chiamarlo Trinità (E.B. Clucher/Enzo Barboni, 1971)
nel 1977:
Un gioco estremamente pericoloso (Aldrich, 1975), Signore e signori buonanotte (Monicelli, Loy e altri, 1976), La grande corsa (Edwards, 1965; ried.), Non toccare la donna bianca (Ferreri, 1975), Life Size (Berlanga, 1974), Adele H (Trauffaut, 1975), Cognome e nome: Lacombe Lucien (Malle, 1974)
La gestione della sala sceglie pellicole di buona qualità media, spesso offrendo anche cinema d’autore. Lo dimostrano le presenze di film firmati da Chaplin, Lang, Schlesinger, Ferreri, Berlanga, Pasolini, Petri, Truffaut e Malle.

Nella primavera 1978 il cinema Embassy – sotto la gestione del signor Lamifranca - abbandona la programmazione normale, pone all’esterno la luce rossa e si presenta nel panorama milanese come il primo cineclub hard core della città: nasce l’ Embassy Playboy Cineclub Italia. Non si tratta del primo cinema a luce rossa – primato detenuto dal Majestic – ma del primo cineclub. La tessera d’iscrizione costa centomila lire e dà diritto alla visione di quaranta film, proiettati il lunedì sera.
I tesserati sono circa 200 il primo anno e il secondo anno salgono a 400.
Nel frattempo si inaspriscono però le polemiche, perché i film hard programmati sembrerebbero essere importati clandestinamente e proiettati senza il visto della censura; agli inizi degli anni ottanta il primo cineclub hard chiude e il locale prosegue nella programmazione a luce rossa. In questo periodo la sala scompare dagli elenchi dei quotidiani.
Nel 1981 il locale, ora chiamato Embassy Sexy Center, viene rilevato dalla gestione dei fratelli Matera e - come molte altre sale da loro controllate – prosegue nella programmazione a luce rossa: due film al giorno con apertura alle 15 oppure un film abbinato a strip tease, come all’Hermes (vedi scheda) diventando di fatto una succursale del centrale Teatrino di Largo Corsia dei Servi. Entrambi questi ultimi locali sono sempre gestiti dai fratelli Matera.
Il progetto prosegue per qualche mese, ma senza particolari risultati in termini di affluenza.
Negli ultimi anni di attività, l’Embassy è una sala fatiscente e malfamata, che finisce più volte sulle pagine di cronaca nera, per rapine - come il 2 gennaio 1998, quando un uomo armato di pistola minaccia la cassiera del cinema e si fa consegnare l'incasso di 515 mila lire e il suo portafogli - o anche per episodi di sangue.
Tra i titoli del periodo a luce rossa ricordiamo: La provinciale porno (di B.W. Sanders con Gabriel Pontello) nel 1980, Fantasy (G. Damiano, 1979) nel 1984, Moana la scandalosa (R.Schicchi, 1987)  nel 1989 e Carcere amori bestiali (R.Schicchi, 1988) nel 1992.
Il cinema Embassy chiude nel 2001.
In seguito la palazzina viene abbattuta ed ora al suo posto sorge un nuovo condominio denominato “residenza embassy”, probabilmente in memoria del vecchio cinema.

 

Piazzale Cuoco e via Faa di Bruno intorno al 1955
Edificio con il cinema Ariel                                                                             foto 1 - foto 2*

La sala nella seconda metà degli anni cinquanta (dal libro “Tecnica delle
costruzioni di Cinema e Teatri” di Mario Cavallé - su gentile segnalazione di Marco Ferrari e Willy Salveghi)
L’atrio                                                                                                            foto*
La sala                                                                                                         
foto 1 - foto 2*
Piante della platea e della galleria                                                                    
foto 1 - foto 2*
La sezione longitudinale                                                                                  
foto*

Il cinema Embassy intorno al 1985 (archivio Corrire della Sera)
In programmazione Deep Throat (G. Damiano, 1972)                                     foto*

Il cinema Embassy nel 2005        
(per gentile concessione di Quattro, su gentile segnalazione di Willy Salveghi)                         foto*

Il cinema Embassy nel 2005        
(foto di Andrea Napoli; su gentile segnalazione di Stefano Petrella)                                       foto*

L’edificio del cinema durante la demolizione nel 2006 (per gentile concessione di Willy Salveghi)
L’interno sala con gli affreschi del pittore Salerno                                             foto*
La campata                                                                                                    
foto*

Progetto per il nuovo edificio (2007; per gentile concessione di Willy Salveghi)         immagine

L’ex cinema Embassy nell’aprile 2008      
Il condominio “residenza Embassy”                                                                  foto 1 - foto 2
Il condominio verso piazza Insubria                                                                 
foto
Il condominio verso piazzale Cuoco                                                                  
foto

Articoli da giornali (per gentile concessione di Willy Salveghi):
 “L’Embassy diventa un condominio” di Sergio Biagini; Quattro, marzo 2006       
immagine

Annunci pubblicitari su quotidiani:
Ariel:
Fatta per amare - tamburino, 31 dic. 1954                                                     
immagine
Embassy:
Vado…l’ammazzo e torno – 2 nov. 1967                                                       
immagine
Faccia a faccia – 29 nov. 1967                                                                    
immagine
Rosemary’s Baby - apr. 1969
(per gentile concessione di Willy Salveghi)                            immagine
Cicciolina amore mio – ott. 1979
(per gentile concessione di Stefano Petrella)                  immagine

Mappa di Milano (piazzale Corvetto)
Posizione del cinema                                                                                       
immagine

* l’asterisco segnala foto e materiale di particolare interesse

scheda creata nell’ott. 2010; ultimo aggiornamento mar. 2015

 

 

si invitano i numerosi giornalisti e lettori che utilizzano i testi del sito (spesso con semplici copia/incolla) a citare la fonte