testo scritto in collaborazione con Marco Ferrari e Willy Salveghi
Il teatro di Santa Radegonda, situato nelle vicinanze dell’abside del Duomo, si era insediato
sul sito di un antico, omonimo convento benedettino con annessa la chiesa di Santa Radegonda, fondato nel IX secolo. Nel 1784, con l'ordine di soppressione dei monasteri dell’imperatore Giuseppe II (il “protettore” di Mozart), le monache sono costrette ad abbandonare il convento che viene svuotato mentre la chiesa viene sconsacrata. Negli stessi anni viene aperta da Giuseppe Piermarini via Santa Radegonda al fine di agevolare il tragitto della carrozza arciducale da Palazzo Reale alla Scala.
Dopo varie traversie, in quel luogo era stato inaugurato un modesto teatro in legno. Correva l’anno 1803 (lo stesso che vedeva la nascita del Carcano; vedi scheda). Già due anni dopo, tuttavia, accanto a spettacoli di
marionette e a commedie dialettali ecco comparire, immancabile, il melodramma. Nel 1806 la sala ospita addirittura un classico quale Nina pazza per amore (Paisiello, 1789). Nei decenni successivi anche le opere di Rossini saranno di casa tra queste mura, a un passo dal Teatro alla Scala e dalla Cannobiana. Con alti e bassi il teatro continua a essere attivo durante l’Ottocento, viene ristrutturato nel 1851 e conosce una vera e propria rinascita quando passa nelle mani di Edoardo Sonzogno nel 1875 che vi introduce l’illuminazione a gas e vi porta le opere liriche più note. L’esperimento termina però già nel 1881 e la sala torna ad essere abbastanza anonima.
Nei primi anni ottanta il teatro viene dismesso e l’edificio abbattuto per edificare, tra il 1882 e il 1883, la centrale termoelettrica Santa Radegonda della società Edison, la prima d'Italia e d'Europa, la seconda nel
mondo dopo New York, sita nella piccola area compresa fra le vie Santa Radegonda e Agnello. La costruzione è testimoniata oggi da una targa commemorativa realizzata in occasione del centenario. Dotata di un'altissima ciminiera
(52 m) e di profili in cotto lombardo, l'edificio accoglieva al primo piano le caldaie a carbone e al piano terra le macchine alternative a vapore e le dinamo. La potenza elettrica delle quattro dinamo installate, modesta oggi
ma notevole all'epoca, era di circa 350 kw complessivi e bastava per accendere 4800 lampade ad incandescenza. L’energia elettrica prodotta era in corrente continua e veniva distribuita tramite conduttori interrati in una
piccola area compresa fra piazza del Duomo, piazza della Scala e la Galleria Vittorio Emanuele II. Da quel momento non si utilizzeranno più lampade a gas ma l'elettricità. Da ricordare, l'inaugurazione della stagione lirica
1883 della Scala, con La Gioconda di Amilcare Ponchielli, fra lo stupore e la meraviglia del pubblico presente, in un teatro illuminato da 2880 lampade ad incandescenza. E’ la prima significativa realizzazione di
illuminazione pubblica in Italia, coronata da grande successo. La centrale elettrica ha però vita breve in quanto nel primo Novecento si guarda già all’uso della corrente alternata; così l’impianto viene chiuso, essendo
obsoleto: la trasmissione della corrente non riusciva infatti ad andare al di fuori del centro cittadino.
Lo stabile viene abbattuto nel 1926, quando si decide di abbattere l’intero isolato presente tra via Agnello e via S. Radegonda. Sostanzialmente nel medesimo posto del teatro Radegonda, in prossimità del’imbocco di corso
Vittorio Emanuele, di fianco al palazzo che ospita la pasticceria-confetteria Baj, compare nei primissimi anni del Novecento un cinema-teatro dal nome provvisorio di Padiglione Cinematografico, ben presto cambiato
in Santa Radegonda che alterna spettacoli teatrali a proiezioni cinematografiche con accompagnamento dal vivo dell’orchestra. Più precisamente l’orchestra suona durante le proiezioni serali e festive mentre al pomeriggio
ci si accontenta di un buon pianista. Il film in programmazione viene cambiato ogni martedì e ogni sabato. L’edifico può vantare, fin dal 1909, una facciata illuminata da numerose lampadine.Sarà proprio il Santa Radegonda il
primo cineteatro funzionante ad energia termoelettrica, inoltre il primo dotato di un servizio di “bar automatico”, con annessa una pista di pattinaggio. La gestione del cinema Santa Radegonda è dapprima della Pathé –
Freres; poi, dal 1922, passa alla Leoni films che gestisce anche il vicino Palace. Da quell’anno le due sale utilizzano manifesti tipografici pressoché identici. Saltuariamente la sala ospita, al posto del consueto film,
documentari incentrati su grandi eventi, occasione rara (all’epoca) per vedere personaggi e luoghi di notevole rilevanza politica, sociale o religiosa. E’ il caso del documentario che mostra Benedetto XV e la cerimonia di
santificazione di Giovanna d’Arco nel 1920. Tra le pellicole ospitate dal Santa Radegonda, ricordiamo: nel 1919 Le mogli e le arance (L.Serventi, 1917) e Spiritismo (C. De Riso, 1919) nel 1920
Il marchio del passato (t.o. Mary Regan, L. Weber, 1919); Il figli di Sansonia (F. Costamagna, 1920; con Luciano Albertini); L’innamorata (G. Righelli, 1920) nel 1922 La figlia del mare (t.o. The Daughter of the Sea, C. Seay, 1915), I predoni del treno (t.o. Wolves
of the Rail, W. Hart, 1918), Il cavaliere dell’Arizona (t.o. Arizona di e con Douglas Fairbanks, 1918), I due mariti di Ruth (t.o. Die beiden Gatten der Frau Ruth, R. Biebrach, 1919), Cuore di vent’anni (t.o. Oh my Boy, A. Capellani, 1919 con June Caprice), Il fango e le stelle (P. Mazzolotti, 1921), Signorina in lotteria (P. Trinchera, 1921), Saracinesca (G. Ravel 1921, con Elena Sangro), Tempeste (t.o. Tempetes, R. Boudrioz, 1922), Theodora (Carlucci, 1922)
nel 1923 L’ebreo polacco (t.o. The Bells, E. Warde, 1918), L’artiglio (t.o. Menshen im Feuer, C. Muller-Hage, 1919), I quattro moschettieri (F. Costamagna, 1919); Il carnefice di S. Maria (t.o. Der
Henker von Sankt Marien, F. Freisler, 1920), Negli abissi del mare (t.o. Below the Surface, I. Willat, 1920), L’abito fa il monaco (t.o. A Tailor-Made Man, J. De Grasse, 1922), Il ritorno di Cayenna (t.o. Man to Man, S. Paton, 1922), Dolor di bimbo (t.o. Trouble;
A. Austin, 1922 con Jackie Coogan), Santarellina (E. Perego, 1923, con Leda Gys), L’uomo dal mantello verde (U. M. Del Colle, 1923), Saetta contro la ghigliottina (Vardannes, 1923) nel 1924 Il mozzo dell’Albatros (t.o. Moran of the Lady Letty, G. Melford, 1922, con Rodolfo Valentino), L’assassinio del corriere di Lione (t.o. L’affaire du courier de Lyon, L. Poirier, 1923), Il
re del circo (t.o. Der Zirkuskönig, 1924, di e con Max Linder). Il Santa Radegonda chiude e lo stabile viene demolito nel 1926.
Nella seconda metà degli anni venti, grazie alla famiglia Pittaluga, che si occupa anche di produzione cinematografica, viene edificato
un nuovo, imponente edificio residenziale a il cui piano sotterraneo e piano terreno vengono destinati rispettivamente dal teatro e dal vasto ed elegante cinema Odeon. Il nome comune a numerose sale nel mondo,
derivante da un termine greco che significa “cantare” (letteralmente "costruzione destinata alle gare musicali") e dal quale derivano anche le parole ode e aedo. Il nuovo edificio, oltre al cinema che si sviluppa
in altezza per tre piani, comprende un teatro sotterraneo (teatro Odeon) da 900 posti, un salone ristorante e uno da ballo; inoltre sono presenti locali ad uso abitativo, uffici e magazzino, a partire dal quarto al sesto piano.
Il cinema Odeon viene costruito nel 1927-1929 su progetto di Laveni e Avati in quella che era la sede del Santa Radegonda. Lo stile del cinema è ispirato ad un certo monumentalismo: l’ingresso su via Santa Radegonda (al
civico 8) è contrassegnato da un monumentale portico con colonne giganti e colonnine, fregi, timpani e cornici, balaustre, nicchie con statue. L'ingresso nel portico è formato da sette portoni arcuati in legno e vetro e un
soffitto in legno a cassettoni intagliati. Sopra il primo arco del portico, a sinistra si trova una nicchia con una statua in marmo simboleggiante il Cinema, rappresentato da una donna nuda che tiene accanto a sè una
rudimentale cinepresa (sostanzialmente una scatola su un cavalletto), mentre a destra, in un'altra nicchia, viene rappresentato il Teatro come una donna con una maschera giacente ai suoi piedi. Sopra l'ultimo arco si trovano i
personaggi femminili di Isadora Duncan (personificazione della Danza) e Apollo in versione muliebre (personificazione della Musica). L’ampio vestibolo e l’atrio sono arricchiti da pilastri rivestiti in radica e sopra le
porte sono presenti pannelli rappresentanti scene allegoriche. L’ampia sala, dotata di platea e galleria, presenta marmi, drappeggi, tappezzerie, la balconata con gli ottoni, i bronzi delle lampade a muro. Lo schermo è
circondato da una griglia di legno dorato composta da quattro cornici distanziate in profondità, all’interno delle quali sono inseriti gli altoparlanti e ben 2.600 lampadine con le quali si creano gli effetti cromatici in tutta
la sala. Sopra lo schermo è presente la scritta, in caratteri dorati, “Ex tenebris vita”, tutt’ora presente. La sala viene inaugurata il 26 novembre 1929, con un’anteprima a inviti, presenti anche le autorità
cittadine. Dopo un concerto musicale, al pubblico viene proposta la proiezione di La spedizione del Barone Franchetti in Dancaglia.Il nome del primo direttore è Ugo Bossi, seguito, nel 1963, da Remigio Paone. L’Odeon
è destinato ad affermarsi come uno dei principali e più duraturi luoghi dello spettacolo filmico nella metropoli lombarda. Nella stagione estiva, oppure nei periodi di flessione degli incassi cinematografici, come negli anni
di passaggio al sonoro, o sul finire degli anni trenta e nel periodo bellico, l’Odeon abbina il music-hall per le pellicole di minor richiamo.
Si tratta comunque di rappresentazioni teatrali con artisti di rilievo, quali Odoardo Spadaro, Marina Maresca e Elena Giusti Numerose sono le pellicole interessanti transitate in questo locale: ricordiamo, tra le altre,
nel 1930 Risveglio (Fleming, 1928) I quattro cavalieri dell’Apocalisse (Ingram, 1921) e Sinfonia nuziale (Stroheim, 1928) Tenerezza (Hugon, 1930) nel 1932, La suora bianca (Fleming, 1933) e Eskimo (Van Dyke, 1933) nel 1934, Incatenata (Brown, 1934) nel 1935,
nel 1936 La via lattea (McCarey, 1936) e Il dottor Socrate (Dieterle, 1935), Tempi moderni (Chaplin, 1936) nel 1937, L’incendio di Chicago (King, 1938) e il documentario Olympia (Riefensthal) nel 1938,
nel 1939: Prigione senza sbarre (Moguy, 1938), Olympia 2° parte (Riefensthal), Chi ha ucciso Gail Preston? (Barsha, 1938), Ai vostri ordini signora (Mattoli, 1939) nel 1940
Papà Lebonnard (De Limur, 1938), Verso la vita (Renoir, 1936), Ritorno all’alba (Decoin, 1938), La gloriosa avventura (Hathaway, 1939), nel 1941 Addio giovinezza (Poggioli, 1940), Tosca (C. Koch, 1941), La maschera di ferro (Whale, 1939), La
cittadella del silenzio (L’Herbier, 1936), Il bravo di Venezia (Campogalliani, 1941) nel 1942 Bengasi (Genina, 1942), I diavoli volanti (Sutherland, 1939; con Stanlio e Ollio), Un pilota ritorna (Rossellini, 1942), Catene invisibili (Mattoli, 1942), La cena delle beffe (Blasetti, 1942), Documento Z 3 (Guarini, 1942), Giarabub (Alessandrini, 1942)
nel 1943 La contessa Castiglione (Calzavara, 1942), Dagli Appennini alle Ande (Calzavara, 1943), La statua vivente (Mastrocinque, 1943) nel 1944 T’amerò sempre (Camerini, 1943), Enrico IV (Pastina, 1943), Apparizione (Limur, 1943), Incontri
di notte (Malasomma, 1943), Fuga a due voci (Bragaglia, 1943), Ore 9 lezione di chimica (Mattoli, 1941) Fino al contingentamento nel periodo bellico, la sala dà ampio spazio alla produzione americana: nel
1938 quattro dei cinque film di maggiore incasso all’Odeon sono americani: Follie di Broadway (Del Ruth, 1937) 18.328 spettatori nella prima settimana di programmazione, Capitani Coraggiosi (Fleming, 1937) 18.087; Fanciulli del West (Horne, 1937, con Stan Laurel e Oliver Hardy) 17.029; I Filibustieri (De Mille, 1938) 14.521; il quinto film è anche l’unico italiano, Luciano Serra Pilota (Alessandrini, 1938).
Colpito durante i bombardamenti dei primi d’’agosto 1943, l’Odeon è in grado di riaprire già il 7 settembre dello stesso anno. Nel novembre 1943 il cinema Odeon ospita i concerti dell’orchestra del Teatro alla Scala,
rimasto danneggiato in agosto. Nel 1944 le grandi prime sono piuttosto rare; un’eccezione è costituita dal film tedesco Il Barone di Munchausen (Von Baky, 1943), in occasione della quale l’Odeon ripristina anche il sistema di prenotazione dei biglietti (dalle 10 alle 12 di ogni mattina) per evitare eccessivi affollamenti.
Anche nel dopoguerra la centralissima sala mantiene la propria posizione privilegiata (insieme con le sale del Manzoni, del Corso e dell’Astra), dando ospitalità a film spettacolari, molto attesi dal grande pubblico.
Nel 1956, anno del grande successo televisivo di Lascia o raddoppia?, l’Odeon è tra le sale di prima visione – insieme ad Augusteo e Durini – ad attrezzarsi con teleproiettore per la trasmissione dello spettacolo su
grande schermo. La gestione è della ditta Lodigiani, che, negli anni '50, segue anche Missori, Puccini, Apollo, Dal Verme e Giardini. In seguito subentra la E.C.I.
(Esercizio Cinematografico Italiano) di Roma, che segue molte sale milanesi tra cui Giardini, Puccini, Dal Verme, Manzoni, Missori, Impero, Cielo e Las Vegas. Tra le pellicole più rilevanti del periodo citiamo
nel 1945 Roma città aperta (Rossellini, 1945), Lenin nel 1918 (Romm, 1939), Non sei mai stata così bella (Seiter, 1942) nel 1946 Sciuscià (De Sica, 1946), Un giorno nella vita (Blasetti, 1946), La vispa Teresa (Mattoli, 1944)
nel 1947 Gilda (Vidor, 1946), Notorious (Hitchcock, 1946), L’onorevole Angelina (Zampa, 1947) nel 1948 Maschere e pugnali (Lang, 1946), Monsieur Verdoux
(Chaplin, 1947) nel 1949 Ladri di biciclette (De Sica, 1948), Per sempre e ancora un giorno (Clair, 1943), Il capitano di Castiglia (King, 1947) nel 1950 Napoli milionaria (De Filippo, 1950), Le sei mogli di Barbablù (Bragaglia, 1950), Non
c’è pace tra gli ulivi (De Santis, 1950), E’ più facile che un cammello (Zampa, 1950) nel 1951 La conversa di Belfort (Bresson, 1943), I trafficanti della notte (Dassin, 1950) e Il
monello della strada (Borghesio, 1950) nel 1952 Barbablù (Christian Jaque, 1951), Là dove scende il fiume (Mann, 1951), Il mondo nelle mie braccia (Walsh, 1952) nel 1953 Guardie e ladri (Steno e Monicelli, 1951), Il temerario (N. Ray, 1952), Una di quelle (Fabrizi, 1953), Giulio Cesare (Mankiewicz, 1953)
nel 1954 Aida (Fracassi, 1953), L’indiana bianca (Douglas, 1953), La spada e la rosa (Annakin, 1953), Il maestro di Don Giovanni (Krims, 1954) nel 1955 Attila (Francisci, 1954), Siamo tutti milanesi (Landi, 1954), Quando la moglie è in vacanza (Wilder,
1955), L’avventuriero di Hong Kong (Dmytryk, 1955) nel 1956 Guardia, guardia scelta, brigadiere, maresciallo (Bolognini, 1956), Il ribelle d’Irlanda (Sirk, 1955), Elena di Troia (Wise, 1955), Trapezio (Reed, 1956)
nel 1957 Padri e figli (Monicelli, 1957), Sfida all’O.K. Corral (Sturges, 1957), La ragazza del Palio (Zampa, 1957) nel 1958 La banda degli angeli (Walsh, 1957), Addio alle armi (Vidor, 1957), Pane amore e Andalusia (Setò, 1958)
nel 1959 Lo specchio della vita (Sirk, 1959), Dove la terra scotta (A. Mann, 1958), Cordura (Rossen, 1959) nel 1960 Kapò (Pontecorvo, 1960), Il mattatore (Risi, 1960), Tutti a casa (Comencini, 1960), Jovanka
e le altre (Ritt, 1960) nel 1961 Spartacus (Kubrick, 1960; tiene cartellone per due mesi), Un condannato a morte è fuggito (Bresson, 1956), Io amo tu ami (Blasetti, 1961), Cavalcarono insieme (Ford, 1961), I due nemici (Hamilton, 1961)
nel 1962 Le quattro giornate di Napoli (Loy, 1962), Il disordine (Brusati, 1962), Sodoma e Gomorra (Aldrich, 1962), Hatari (Hawks, 1962) nel 1963 Viridiana
(Bunuel 1961), Il processo di Verona (Lizzani, 1963), Il diavolo (Polidoro, 1963), Gli uccelli (Hitchcock, 1963), nel 1964 Per un pugno di dollari (Leone, 1964), La mia signora (Comencini, Bolognini, Brass, 1964), 7
giorni a maggio (Frankenheimer, 1964), La vita agra (Lizzani, 1964), Il disco volante (Brass, 1964) nel 1965 Agente 007 missione Goldfinger (Hamilton, 1964, per l'occasione nell'atrio viene esposto un prototipo dell'auto del film, una Rolls Royce Phantom III), Lord Jim (Brooks, 1965), Agente 007 Thunderball (Young, 1965), Charriba (Peckinpah, 1965)
nel 1966 Le piacevoli notti (Crispino, 1966), L’armata Brancaleone (Monicelli, 1966), La spia che venne dal freddo (Ritt, 1966), Le fate (Bolognini, Pietrangeli, 1966) nel 1967
Agente 007 si vive solo due volte (Gilbert, 1967), Oggi a me, domani a te (Cervi, 1968), La notte dei generali (Litvak, 1966), La bisbetica domata (Zeffirelli, 1967) nel 1968 Il profeta (Risi, 1968), Oggi a me domani a te (Colizzi, 1968), Mayerling (Young, 1968)
nel 1969 Agente 007 al servizio segreto di sua maestà (Hunt, 1969), 7 volte 7 (Lupo, 1969), Amore mio aiutami (Sordi, 1969; tiene cartellone per due mesi) nel 1970 Rosolino Paternò soldato (N. Loy, 1970), Il clan dei siciliani (Verneuil, 1969), Dramma
della gelosia: tutti i particolari in cronaca (Scola, 1970; tiene cartellone per oltre tre mesi), Brancaleone alle crociate (Monicelli, 1970), Il presidente del Borgorosso Football Club (D’Amico, 1970)
nel 1971 Detenuto in attesa di giudizio (Loy, 1971), La supertestimone (Giraldi, 1971), L’uomo dagli occhi di ghiaccio (A. De Martino, 1971), La vittima designata (Lucidi, 1971); Agente
007. Una cascata di diamanti (Hamilton, 1971; tiene cartellone per tre mesi dal dicembre 1971), La grande fuga (Sturges, 1963; ried.) nel 1972 Il sanguinario (Hickox, 1972), La Betia (De Bosio, 1972), Bianco, rosso e... (Lattuada, 1972), L’uomo dai sette capestri (Huston, 1972), ...e poi lo chiamarono il Magnifico (Barboni, 1972), Fritz
il gatto (Bakshi, 1971) nel 1973 L’emigrante (Festa Campanile, 1973), I due volti della vendetta (Brando, 1961; ried.), Quella sporca dozzina (Aldrich, 1967; ried.), L’ultimo apache (Aldrich, 1954; ried.)
nel 1974 Serpico (Lumet, 1973), Permette signora che ami vostra figlia (Polidoro, 1974), Il giustiziere della notte (Winner, 1974) nel 1975 Flic Story (Deray, 1975), Un genio, due compari, un pollo (Damiani, 1975), Il
bianco, il giallo, il nero (S. Corbucci, 1975), Zorro (Tessari, 1975), nel 1976 Napoli violenta (Lenzi, 1976), Per un pugno di dollari (Leone, 1964; ried.), C’era una volta il West (Leone, 1968; ried.), Gli amici di Nick Hezard (Di Leo, 1976), Signore e signori buonanotte (Comencini, Loy 1976), King Kong (Guillermin, 1976; tiene cartellone per quasi due mesi)
nel 1977 La pantera rosa sfida l’ispettore Clouseau (Edwards, 1976), La gang del parigino (Deray, 1976), La vergine il toro il capricorno (L. Martino, 1976) nel 1978 New York, New York (Scorsese, 1977), L’uomo nel mirino (Eastwood, 1977), Io tigro tu tigri egli tigra (Capitani, 1978), Zombi (Romero, 1978),
nel 1979 Superman (Donner, 1978), Ogro (Pontecorvo, 1979), Aragosta a colazione (Capitani, 1979) nel 1980 Venerdì 13 (Cunningham, 1980), L’uccello dalle piume di cristallo (Argento, 1970; ried.),
Countdown dimensione zero (Taylor, 1980) nel 1981 I predatori dell’arca perduta (Spielberg, 1981; tiene cartellone per oltre due mesi), Flash Gordon (Hodges, 1981), Un americano a Roma (Steno, 1954; ried.)
nel 1982 Fuga per la vittoria (Huston, 1981), Interceptor Il guerriero della strada (Miller, 1982), E.T.-L'extraterrestre (Spielberg, 1982) e Via col vento (Fleming, 1939, ried.)
nel 1983 The Blues Brothers (Landis 1980) nel 1983, Lo squalo 3 (Alves, 1983, il film viene proiettato in 3D in un periodo di rinnovato interesse per questa tecnica, attirando frotte di spettatori,
nonostante la qualità modesta dell'opera), Indiana Jones e il tempio maledetto (Spielberg, 1984), nel 1985 I due carabinieri (Verdone, 1985), Lui è peggio di me (Oldoini, 1985), Space Vampires (Hooper, 1985), Il pentito (Squitieri, 1985)
Rocky IV (Stallone, 1985) nel 1986
Nel 1986 l’Odeon, rilevato dal gruppo americano Cannon, è la prima sala milanese a trasformarsi in Multisala - nuovo nome
Cannon Odeon -
mantenendo la grande, caratteristica sala principale (1170 posti), fagocitando il teatro sotterraneo che si trasforma nella sala numero due (540 posti) e aggiungendo altre sei (in seguito otto) piccole salette (tra i 100 e i 250 posti), molte delle quali possono permettersi (considerata l’esiguità dei posti) una programmazione dedicata al cinema d’autore. L’inaugurazione avviene negli ultimi giorni di
settembre
(1986). Nel tempo la programmazione dele sale piccole purtroppo ridurrà la propensione al cinema d’autore, per limitarsi a replicare i film di maggiore successo in cartellone nelle sale principali. Il complesso rimane comunque intatto, con la sua entrata elegante, i suoi marmi, le preziose impiallacciature in radica, le lampade e le originali appliques in gusto déco.
Nel 1988 la multisala viene acquisita dal circuito Cinema 5, facente capo al gruppo Mediaset di Silvio Berlusconi: il nome cambia in Odeon Cinema 5. Nel 1993 le sale diventano dieci: la sala 9, situata al
piano terra, con una capienza di 137 posti ha uno stile moderno, mentre la sala 10 è ricavata da una parte dell’ingresso della galleria del vecchio cinema, alla quale si accede salendo un’elegante scalinata; presenta un
soffitto a cassettoni ed ha una capienza di 117 posti. Le due nuove sale vengono inaugurate venerdì 29 gennaio 1993, rispettivamente con Puerto Escondido (Salvatores, 1992) e Il danno (Malle, 1992). Altra
novità: all’esterno del cinema, vengono installati 10 porta manifesti luminosi indicanti i rispettivi film in cartellone; ciascun poster è dotato di un display con il numero decrescente dei posti ancora
disponibili nella sala di riferimento. Dal 1988 al 2008 la multisala aderisce anche a manifestazioni cinematografiche cittadine, quali “Cannes e dintorni” (in giugno) e “Panoramica di Venezia” (in settembre). Nel luglio
2009, decolla il progetto The Space Cinema, che porta alla creazione di una nuova società che detiene le attività di Medusa Multicinema e le strutture di Warner VIllage Cinema:
24 strutture dislocate su tutto il territorio italiano, per un totale di 242 sale cinematografiche. Anche l’Odeon rientra nel progetto e la multisala cambia nome in The Space Odeon:
ha anche un suo spazio all’interno del sito web, www.thespacecinema.it, per
informazioni, prenotazioni e acquisto dei biglietti. La sera di domenica 29 novembre 2009, un incendio sprigionato probabilmente da un cortocircuito comporta l’evacuazione della multisala milanese: il locale resterà chiuso
per alcuni giorni, per poi riaprire in maniera parziale, solo con alcune sale. Sono necessari lavori di rifacimento dell’impianto elettrico e di modifica delle uscite di sicurezza, che richiederanno alcuni mesi. La multisala
tornerà a pieno regime – con tutte le dieci sale in funzione - solo nel maggio 2010.Nell'estate del 2011 la multisala chiude ancora per ulteriori lavori di riammodernamento, per riaprire alla fine di agosto. Tra le pellicole più interessanti, ospitate dalla multisala, citiamo Lo zoo di Venere (Greeneway, 1985), Round Midnight (Tavernier, 1986),
nel 1987 Il declino dell’impero americano (Arcand, 1986) 007 zona pericolo (Glen, 1987), Top Gun (T. Scott, 1986), Pirati (Polanski, 1987), 52 gioca o muori (Frankenheimer, 1986), Il nome della rosa (Annaud, 1986), Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso (Allen, 1972; ried.), La famiglia (Scola, 1987)
nel 1988 September (Allen, 1987), Sur (Solanas, 1988), Prima di mezzanotte (Brest, 1988), Donne sull’orlo di una crisi di nervi (Almodovar, 1988), Danko (Hill, 1988) nel 1989
Nuovo cinema Paradiso (Tornatore, 1988), Giochi nell’acqua (Greenaway, 1988), Paura e amore (Von Trotta, 1988), Therese (Cavalier, 1988), Donne sull’orlo di una crisi di nervi (Amodòvar,
1988), Fa’ la cosa giusta (Lee, 1989), Che ho fatto io per meritare questo? (Amodòvar, 1984) e Matador (Almodovar, 1986) Indiana Jones e l’ultima crociata (Spielberg, 1989), Black Rain (R.
Scott, 1989), nel 1990 Mo’ Better Blues (Lee, 1990), Cabal (Barker, 1990), Seduzione pericolosa (H. Becker, 1989), Harry ti presento Sally (Reiner, 1989), Ti amerò... fino ad ammazzarti (Kasdan, 1989), Caccia
a Ottobre rosso (McTiernan, 1990), Cuore selvaggio (Lynch, 1990) nel 1991 Il tè nel deserto (Bertolucci, 1990), Atto di forza (Verhoeven, 1990), Il grande inganno (Nicholson, 1990)
nel 1992 Le iene (Tarantino, 1992), Fino alla fine del mondo (Wenders, 1991), L’angelo con la pistola (Damiani, 1992) Il danno (Malle, 1992) nel 1993, Il fuggitivo (A. Davis, 1993),
America Oggi (Altman, 1993), I ponti di Madison County (Eastwood) nel 1995, Riccardo III (Loncraine, 1995) nel 1996, L.A. Confidential (Hanson, 1997), Tutto su mia madre (Amodòvar, 1999), Matrix (Wachowski, 1999)
nel 2000 The million dollar hotel (Wenders, 2000), Il dottor T e le donne (Altman, 2000); I cento passi (Giordana, 2000), Nonhosonno (Argento, 2000) nel 2001 Nonhosonno (Argento, 2001), Fratello dove sei (Coen, 2000), Galline in fuga (Lord, 2000), The Gift (Raimi, 2001), Il sarto di Panama (Boorman, 2001)
Hollywood Ending (Allen) nel giu. 2002 nell’ambito della rassegna “Cannes e dintorni”, Collateral (M. Mann, 2004), Wolf Creek (McLean, 2004) nel set 2005 nell’ambito della rassegna “Panoramica di
Venezia”, Oliver Twist (Polanski, 2005), Lussuria - Seduzione e tradimento (A.Lee, 2007) nel 2008, La battaglia dei tre regni (Woo, 2008) e Avatar (Cameron, 2009) nel 2009, Shutter Island (Scorsese, 2009) e Robin Hood (Scott) nel 2010, 13 assassini (Miike, 2010) e Quei bravi ragazzi (Scorsese,
1990) nel 2011. nel 2012 Io e te (Bertolucci, 2012), La bella e la bestia (Trousdale e Wise, 1991; riedizione in 3D, cartoni Disney), C'era una volta in America (Leone, 1984; riedizione) e
il documentario Marina Abramovic: The Artist Is Present (Akers) nel 2018 The Post (Spielberg, 2017; anteprima italiana alla presenza di S. Spielberg, Tom Hanks e Meryl Streep) nel 2019
Dumbo (Burton 2019), Green Book (Farrelly, 2018)
Il teatro Santa Radegonda nell’Ottocento
foto
Il cinema Santa Radegonda nel 1910 (per gentile conces. di Marco Ferrari) foto*
La confetteria Baj, contigua al cinema S. Radegonda (1910 circa) foto
Via Santa Radegonda nel 1910 (per gentile concessione di Willy Salveghi)
E’ visibile l’inizio della facciata del cinema foto
Vista aerea di Milano nel 1923 (per gentile concessione di Willy Salveghi) foto della centrale elettrica
foto
e del cinema S. Radegonda foto
La ciminiera della centrale elettrica e il Duomo (per gentile concessione di Willy Salveghi) foto 1 – foto 2
Vista aerea di Milano verso il Duomo con ciminiera (1910) foto
Foglio pubblicitario del cinema (1910) immagine
Manifesti del cinema Santa Radegonda (fonte: Cineteca Italiana – www.lombardiabeniculturali.it) 1919 Spiritismo immagine 1920 I figli di Sansonia - nov imm 1 - imm 2 Il marchio del passato immagine L’innamorata immagine
Benedetto XV e la santificazione di Giovanna d’Arco - docum. immagine 1922 Theodora (in contemporanea con il vicino Santa Radegonda) immagine Il fango e le stelle - 28-29 lug immagine Il cavaliere dell’Arizona immagine I predoni del treno immagine Cuore di vent’anni immagine I due mariti di Ruth immagine Saracinesca immagine La figlia del mare immagine Signorina in lotteria immagine Tempeste immagine 1923 Il carnefice di S. Maria immagine L’ebreo polacco immagine Negli abissi del mare immagine Santarellina immagine L’uomo dal mantello verde immagine L’artiglio immagine Il ritorno di Cayenna immagine Saetta e la ghigliottina immagine Dolor di bimbo immagine I quattro moschettieri immagine L’abito fa il monaco immagine
1924 Il mozzo dell’Albatros immagine Il re del circo immagine Flick e Flock cercano moglie immagine L’assassinio del corriere di Lione immagine
Cinema Odeon: progetto di G. Laveni e A. Avati (1927) (per gentile concessione di Eleonora Onorati)
Pian terreno, galleria e sezione longitudinale imm 1 - imm. 2 - imm. 3*
Cinema Odeon: progetto di G. Laveni e A. Avati (1927) (per gentile concessione di Willy Salveghi) immagine*
Il cinema Odeon negli anni trenta Il nuovo edificio foto
L’ingresso del cinema foto 1 – foto 2 La terrazza panoramica (ristorante; per gentile concessione di Marco Ferrari) foto
La sala nel 1933 (su gentile segnalazione di Luciano Riccardi) foto La sala d’attesa(su gentile segnalazione di Willy Salveghi) foto
Il cinema Odeon nel 1949-50 Veduta aerea
– di fianco si sta per riedificare la Rinascente foto La Rinascente, appena ricostruita, e il contiguo palazzo dell’Odeon foto
La sala del cinema negli anni cinquanta (per gentile concessione di Willy Salveghi)
La sala foto 1 – foto 2 – foto 3*
Il salone della biglietteria foto
Il salone del ristorante al terzo piano foto
Il cinema Odeon intorno nell’ott. 1955 (per gentile segnalazione di Massimo Adami) In programmazione L’avventuriero di Hong Kong (Dmytryk, 1955) foto*
Il cinema Odeon intorno al set. 1959 (per gentile concessione di Willy Salveghi) In programmazione Un dollaro d’onore (Hawks, 1959) foto*
Il cinema Odeon intorno al 1960 Veduta aerea foto
Dettaglio della cartolina foto
La sala del teatro Odeon nel 1960 Nel 1986 si trasforma nella sala cinematografica n. 2 foto
Il cinema Odeon nel 1974
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Il cinema Odeon nel marzo 1978 (per gentile segnalazione di Willy Salveghi)
In programmazione L’uomo nel mirino (Eastwood, 1977) foto
Il progetto Multisala (per gentile concessione di Marco Ferrari)
Articolo del Corriere della Sera (13 giugno 1985) immagine
Odeon in fase di ristrutturazione (1986) foto
Multisala Odeon nel 1986 L’ingresso. In programmazione Una domenica sì (Bastelli) foto 1 – foto 2
L’insegna foto
Multisala Odeon nel 2006 (per gentile concessione di Willy Salveghi) foto
Scalone interno (maggio 2007; da www.fanaticalaboutcinema.com)
(su gentile segnalazione di Willy Salveghi) foto
Multisala Odeon nel febbraio 2008 L’edificio complessivo foto 1 – foto 2
L’edifico verso piazza Duomo foto
L’edificio verso corso Vittorio Emanuele foto
I portici con le insegne pubblicitarie foto 1 – foto 2
I portici verso piazza Duomo foto
I portici verso piazza Scala foto
L’ingresso foto 1 – foto 2
Vista aerea del cinema Odeon nel 2010
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Multisala Odeon in ristrutturazione nell’estate 2011 (per gentile concessione di Willy Salveghi) foto
Annunci pubblicitari su quotidiani L’incendio di Chicago - 12 ott. 1938 immagine* Prigione senza sbarre - 9 gen. 1939 (per gentile conces. di Willy Salveghi) immagine Ai vostri ordini signora - 22 feb 1939 (per gentile conces. di Willy Salveghi) immagine Ritorno all’alba - 24 mar. 1939 (per gentile concessione di Willy Salveghi) immagine Papà Lebonnard - 1 apr. 1939 (per gentile concessione di Willy Salveghi) immagine Tosca - 29 gen. 1941 immagine Napoli milionaria – ott. 1950 immagine E’ più facile che un cammello – 4 nov. 1950 immagine* Le sei mogli di Barbablù – 30 nov. 1950 immagine Il monello della strada – 4 gen.1951 immagine Guardia, guardia scelta, brigadiere, maresciallo – 26 apr. 1956 immagine Dove la terra scotta – 31 gen. 1959 immagine* Kapò - 29 set. 1960 immagine* Le quattro giornate di Napoli – 23 nov. 1962 immagine* Viridiana - gen 1963 (per gentile concessione di Willy Salveghi) immagine Gli uccelli – 1 nov. 1963 immagine Per un pugno di dollari (firmato Robertson) - 31 ott. 1964 immagine* La mia signora - 31 ott. 1964 immagine Charriba - 9 mag 1965 (per gentile concessione di Stefano Petrella) immagine Le piacevoli notti - ott 1966 (per gentile concessione di Willy Salveghi) immagine Oggi a me, domani a te – 28 mar. 1968 immagine Il clan dei siciliani - 1969 immagine El Condor (Guillermin) - 1969 immagine Agente 007 al servizio segreto di sua maestà – 1969 immagine* Rosolino Paternò soldato – apr 1970 immagine Brancaleone alle crociate - dic. 1970 imm. 1 – imm. 2* La supertestimone - mar. 1971 immagine* Detenuto in attesa di giudizio - ott. 1971 immagine* Agente 007 – Una cascata di diamanti - dic. 1971 immagine* Serpico - apr. 1974(per gentile concessione di Willy Salveghi) immagine Flic Story - 4 dic. 1975 immagine I predatori dell’arca perduta – 11 ott. 1981
(per gentile concessione di Marco Ferrari) immagine Fuga per la vittoria (Huston, 1981) – 9 gen. 1982 (per gentile concessione di Marco Ferrari) immagine* Bollenti Spiriti (Capitani, 1981) – 23 gen. 1982 (per gentile concessione di Marco Ferrari) immagine Morti e Sepolti (Sherman, 1981) - 8 giu 1982 (per gentile concessione di Marco Ferrari) immagine E.T. – 16 dic. 1982 (per gentile concessione di Marco Ferrari) immagine September – 24 mar. 1988 (per gentile concessione di Marco Ferrari) immagine The Blues Brothers – 14 mag. 1983 (ried.) immagine I giorni del Commissario Ambrosio (S.Corbucci) – 14 ott. 1988
(per gentile concessione di Marco Ferrari) immagine Il Presidio (Hyams) – 22 ott. 1988 (per gentile concessione di Marco Ferrari) immagine Chi ha incastrato Roger Rabbit? (Zemeckis) - 3 dic. 1988
(per gentile concessione di Marco Ferrari) immagine Matador – 3 apr. 1989 (per gentile concessione di Marco Ferrari) immagine Che ho fatto io per meritare questo? - 3 ott. 1989
(per gentile concessione di Marco Ferrari) immagine Il té nel deserto - gen. 1991 (per gentile concessione di Willy Salveghi) immagine Avalon (Levinson) - 28 feb 1991 (per gentile concessione di Willy Salveghi) immagine Il fuggitivo – 23 set 1993 (per gentile concessione di Marco Ferrari) immagine Riccardo III -16 mar. 1996 (per gentile concessione di Willy Salveghi) immagine Il dottor T e le donne - 29 set 2000 immagine Collateral -16 ott. 2004 (per gentile concessione di Willy Salveghi) immagine Spider-man 2 (Raimi)- 16 ott 2004 (per gentile concessione di Willy Salveghi) immagine The Terminal - 16 ott 2004 (per gentile concessione di Willy Salveghi) immagine The Bourne Supremacy (Greengrass)- 16 ott 2004
(per gentile concessione di Willy Salveghi) immagine Robin Hood – mag. 2010 (per gentile concess. di Willy Salveghi) immagine La città verrà distrutta all’alba (Eisner) - mag. 2010
(per gentile concess. di Willy Salveghi) immagine
Spettacolo Spark Ballet – 4 mar. 1930 immagine
Incendio alla Multisala Odeon nel novembre 2011 (per gentile concessione di Willy Salveghi) immagine
Biglietti del cinema (anni trenta; per gentile concessione di Marco Ferrari)
Si notino i due fasci che incorniciano la sigla della Siae immagine* (1948ca; per gentile concessione di Marco Ferrari) immagine
(1967; per gentile concessione di Anna Maria Fiocchi) immagine (1978-81; per gentile concessione di Marco Ferrari) immagine
(1979; per gentile concessione di Willy Salveghi) immagine (1980)
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(1986-88; per gentile concessione di Marco Ferrari) immagine (1991-95; per gentile concessione di Marco Ferrari) immagine
(2007-10; per gentile concessione di Marco Ferrari) immagine (2010; per gentile concessione di Willy Salveghi) immagine
(2010-11; per gentile concessione di Willy Salveghi) immagine
Mappa di Milano nel 1930 (centro)
Posizione del cinema immagine
Mappa di Milano (centro)
Posizione del cinema immagine
* l’asterisco segnala foto e materiale di particolare interesse
testo scritto nel nov.2009; ultimo aggiornamento: ott.2021
Si invitano i numerosi giornalisti e lettori che utilizzano i testi del sito (spesso con semplici copia/incolla) a citare la fonte
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