Il cinema Manzoni - attualmente ubicato al numero civico n. 23 - viene costruito nel centro di Monza intorno alla metà degli anni cinquanta; il locale viene
inaugurato nel settembre 1955 con la proiezione del musical Sette spose per sette fratelli (Donen, 1954). Il progetto è opera dello studio monzese dell’ingegner Aldo Fumagalli coadiuvato dall’ingegner Bringhenti
mentre la costruzione viene portata a termine dall’impresa P. L. Casiraghi di Milano. La nuovissima sala è gestita dalle famiglie Cardin e Moro. La sala, di ampie dimensioni (circa 850 posti), possiede tutti i
requisiti di modernità della sua epoca: un vasto schermo, macchine che consentono la proiezione di pellicole in 70 mm, un palcoscenico teatrale che può essere attivato in caso di necessità per spettacoli di prosa o in occasione
di qualche concerto. Vi troverà spazio – in modo saltuario – perfino l’opera lirica. Per oltre tre decenni la sala risulta essere la più elegante e al tempo stesso la più popolare di Monza. In essa vengono ospitati film di
buona qualità, spesso addirittura film d’autore mentre è sporadica la presenza di pellicole secondarie e di basso profilo. Tra le molte pellicole di valore proiettate nella sala ricordiamo Moby Dick (Huston, 1956), Le
notti di Cabiria (Fellini, 1957), Nata di marzo (Pietrangeli, 1958), Il ponte sul fiume Kwai (Lean, 1958), La gatta sul tetto che scotta (Brooks, 1958) nel 1959, Lo specchio della vita (Sirk, 1959), Il
bell’Antonio (Bolognini, 1960), La ragazza con la valigia (Zurlini, 1960), Ester e il re (Walsh, 1960) nel 1961; Colpo grosso al casinò (Verneuil, 1963), La notte dell’iguana (Huston, 1964), I
complessi (D’Amico, Risi, Rossi, 1965), nel 1967 Il dottor Zivago (Lean, 1966), Il tigre (Risi, 1967) e La battaglia dei giganti (Annakin, 1965) nel 1968 Gangster Story (Penn, 1968), Via dalla pazza folla (Schlesinger, 1967) e Quella sporca dozzina (Aldrich, 1967),
nel 1969 Bullitt (Yates, 1968), Bora bora (Liberatore, 1969), Dove vai tutta nuda? (Festa Campanile, 1969), I lunghi giorni delle aquile (Hamilton, 1969) e Dove osano le aquile (Hutton, 1968),
nel 1970 La straordinaria fuga dal campo 7a (Winner, 1969), Il compromesso (Kazan, 1969), Distruggete Frankenstein! (Fisher, 1969), La forza invisibile (Haskyn, 1967),
Zabriskie Point (Antonioni, 1970), Un uomo da marciapiede (Schlesinger, 1969), La califfa (Bevilacqua, 1970), Patton generale d’acciaio (Schaffner, 1970), La morte bussa due volte (Reinl, 1968), La
fredda alba del commissario Joss (Lautner, 1968), Colpo di grazia (E. Davis, 1968), La moglie più bella (Damiani, 1970), Subterfuge (P. Scott, 1968), Il divorzio (Guerrieri, 1970), Colpo grosso al casinò (Verneuil, 1963; ried.), I guerrieri (Hutton, 1970), I tulipani di Haarlem (Brusati, 1970), L’impossibilità di essere normale (Rush, 1970), Il presidente del Borgorosso Football Club (D’Amico, 1970)
nel 1971 Mash (Altman, 1970), Giù la testa (Leone, 1971), Al soldo di tutte le bandiere (Collinson, 1970), L’uomo della porta accanto (Greene, 1970), Voyou la canaglia (Leolouch, 1970), La califfa (Bevilacqua, 1971), Anonimo veneziano (Salerno, 1970), L’ultimo omicidio (Nelson, 1965; ried.), Agente 007 Licenza di uccidere (Young, 1962; ried.), La coda dello scorpione (S. Martino, 1971), Io sono Valdez (Sherin, 1971), La 24 ore di le Mans (Katzin, 1971), Carter (Hodges, 1971), Lo
strano vizio della signora Wardh (Martino, 1971) nel 1972 La classe operaia va in paradiso (Petri, 1971), Corvo rosso non avrai il mio scalpo (Pollack, 1972), 1975: occhi bianchi sul pianeta terra (Sagal, 1971), Gli scassinatori (Verneuil, 1971), Incontro (Schivazappa, 1971), Terrore cieco (Fleischer, 1971), Agente
007: una cascata di diamanti (Hamilton, 1971), Donne in amore (Russell, 1969), Dio perdona... io no (Colizzi, 1967), Don Camillo e i giovani d’oggi (Camerini, 1972), XY& Zi (Hutton, 1971), Senza famiglia (Gassman, 1972), La polizia ringrazia (Steno, 1972), Un mucchio di bastardi (Starrett, 1970), A
doppia faccia (Freda, 1969), Fango sudore e polvere da sparo (D. Richard, 1972), Il caso Carey (Edwards, 1972), Il dottor Zivago (Lean, 1965; ried.), Torino nera (Lizzani, 1972), Arma da taglio (Ritchie 1972), Corvo rosso non avrai il mio scalpo (Pollack, 1972), E
poi lo chiamarono il Magnifico (Barboni, 1972), Il sindacalista (Salce, 1972) nel 1973 Frenzy (Hichcock, 1972), La più bella serata della mia vita (Scola, 1972), Le monache di
Sant’Arcangelo (Paolella, 1973), L’avventura del Poseidon (Neame, 1972), Ultimo tango a Parigi (Bertolucci, 1972), La morte accarezza a mezzanotte (Ercoli, 1972), La battaglia dei giganti (Annakin, 1965), Il fascino discreto della borghesia (Bunuel, 1972),
Signore e signori (Germi, 1966; ried.), La caduta degli dei (Visconti, 1969; ried.), Bisturi la mafia bianca (Zampa, 1973), Un dollaro d’onore (Hawks, 1958; ried.) nel 1974
Il rompiballe (Molinaro, 1973), Peccato veniale (Samperi, 1974), Le farò da padre (Lattuada, 1974) e Papillon (Schaffner, 1973) nel 1975 Lenny (Fosse, 1974), Il colpo della metropolitana (Sargent, 1975), A
mezzanotte va la ronda del piacere (Fondato, 1975), Per favore non toccate le vecchiette (M. Brooks, 1967), Una romantica donna inglese (Losey, 1975), L’importante è amare (Zulawski, 1975), Rollerball (Jewison, 1975), Amici miei (Monicelli, 1975)
nel 1976 Marcia trionfale (Bellocchio, 1976), L’innocente (Visconti, 1976), Il comune senso del pudore (Sordi, 1976), L’anatra all’arancia (Salce, 1975), I quattro dell’Ave Maria (Colizzi, 1968; ried.) e L’eredità Ferramonti (Bolognini, 1976),
Un borghese piccolo picccolo (Monicelli, 1977) nel 1978 Halloween (Carpenter, 1978), Giulia (Zinnemann, 1977), 2001: odissea nello spazio (Kubrick, 1968; ried.) Alien (R. Scott, 1979), Inferno (Argento, 1980), Venerdì 13 (Cunningham, 1980), I predatori dell’arca perduta (Spielberg, 1981), Possession (Zulavski, 1982), Lola (Fassbinder, 1982), E. T. (Spielberg, 1982), Blade Runner (R.Scott, 1982), E la nave va (Fellini, 1983),
C’era una volta in America (Leone, 1984), Prima di mezzanotte (Brest, 1988) e L’ultima tentazione di Cristo (Scorsese, 1987) nel 1988. Poi i punti di forza divengono difetti. Nell’epoca delle
multisale, il Manzoni diviene un gigante inutile e costoso. Così nella seconda metà del 1989
la programmazione cinematografica termina e la sala viene trasformata in teatro e in sede di un’attività concertistica che diviene allora costante. Dal luglio 2003 passa da proprietà privata a proprietà comunale.
Cinema Manzoni nella seconda metà degli anni cinquanta Edificio in primo piano foto*
Dettaglio della cartolina foto*
Visione notturna foto
Immagine ripresa dall’incrocio con via Cavallotti foto 1- foto 2*
Dettaglio della cartolina foto
La sala nel 1955(per gentile concessione di Stefao Petrella)
La sala foto*
L’atrio e la sala d’attesa della galleria foto 1 - foto 2*
Panorama di Monza nel 1960 Il tetto del teatro in alto a sinistra; a destra il tetto del Ponti foto 1 – foto 2
Cinema Manzoni intorno al 1960 Immagine ripresa dall’incrocio con via Cavallotti foto*
Cinema Manzoni nella primavera 1961 In programmazione Ester e il re (Walsh, 1960) foto 1 - foto 2*
Cinema Manzoni intorno alla metà degli anni sessanta Immagine ripresa dall’incrocio con via Cavallotti foto 1 - foto 2*
Arturi B. Michelangeli suona al teatro Manzoni nel 1965 foto
Festa della Befana 1968 Regali ai figli dei dipendenti comunali foto
Cinema Manzoni intorno alla metà degli anni settanta Immagine ripresa dall’incrocio con via Cavallotti foto*
Dettaglio della cartolina foto
Panorama di Monza nel 1980 Un’altra immagine del tetto del Manzoni foto1 - foto 2
Teatro Manzoni nell’autunno 2007 Edificio in primo piano foto
Immagine ripresa dal lato opposto foto
Ingresso foto
Vista aerea del teatro nel 2010 foto
Il Cittadino – settembre 1955 Articolo relativo all’inaugurazione del cinema Manzoni testo
Mappa di Monza (centro)
Posizione del cinema immagine
* l’asterisco segnala foto e materiale di particolare interesse
scheda creata nell’ott. 2007; ultimo aggiornamento set. 2013
Si invitano i numerosi giornalisti e lettori che utilizzano i testi del sito (spesso con semplici copia/incolla) a citare la fonte
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