testo scritto in collaborazione con Willy Salveghi
Nel 1920 circa tra Via Torricelli e Via Conchetta, in un edificio che si affaccia su Corso San Gottardo, in zona Ticinese, è operativo il grande cineteatro Montagnetta (circa 2000 posti tra platea e galleria) facente parte di una schiera di modeste sale rionali che aprirono i battenti tra la fine degli anni dieci e il 1930 in periferia per fornire spettacoli cinematografici agli abitanti della zona. L'indirizzo, nel corso della sua lunga storia, talvolta indica via Torricelli, talvolta via Conchetta e anche corso San Gottardo, trovandosi il cinema all'intersezione dei tre indirizzi e avendo due ingressi sulle suddette vie. Il curioso nome della sala è più che altro un appellativo derivante da un modesto rialzo di terreno in quella che all'epoca, era campagna. Nei pressi della sala scorreva infatti una roggia, e si trovava un modesto caffè.
La gestione è affidata a Giordano Rota, figlio ed erede di Mauro, e punta ad attirare gli spettatori della zona con l'affissione di manifesti che indicano "serie grandiosi spettacoli eccezionalissimi",
"successo indescrivibile", "locale riscaldato a termosifone" e "disinfezione accurata" per sottolineare la pulizia del locale. Inoltre al giovedì vengono proposte proiezioni mattutine per i
bambini. I biglietti arrivano sino ai "terzi posti" e viene creato anche un abbonamento per 10 film. I film – prevalentemente italiani – giungono nel locale con grande ritardo rispetto alla data della prima uscita
italiana e le proiezioni sono seguite generalmente da una comica e da spettacoli di varietà a carattere famigliare, il tutto con l'accompagnamento di un'orchestrina. Spesso sui manifesti si cita espressamente il fatto che
si tratta di “prime visioni rionali”: ad esempio nel caso del film Teodora (1922), programmato nel febbraio 1924, si avvisa che il film è stato appena smontato dal centralissimo Teatro Dal Verme dove ha tenuto cartellone
per ben 40 serate. Nell'ultimo periodo della prima fase la gestione è affidata alla società Ferri-Berti. Tra le pellicole ospitate al Montagnetta ricordiamo: nel 1922 Amleto (E. Rodolfi, 1917); I morti ritornano (R. Scotti, 1920); L’uomo dalla lingua mozza (C. Zambonelli, 1921) e Il club degli stravaganti (G. Zambuto, 1921)
nel 1923 Oltre il dovere (F. Arias, 1917), Il piacere (A. Palermi, 1917); Bianco e nero (A. Masi, 1917); Passione tzigana (U. Paradisi, 1918); Le figlie del mare (L. Caramba, 1918);
Vendetta nel sole (G. Brignone, 1919), Spiritismo (C. De Riso, 1919), Il ventriloquo (G. Brignone, 1920); Un cuore nel mondo (A. Palermi, 1920); Papà Lebonnard (M. Bonnard, 1920); La bambola e il gigante (E. Geymonat, 1920); Francesca da Rimini (C. Dalbani, 1922), La piccola parrocchia (M. Almirante, 1923), Un frak e un apache (E. Ghione, 1923)
nel 1924 Marcantonio e Cleopatra (E. Guazzoni, 1913); La signora delle camelie (G. Serena, 1915); Nelly la gigolette (E. Ghione, 1915), Come le foglie (G. Righelli, 1917), Attila (F. Mari, 1918); In
lotta per un tesoro (t.o. The Best of Luck, R. Smallwood 1920); Li Ting Lang (t.o. idem; C. Swickard, 1920); Piero e Teresa (Caserini, 1920), L’isola del tesoro (t.o. Treasure Island, M. Tourneur 1920); Il
mulino (C. De Riso, 1920); L’altro pericolo (B. Negroni, 1920); I contrabbandieri del Canada (t.o. The Challenge of the Law, R. Dunlap 1920); Buffalo e la corolla di sangue (E. Santos, 1921); Cuore d’acciaio (t.o. Steelheart, W. Duncan, 1921); Lo sceicco (t.o. The Sheik,
G. Melford, 1921; con Rodolfo Valentino); I figli di nessuno (U. Del Colle, 1921); Cow-boy alla D’Artagnan (t.o. Fightin’ Mad, J. Franz, 1921); Cherchez la femme (t.o. Herzogin Satanella; M. Curtiz, 1921); Teodora (L. Carlucci, 1922), L’incognita (G. Righelli, 1922); La donna e l’uomo (A. Palermi, 1923), Il pescatore di perle (M. Guaita, 1923) e Una pagina d’amore (t. Ruggeri, 1923).
nel 1925 Il quadrante d’oro (E. Ghione, 1922); nel 1926 Il cavaliere dell’Atlante (t.o. Les hommes noveaux, Donatien, 1922), Scaramouche (R. Ingram, 1923), Donna di tutti (t.o. Jedermann Frau, A. Korda, 1924); La leggenda di Sahib (t.o. Dreiklang der Nacht, K. Gerhardt, 1924; con Carlo Aldini), Il sogno di un valzer (t.o. Ein
Walzertraum, L. Berger 1925) nel 1927 S.O.S. (t.o. S.O.S. Die Insel der Tranen, L. Mendes, 1923) nel 1928 Il ballerino di mia moglie (t.o. Tänzer meiner Frau
, A. Korda, 1925); Napule e niente cchiù (E. Perego 1928) nel 1929 Artiglio nell’ombra (t.o. Romance of the Underworld, I. Cummings 1928), Ramona (E. Carewe, 1928), Avventura d’alto bordo (t.o. Captain Lash, J. Blystone 1929);
nel 1930 Donne di Parigi (t.o. Rue de la paix, H. Diamant-Berger, 1927) nel 1931 Il corsaro (C. Gallone, 1923)
Nel 1932 il cinema Montagnetta cambia nome e diventa il cinema San Gottardo, dal corso omonimo. Il
cinema fa parte di quel gruppo di sale rionali - Aquila d’Oro di via Canonica, Colombo di corso Colombo, Garibaldi e Fossati di corso Garibaldi, Loreto di piazzale Loreto, Massimo di via R. Sanzio, Modena di via San Gregorio,
Triestino di corso Buenos Aires - che affrontano in quegli anni un’adeguata ristrutturazione (passaggio al sonoro) per far fronte alle mutate condizioni dell’offerta cinematografica. Nell’aprile 1933 avviene un cambio di
gestione del locale e se ne dà notizia nel quartiere con apposito manifesto tiupografico (vedi). Per la serata inaugurale del “nuovo corso” (21 aprile 1933) si proietta La casetta sulla spiaggia (H. King, 1931). Con
la nuova gestione della società Cinetea-Negri & C. la sala viene ristrutturata e ammodernata, i posti a sedere vengono ridotti a 1700 e vengono offerti, a partire dall’autunno 1934, due film al giorno mentre i prezzi –
spesso addiritura inferiori a 1 lira - sono tra i più bassi di Milano. La gestione enfatizza l’offerta in alcuni manifesti in cui si scrive: “unico nella zona con tali prezzi e due film parlati” e si stampano, a caratteri
cubitali subito sotto l’intestazione (posizione del tutto anomala), le modeste cifre di cent. 0,40 e cent. 0,60 (si tenga conto che spedire una lettera ordinaria costava negli anni trenta 50 centesimi). Appare interessante
la puntualizzazine presente in un manifesto del giugno 1934 in cui si avvisa il pubblico che il film Sherlock Holmes (1932) è “parlato al 100 x 100”. Evidentemente anche dopo il passaggio al sonoro continuavano ad essere
proiettati una gran quantità di film muti, soprattutto nelle sale rionali (o di terza visione come si sarebbero chiamate in seguito). Certamente il noleggio di tali pellicole aveva un costo minore rispetto a quello dei più
recenti film sonori; pertanto la direzione del San Gottardo ci tiene a precisare che il suddetto film è completamente parlato. L’avvertimento inoltre chiarisce che non si tratta neppure di un film muto parzialmente sonorizzato.
A tal proposito va anche ricordato che circolavano in quel periodo numerosi film degli anni venti che erano stati solo in parte sonorizzati per potere essere meglio venduti; si trattava, in ogni caso, di accorgimenti che non
riuscivano a mascherare il carattere sostanzialmente muto delle pellicole in questione. La pubblicità del locale avviene sempre con l'affissione di manifesti tipografici, talvolta indicanti come nome Cinema Corso San
Gottardo per identificarne meglio l'ubicazione. Il Cineteatro San Gottardo offre una serrata attività, la programmazione cambia quasi ogni sera, inoltre viene offerto un servizio buffet e, nel periodo estivo, le proiezioni
vengono indicate come "all'aperto" perché probabilmente la sala era dotata di un tetto apribile. Nell'inverno del 1933 la sala viene dotata di un nuovo impianto di riscaldamento.
Tra le pellicole ospitate al S. Gottardo ricordiamo: nel 1932 Bimbo delle Fiandre (t.o. A Boy of Flanders, V. Schertzinger 24), Il leone dei Mongoli (t.o. Le lion des Mogols, J. Epstein 1924), La capanna dello zio Tom (t.o. Uncle Tom’s Cabin, H. Pollard 1927), La frenesia dell’avventura (H. Schwartz, 1930), L’afferratore (t.o. Der Greifer, R. Eichberg, 1930), Rubacuori (G. Brignone, 1931), La stella della taverna nera (t.o. Bad Company,
T. Garnett 1931); La lanterna del diavolo (C. Campogalliani, 1931); La cantante dell’opera (N. Malasomma, 1932) nel 1933 Donna perduta (t.o. The Way of Lost Souls, P. Czinner 1929), Alle
soglie dell’impero (t.o. Das Flötenkonzert von Sans-souci, G. Ucicky 1930), Gli uomini della notte (t.o. Outside the Law, T. Browning 1930), Istruttoria (t.o. Voruntersuchung, R. Siodmak 1931), La
casetta sulla spiaggia (H. King, 1931), La piccola emigrante (t.o. Delicious, D. Butler, 1931), L’orda conquistatrice (E. Sloman, 1931); Gli uomini che mascalzoni! (Camerini, 1932); I navigatori degli abissi (W.
Summers, 1932) nel 1934 La bella preda (t.o. The Warning, G. Seitz 1927), Donna in fiamme (t.o. Weib im flammen, M. Reichmann 1928), Il peccato di Madelon Claude (E. Selwyn 1931); Papà Gambalunga (A. Santell, 1931), Eroi... della riserva (t.o. Reserve hat Ruh, M. Obal 1931), Rinascita (t.o. The
Man Who Came Back, R. Walsh 31), La segretaria privata (G. Alessandrini, 1931), Scacco matto (t.o. Schachmatt, G. Sagaroff 1931), Mani colpevoli (W. van Dyke, 1931); Sangue ribelle (J.
Dillon, 1932); La rosa del Texas (t.o. The Gay Caballero, A. Werker 1932) nel 1935 Lui e l’altro (t.o. Twice Two, J. Parrott 1933; con Stanlio e Ollio; cortometraggio); T’amerò sempre (Camerini, 1933)
Intorno al 1937 la sala chiude ancora una volta per lavori, e, ristrutturata su progetto di Alessandro Rimini, prende il nome di
Massimo, con cui verrà ricordata nei decenni successivi. Il locale riapre il 20 ottobre 1938: nella giornata inaugurale viene proiettato Hanno rapito un uomo (Righelli, 1938) oltre all’mmancabile cinegiornale su Mussolini (e precisamente Il Duce a Trieste).
L’architetto Rimini a Milano aveva già realizzato i grandiosi cinema Impero, Colosseo e Astra, e il Massimo doveva addirittura costituire il punto di partenza del rinnovamento edilizio del rione popolare tra le vie Torricelli e
Conchetta, all’innesto con il corso San Gottardo, situato al piede di un nuovo edificio d’angolo, con struttura interamente in cemento armato e con una capienza di oltre 1800 posti tra platea e galleria. Il locale è accogliente
e ben undici maschere prestano servizio nel cinema accompagnando gli spettatori. La pubblicità avviene su manifesti tipografici nel quartiere che si premurano di indicare "temperatura gradi 20" nel periodo estivo o
"locale riscaldato" nel periodo invernale. Solo dal 1939 questo cinematografo compare sulle colonne dei quotidiani (in particolare del Corriere della Sera). Il locale riprende il nome e probabilmente anche la
gestione del cinema Massimo di via Raffaello Sanzio (attivo tra il 1915 e il 1935) il quale ha in seguito mutato nome in Magenta (vedi scheda). Gli spettatori provengono per lo più dallo stesso quartiere Ticinese e restano
affezionati al cinema Massimo per decenni. Il rinnovo del locale suscita clamore, come riporta il Corriere della Sera del 26 agosto: "Fra pochi giorni, entro il prossimo mese di settembre, il rione di Porta Ticinese sarà
dotato di un decoroso, modernissimo ed ampio cinematografo idoneo a rispondere a tutte le esigenze anche future del popolare rione che, come gli altri quartieri di Milano, sta trasformandosi". Durante la seconda guerra
mondiale il cinema Massimo rimane danneggiato dai bombardamenti: la sala chiude nella primavera 1945 ma riapre già nell’autunno dello stesso anno. Negli anni dell’immediato dopoguerra il locale propone un film sempre
abbinato a un fuori programma o a un cartone animato. La nuova, monumentale sala, fa decisamente un salto di qualità e, a partire dalla metà degli anni sessanta, rimane stabilmente nelle seconde visioni, proponendo, di tanto in
tanto, qualche film minore in prima visione, come nel caso di Uno di più all’inferno (Fago) nel 1968 o La ragazzina perversa (Friedland, 1975) nel 1975. Nella prima metà del 1970 il Massimo ospita
regolarmente due
spettacoli di varietà al giorno nel fine settimana (ore 17.15 e 21.15) seguiti da un film, talvolta pubblicizzati sui quotidiani con "balletto spogliatissimo". Il resto della settimana viene proposto solamente il film. Da segnalare, il 31 dicembre 1975, la doppia programmazione con film più rivista arricchita dalla proiezione di mezzanotte del film La prima volta sull'erba (Calderone, 1975).
Dopo una pausa, la sala torna a ospitare regolarmente film e rivista nel 1976 entrando nella ristretta cerchia dei "cine-varietà" con Hermes e Smeraldo. Il cinema opera con proiettori Prevost. Dalla prima metà
degli anni settanta il Massimo funziona con successo anche come teatro e come sede di concerti (si esibiscono, tra gli altri, Gato Barbieri, Jack Bruce e Stomu Yamashta), registrando diversi "tutto esaurito". La
gestione e programmazione degli ultimi anni è curata da Luigi De Pedys. Tra le pellicole meritevoli di segnalazione ricordiamo: La principessa della Czarda (Jacoby, 1934 con Martha Eggerth) e L'ultimo scugnizzo (Righelli, 1938) nel 1939 (prezzo "dopolavoro" lire 1,60), Tarzan alla riscossa (regista sconosciuto, 1934) e Primavera siciliana (Francisci,
1936) in doppia programmazione nel giugno 1939, Un cronista in gamba (Mac Donald, 1938) nel 1941, Il sogno di carnevale (Ritter, 1940), Ore 9: lezione di chimica (Mattoli, 1941) e L’amante segreta (Gallone, 1941 con Alida Valli) nel 1942, La grande ombra (Verhoeven, 1942) nel 1943, Non mi muovo! (Simonelli, 1943) e I nostri sogni (Cottafavi, 1943) nel 1944, I bambini ci guardano (De Sica, 1943), Il grande valzer (Duvivier, 1938) e Il diavolo va in collegio (Boyer, 1944) nel 1945, Le
quattro piume (Korda, 1939) e Sangue e arena (Mamoulian, 1941, con Tyrone Power) nel 1947, Il prigioniero (Hathaway, 1940, sempre con Tyrone Power) nel 1948, Cielo giallo (Wellmann, 1948) nel 1949, Biancaneve e i sette nani (Hand, 1937) e
Eva contro Eva (Mankiewicz, 1950) nel 1951, I fuorilegge (A. Vergano, 1951), Viva Zapata! (Kazan, 1952) nel 1952, La vedova allegra (Bernhardt, 1952) nel 1953, La magnifica preda (Preminger, 1954), Pane amore e fantasia (Comencini, 1953) e Tempeste sotto i mari (Webb, 1953) nel 1954 (il biglietto d'ingresso costava 180 e 200 lire), Vera Cruz (Aldrich, 1954 con Gary Cooper e Burt Lancaster) e Pane amore e gelosia (Comencini, 1954) nel 1955, L’intrusa (Matarazzo, 1955), Don Camillo e l’onorevole Peppone (Gallone, 1955), Notte senza fine (Walsh, 1947
), I diabolici (Clouzot, 1955) e Quando la moglie è in vacanza (Wilder, 1955) nel 1956, Guendalina (Lattuada, 1957), La donna che visse due volte (Hitchcock, 1958) nel 1959, Salomone e la regina di Saba (Vidor, 1959) e Le sorprese dell’amore (Comencini, 1959) nel 1960,
La lunga notte del ’43 (Vancini, 1960), Johnny Guitar (N. Ray, 1954) e Il vigile (Zampa, 1960) nel 1961, Tom e Jerry nemici per la pelle (registi vari, 1961) nel 1963, Agente 007 licenza di uccidere (Young, 1962) nel 1964 e nel 1971, La caccia (Penn, 1966), Che
notte, ragazzi! (Capitani, 1966) e Beau Geste (Heyes, 1966), La ragazza con la pistola (Monicelli, 1968) e Duello nel Pacifico (Boorman, 1968) nel 1969, Gli intoccabili (Montaldo, 1969), Metti una sera a cena (P. Griffi, 1969)
nel 1970: La caduta degli dei (Visconti, 1969), Oggi a me... domani a te! (Cervi, 1968) I girasoli (De Sica, 1970), Metello (Bolognini, 1970), Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto
(Petri, 1970) e L’ombrellone (D.Risi, 1965) nel 1971: Venga a prendere il caffè da noi (Lattuada, 1970) Una lucertola con la pelle di donna (Fulci, 1971), Confessione di un commissario di polizia a un procuratore della repubblica (Damiani,
1971), Il braccio violento della legge (Friedkin, 1971) nel 1972: Ispettore Callaghan, il caso Scorpio è tuo (Siegel, 1971), Quiller memorandum (Anderson, 1966), Sole rosso (T. Young, 1971), Conoscenza carnale (Nichols, 1971), Senza
famiglia, nullatenenti cercano affetto (Gassman, 1972), Unico indizio: una sciarpa gialla (R. Clement, 1971), Fratello sole, sorella luna (Zeffirelli, 1972) e Agente 007 Thunderball (Young, 1965) Il grande dittatore (Chaplin, 1940) e L’ultimo buscadero (Peckinpah, 1972) nel 1973, Troppo
rischio per un uomo solo (Ercoli, 1973) nel 1974, Questa specie d’amore (Bevilacqua, 1972) e Lo squalo (Spielberg, 1975) nel 1976, Sessomatto (D.Risi, 1973) e Heidi (Jacobs, 1975) nel 1978.
In generale la programmazione del Massimo si basa su film di largo successo popolare, italiani e americani, spaziando con una certa coerenza tra le commedie brillanti del nostro cinema, i western all’italiana e le pellicole
avventurose d’oltreoceano. Il cinema d’autore è sostanzialmente assente: film di Visconti o di Petri approdano al Massimo solo se si tratta di pellicole di largo successo. La difficoltà di mantenere le spese di gestione per
una sala così grande che non riesce ad avere film di grosso richiamo, portano il Massimo alla chiusura nel 1979 senza nemmeno passare dalla solita scappatoia della programmazione a luci rosse. In seguito il locale
viene affittato dalla proprietà (Immobiliare San Gottardo) al gruppo Bargawam che lo utilizza per alcuni anni come studio di registrazione di programmi televisivi. Gli anni successivi sono all’insegna dell’abbandono fino alla
decisione di trasformarlo, dopo opportuni lavori di ristrutturazione a cura dello Studio Marzorati, nell'Auditorium di Milano, uno spazio polifunzionale di 1400 posti tra platea e galleria a gradinate, sede dell'Orchestra
Sinfonica e del Coro di Milano Giuseppe Verdi. L'inaugurazione avviene il 6 ottobre del 1999 alla presenza del sindaco Albertini, che, successivamente, ribattezza lo spazio antistante l'edificio con il nome di largo Gustav
Mahler. La nuova entrata principale non è più in Via Torricelli, bensì dal nuovo slargo sul corso San Gottardo, un tempo ospitante un negozio di scarpe (vedi foto). Sulle due vie laterali restano due ingressi secondari oltre
alle uscite di sicurezza. Nell'insieme, lo stabile ristrutturato mantiene le caratteristiche originarie; inoltre, all'interno dell'Auditorium, trovano posto un bar-ristorante e alcune aree di servizio per la vendita di libri e
dischi, spazi per promozione e strutture adeguate per l'accesso ai disabili. In questa nuova veste l’Auditorium ospita anche grandi nomi del jazz (B.B.King, tra gli altri, nel luglio 2004) e performance di musica da camera
la domenica; talvolta l'Auditorium propone proiezioni cinematografiche: da segnalare la prima edizione del Gran Festival del Cinema Muto nel novembre del 2010, che coinvolge l'Auditorium con l'Anteo ed altri spazi di Milano e
provincia. Per l’occasione, nella serata inaugurale viene proiettato come omaggio a Charlie Chaplin Il Circo (Chaplin, 1928) nella versione originale restaurata dalla Cineteca del Comune di Bologna accompagnata dal vivo dall’Orchestra Nuova Sinfonica Italiana diretta da Alessandro Calcagnile su partitura originale composta da Chaplin stesso.
Manifesti del cinema Montagnetta: (fonte: Cineteca Italiana – www.lombardiabeniculturali.it) 1922 Il club degli stravaganti – set immagine Amleto – dic. immagine I morti ritornano; L’uomo dalla lingua mozza – dic. immagine 1923 Passione tzigana; Vendetta nel sole – mag immagine
Il ventriloquo – giu immagine Le figlie del mare; Bianco e nero; Il piacere; Cuore nel mondo – lug immagine Spiritismo - giu immagine Oltre il dovere – ott immagine Francesca da Rimini – ott immagine La bambola e il gigante – nov immagine Papà Lebonnard; La piccola parrocchia - dic immagine Un frak e un apache - dic immagine 1924 Attila – gen immagine Il mulino; L’altro pericolo– gen immagine Buffalo e la corolla di sangue – gen immagine Piero e Teresa – feb immagine La signora delle camelie – feb immagine Teodora – feb immagine La figlia del vento; L’incognita – mar immagine Marcantonio e Cleopatra – mar immagine L’italiano è fatto così; L’isola del tesoro – mar immagine Nelly la gigolette – mar immagine La donna e l’uomo; Dramma sul Nilo – apr immagine Una pagina d’amore – apr immagine I figli di nessuno – apr immagine Cherchez la femme; Cuore d’acciaio – giu immagine Come le foglie – nov immagine In lotta per un tesoro – nov immagine L’isola del tesoro; Cow-boy alla D’Artagnan – nov immagine Lo sceicco – dic immagine I contrabbandieri del Canada – dic immagine Li Ting Lang – dic immagine Il pescatore di perle – dic immagine 1925 Il quadrante d’oro – apr immagine 1926 Donna di tutti – nov immagine La donna, il treno e l’amore – dic immagine Il sogno di un valzer – dic immagine La leggenda di Sahib – dic immagine Scaramouche– dic immagine Il cavaliere dell’Atlante – dic immagine 1927 S.O.S. – gen immagine 1928 Il ballerino di mia moglie – set immagine Napule e niente cchiù – nov immagine 1929 Ramona – mag immagine Avventura d’alto bordo; Artiglio nell’ombra – nov immagine 1930 Sceriffo senza paura; Donne di Parigi – mag immagine
1931 Occhio per occhio; Il corsaro – gen immagine
Manifesti del cinema S. Gottardo: (fonte: Cineteca Italiana – www.lombardiabeniculturali.it) 1932 Rubacuori,
Bimbo delle Fiandre, Il leone dei Mongoli – apr. immagine La cantante dell’opera; L’afferratore; La frenesia dell’avventura – dic. immagine La lanterna del diavolo: La stella della taverna nera; La capanna dello zio Tom – dic. immagine 1933 Gli uomini che mascalzoni!; Istruttoria; I navigatori degli abissi– gen immagine L’ultimo Lord; Gli uomini della notte; Alle soglie dell’impero – feb immagine Avviso cambio gestione – apr. immagine La casetta sulla spiaggia – apr. immagine La piccola emigrante; L’orda conquistatrice - lug immagine Donna perduta - ott immagine 1934 Papà Gambalunga,
La bella preda; Donna in fiamme – feb immagine Il fallo di Madelon Claudet; Mani colpevoli; Sangue ribelle – apr. immagine Rinascita; La rosa del Texas; Sherlock Holmes – giu immagine La segretaria privata; La piccola emigrante - nov immagine
Eroi... della riserva; Scacco matto– dic immagine 1935
Lui e... l’altro; T’amerò sempre – ott immagine
Cinema Massimo - la sala negli anni cinquanta (per gentile concessione di Marco Ferrari) foto*
Lo stabile del Cinema Massimo visto da Corso San Gottardo nei primi anni ottanta da notare il negozio sul futuro Largo Mahler che diverrà
l'ingresso principale nel 1999 - (per gentile concess. di Willy Salveghi) foto
Il Cinema Massimo chiuso nell'agosto 1994 - ingresso su Via Torricelli - (per gentile concess. di Willy Salveghi) foto
Il cinema Massimo chiuso nella primavera del 1998 Da "Auditorium di Milano, una casa per la musica" a cura di Salvatore Zingale, Ed. Moretti & Vitali
(su gentile segnalazione di Willy Salveghi): La facciata su Via Torricelli foto
La sala in fase di smantellamento
foto 1 - foto 2 Il soffitto con la struttura in cemento armato a vista
dopo la rimozione del controsoffitto foto
La cabina di proiezione foto
Muro con scritte nelle vecchie quinte del teatro foto
Il nuovo Auditorium nell'ottobre 1999 Da "Auditorium di Milano, una casa per la musica" a cura di Salvatore Zingale, Ed. Moretti & Vitali (su gentile segnalazione di Willy Salveghi):
Edificio complessivo pochi giorni prima dell'inaugurazione foto Intarsio originale del pavimento di marmo all'entrata (tutt'ora mantenuto) foto
Atrio dell'ingresso storico dopo la ristrutturazione foto 1 - foto 2
Il foyer al piano inferiore foto
La sala durante una prova d'orchestra foto
La sala con pubblico durante le prove generali prima dell'inaugurazione foto
Vista prospettica della sala foto
Modello per il progetto della facciata del nuovo auditorium su via Torricelli foto
Modello per il progetto della sezione trasversale foto
Piante di livello: galleria bassa foto interrato foto
Il nuovo Auditorium nell'ottobre 1999
Dal sito www.laverdi.org (su gentile segnalazione di Willy Salveghi):
L'ingresso foto
Il bancone foto
La biglietteria foto
La platea foto
Il nuovo ingresso dal sito www.visitamilano.it-(su gentile segnalazione di Willy Salveghi): foto
L'Auditorium nell'ottobre 2008: La facciata foto 1 - foto 2
Il lato su Via Conchetta foto 1 - foto 2
Il lato su Via Torricelli foto 1 - foto 2
L'Auditorium nel 2010 dalla pagina Facebook dell' Auditorium di Milano - (su gentile segnalazione di Willy Salveghi): La sala foto 1 - foto 2 - foto 3
L'Auditorium nel maggio 2011(per gentile concess. di Willy Salveghi):
Il nuovo ingresso su Largo Mahler foto
Visione frontale dell'edificio su Via Torricelli foto
Dettaglio della decorazione foto
L'edificio verso Via Ascanio Sforza foto
Vista aerea dell’ex cinema nel 2010
foto
Articoli da giornali (per gentile concessione di Willy Salveghi) : “Omaggio a Charlie Chaplin, dittatore del cinema muto” di M. Acerbi - Il Giornale 17 nov. 2010 immagine
"Tutto Bach sul grande schermo" - Metro, 13 mag. 2011 immagine
Annunci pubblicitari del cinema Massimo su quotidiani Il prigioniero - tamb. 4 gen. 1948 immagine La muraglia delle tenebre - tamb. 31 mar. 1949 immagine La rosa nera - tamb. 23 nov. 1950 immagine Biancaneve e i 7 nani - La volpe – tamb. 23 mar. 1951 immagine Fuorilegge - 21 ott. 1951 immagine Lo spaccone vagabondo - tamb. 12 sett. 1951 immagine I diabolici - tamb. 31 dic. 1956 immagine Un solo grande amore - tamb. 24 dic. 1957 immagine Mogli pericolose - tamb. 31 gen. 1959 immagine La banda Casaroli - tamb. 23 nov. 1962 immagine Le colt cantarono la morte e fu... tempo di massacro - tamb. 21 ott. 1966
(per gentile concessione di Willy Salveghi) immagine Beau Geste - tamb. 30 ott. 1966 (per gentile concessione di Willy Salveghi) immagine La caccia - 3 nov. 1966 immagine Quarta parete - tamb. 20 nov. 1969 immagine Troppo rischio per un uomo solo - tamb. 1974
(per gentile concessione di Willy Salveghi) immagine L'ultimo treno della notte + spettacolo di varietà - tamb. 28 dic. 1975 immagine La prima volta sull'erba + spettacolo di rivista - tamb. 31 dic. 1975 immagine La fabbrica delle mogli - 1976 (per gentile concessione di Marco Ferrari) immagine
Volantino pubblicitario Gran Festival del Cinema Muto (nov. 2010) (per gentile concessione di Willy Salveghi) immagine
Mappa di Milano (Ticinese) Posizione del cinema
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* l’asterisco segnala foto o materiale di particolare interesse
si ringrazia Stefano Petrella per le informazioni fornite
si invitano i numerosi giornalisti e lettori che utilizzano i testi del sito (spesso con semplici copia/incolla) a citare la fonte
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