testo scritto in collaborazione con Willy Salveghi
Il cinema Universale (800 posti) inizia la propria attività nei primi mesi del 1940 in via Ambrogio
Binda 4, nella zona sud della città (Barona), non lontano dal Naviglio Grande e sostanzialmente nella stessa area del Massimo(*), del Nobel(*) e del Meda(*). Nella prima metà degli anni trenta era esistito un cinema Universal
in via Padova (*) il quale aveva cambiato nome divenendo semplicemente il cinema Padova. Si tratta di una piccola sala dotata di sola platea, collocata in un basso edificio, appartenente alla terza fascia di locali della
mappa urbana milanese ossia cinema di terza visione che, sui quotidiani, non ha pressoché mai utilizzato flani e tamburini per pubblicizzare la propria attività. Nei primi anni la presenza della programmazione del locale sui
quotidiani è alquanto sporadica. Tra le pellicole ospitate in questa fase ricordiamo Tutto finisce all’alba (Ophuls, 1939) e Una romantica avventura (Camerini, 1940) nel 1941, Piccolo mondo antico (Soldati, 1941) nel 1942.
Dopo il disastro dell’8 settembre 1943 la gestione decide di cambiare nome (forse perché il vecchio nome richiama quella concezione universalistica, pacifista e umanitaria, decisamente inattuale negli 600 giorni della Rsi) e sceglie quello di
cinema Europa. Il locale viene seriamente danneggiato e ricostruito per ben due volte durante la guerra. La copertura della sala era costituita da una caratteristica volta a forma di uovo che valse al locale il
caratteristico soprannome di “Bomba", rimasto ancora oggi nei ricordi dei frequentatori dei cinema
milanesi. L’Europa è molto frequentato dagli abitanti della zona in decenni in cui l'unico svago a basso costo rimane il cinematografo. La programmazione, di carattere popolare, si incentra su film americani, d’avventura
o drammatici, e su commedie italiane. Tra i film proiettati ricordiamo nel 1944: La Gorgona (Brignone, 1942), Colpi di timone (Righelli, 1942), Rita da Cascia (Leonviola, 1942) e Don Cesare di Bazan (Freda, 1942)
Gian Burrasca (Tofano, 1943) e Leningrado in lotta (R. Karmen, 1942) in doppia programmazione nel 1945, Uragano (Ford, 1937) nel 1946, Se mi vuoi, sposami (Conway, 1941) e Il ritratto di
Dorian Gray (Lewin, 1945) nel 1947, I vendicatori (Ratoff, 1941) nel 1948, La ribelle del sud (Cummings, 1941) nel 1949, Corrispondente X (Vidor, 1940), Sotto il sole di Roma (Castellani,
1948) e Il vendicatore di Jess il bandito (Lang, 1940) nel 1950, Winchester ‘73 (A. Mann, 1950) e Doppio gioco (Siodmak, 1949) nel 1952, Anema e core (Mattoli, 1951) e I Miserabili (Freda, 1949) nel 1953,
nel 1954: Jolanda la figlia del corsaro nero (Soldati, 1953), Don Camillo (Duvivier, 1952), Cinema d’altri tempi (Steno, 1953) e Incantesimo tragico (Sequi, 1949) Mariti su misura (Cukor, 1951) e Puccini (Gallone, 1952) nel 1955
nel 1956: La carovana dei mormoni (Ford, 1950), Diario di un curato di campagna (Bresson, 1950) e Il seduttore (Rossi, 1954) nel 1957: Proibito (Monicelli, 1954), Il ribelle d’Irlanda (Sirk, 1955) e Questi fantasmi (De Filippo, 1954)
nel 1959: Muraglie (Parrott, 1959; con Stanlio e Ollio), La vera storia di Jess il bandito (N. Ray, 1956) e Caporale di giornata (Bragaglia, 1958) Il passaggio del Reno (Cayatte, 1960) e Vera Cruz (Aldrich, 1954) nel 1962, Il cavaliere solitario (Boetticher, 1958) nel 1963, I motorizzati (Mastrocinque, 1962), Il commissario (Comencini, 1962) e L’inchiesta dell’ispettore Morgan (Losey, 1959) nel 1964, A caccia di spie (Guest, 1965), Cat
Ballou (Silverstein, 1965), Viva Maria! (Malle, 1965) e El Cid (A. Mann, 1961) nel 1966, Le piacevoli notti (Crispino, 1966) e Arrivano i russi (Jewison, 1965) nel 1967, Da uomo a uomo (Petroni, 1967) e Frank Costello faccia d’angelo (Melville, 1967) nel 1968,
nel 1969: Sissignore (Tognazzi, 1969), I commedianti (Glenville, 1967, con Richard Burton e Elizabeth Taylor) e El Che Guevara (Heusch, 1968) nel 1970 Sandokan contro il leopardo di Sarawak (Capuano, 1964), Le avventure di Ulisse (Rossi, Schivazappa e Bava, 1968 - riduzione cinematografica dello sceneggiato tv L'Odissea-), L’oro dei Mackenna (Thompson, 1969), La colomba non deve volare (Garrone, 1970), Il trapianto (Steno, 1970), Sodoma e Gomorra (Aldrich, 1962), Il dolce corpo di Deborah (Guerrieri, 1968)
nel 1971 Totò a colori (Steno, 1952), Il laureato (Nichols, 1967), Il detective (Guerrieri, 1969), Puro siccome un angelo papà mi fece monaco di... Monza (G. Grimaldi, 1969), Contestazione generale (Zampa, 1970), Il mistero della mummia (Carreras, 1964) e La donna degli altri è sempre più bella (Girolami, 1963, con Walter Chiari).
nel 1972 Qualcuno verrà (Minnelli, 1959), Adulterio all’italiana (Festa Campanile 1965), I giorni dell’ira (Valerii, 1967), La signora nel cemento (Douglas, 1968), L’altra faccia del pianeta delle scimmie (Post, 1969), Il clan dei siciliani (Verneuil, 1970), Soldato blu (Nelson, 1970), Il
vichingo venuto dal sud (Steno, 1971), Don Camillo e i giovani d’oggi (Camerini, 1972), Ucciderò Willie Kid (Polonsky, 1969) e Il ritorno di Godzilla (Fukuda, 1966) nel 1973: La classe operaia va in paradiso (Petri, 1971), Agente 007 operazione Thunderball (Young,
1965; ried.), Ma papà ti manda sola? (Bogdanovich, 1972), Corvo rosso non avrai il mio scalpo (Polllack, 1972), Notte sulla città (Melville, 1972) La polizia ringrazia (Steno, 1972), Il generale
dorme in piedi (Massaro, 1972), Mio zio Beniamino (Molinaro, 1969), Bubù (Bolognini, 1972) e Quando le donne avevano la coda (Festa Campanile, 1970) nel 1974: Tre uomini in fuga (Oury, 1966), Sette orchidee macchiate di rosso (Lenzi, 1972) e Lo
chiameremo Andrea (De Sica, 1972) Zardoz (Boorman, 1974) e Senza un attimo di tregua (Boorman, 1967) nel 1975,
nel 1976: Agente 007 operazione tuono (Young, 1965) Mark il poliziotto (Massi, 1975), Agente speciale Mackintosh (Huston, 1973),...Altrimenti ci arrabbiamo! (Fondato, 1974) e Gangster story
(Penn, 1967) nel 1976. Il cinema, flagellato da incassi sempre più bassi, complice anche la zona decentrata, chiude già nell’estate 1976. Nel settembre dello stesso anno esso compare ancora sui quotidiani
come "chiuso", evidentemente non è ancora stata presa una decisione definitiva sul suo utilizzo, ma il cinema non viene riconvertito nemmeno come luce rossa non riaprendo mai più con la sua vecchia funzione. I suoi
spazi vengono successivamente occupati da alcune discoteche e disco-pub con differenti nomi come Diapason e Pata Mata's dove, negli anni novanta, si tengono anche concerti. Negli ultimi anni l'ex cinema diventa L’intreccio, una
sala da ballo frequentata da un pubblico maturo. La struttura del cinema rimane tale fino a metà maggio 2008, quando il caratteristico stabile viene demolito per lasciare spazio (2011) ad un nuovo edificio residenziale.
Il cinema Europa intonro al 1955 (da skycrapercity.com; su gentile
segnalazione di Mauro Colombini e Andrea Martinenghi): L’edificio verso piazza Miani foto 1 - foto 2*
L’ex cinema Europa trasformato in discoteca intorno al 2005
L’ingresso
foto
L’edificio verso piazza Miani foto
L’edificio verso il Naviglio Grande foto
L’ex cinema Europa in demolizione nel feb. 2008 (per gentile concessione di Willy Salveghi): foto
L’ex cinema Europa trasformato in discoteca nel maggio 2008 (per gentile concessione di Willy Salveghi):
L’edificio complessivo
foto* L’ingresso e le uscite di sicurezza verso piazza Miani foto 1 - foto 2
L’insegna a bandiera foto 1 – foto 2
La caratteristica cupola foto
Medesimo spazio urbano nell’ottobre 2008 (lo stabile è stato abbattuto)
Il cantiere foto
Il cantiere verso il Naviglio Grande foto
Il cantiere verso piazza Miani foto
Medesimo spazio urbano nel giugno 2011 (il nuovo stabile ) (per gentile concessione di Willy Salveghi):
L’edificio residenziale verso il Naviglio Grande foto
L’edificio verso piazza Miani foto
Vista aerea dell’ex cinema nel 2005ca foto
Mappa di Milano (zona Naviglio Grande)
Posizione del cinema immagine
Si ringrazia Stefano Petrella per le informazioni fornite
*l’asterisco segnala foto e materiale di particolare interesse
scheda creata nel dic. 2011; ultimo aggiornamento ott. 2013
si invitano i numerosi giornalisti e lettori che utilizzano i testi del sito (spesso con semplici copia/incolla) a citare la fonte
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