cineteatro Alhambra - cinema Parco

il cineteatro Alhambra intorno al 1915

testo scritto in collaborazione con Willy Salveghi

In via Palermo, non lontano dall’Arco della Pace, nell’ottobre 1874 viene inaugurato il Teatro Castelli, edificato da Gaetano Canedi. La pianta è inconsueta: un’ampia platea circolare a forma di arena  (che poteva trasformarsi in sala da ballo) intorno al quale salivano due ordini di palchi. Nella serata d’esordio va in scena Ruy Blas, opera lirica di Marchetti, molto amata dal pubblico milanese. In seguito nel teatro si alternano stagioni liriche, feste e comizi (vi parla Felice Cavallotti nel 1889). Nel decennio successivo la sala cambia nome e diventa il Teatro Alhambra (il nome, derivante dall'arabo al-Hamrā'", "la Rossa" o "fortezza rossa" fa riferimento al noto complesso di palazzi della cittą andalusa di Granada, nel sud della Spagna). Esso prosegue la propria eterogenea attivitą: opere liriche, feste e comizi (ne tiene uno Turati nel gennaio 1897). In seguito lo stabile viene abbattuto, forse perché – essendo costruito in legno – è molto alta la possibilitą di incendi. Nel medesimo spazio urbano sorgerą poi lo Sferisterio (sede della ben nota Pelota).

Negli ultimi decenni dell’Ottocento vengono restaurati il Castello Sforzesco e il parco retrostante. Quest’ultimo ospita nel 1906 (dal 28 aprile all’11 novembre) la grande Esposizione Internazionale nota come Expo 1906 (vengono edificati ben 225 edifici-padiglioni) e prende il nome dal corso Sempione, la nuova, ampia direttrice stradale che entra a Milano da nord ovest.
Intorno al 1895 il gestore di ristoranti Virgilio Savini - già proprietario da una dozzina d'anni dell'omonimo e lussuoso ristorante nella centralissima Galleria Vittorio Emanuele II, tuttora in attività - decide di aprire un nuovo ristorante nella cosiddetta "Isola Botta", un'area periferica di modesti caseggiati, rogge e canali, una serie di isole di terraferma in prossimità dell'Arco della Pace. Rilevata e fatta demolire una modesta trattoria, fa realizzare un nuovo ed elegante edificio in stile villino liberty di foggia neorinascimentale con abbellimenti floreali, su progetto degli architetti Ulisse Stacchini e Guido De Capitani. Da segnalare che Stacchini in seguito progettò ville a Milano e fuori, per poi dedicarsi ad opere monumentali come lo Stadio di San Siro (1929) e la nuova Stazione Centrale (ultimata nel 1931).
L'inaugurazione del nuovo Caffè Ristorante Savini al Sempione avviene il 26 agosto 1896 con una sontuosa serata con oltre 1500 invitati che viene così descritta in un riassunto dai giornali dell'epoca:
"Sulle rovine dell'Isola Botta è sorto un magnifico palazzo in stile Rinascimentale, ...un elegante villino a due piani dalle linee snelle e leggiere con portici, colonnine e balaustrate, ...ricco di ampie sale dorate, di salottini eleganti, di un grandioso salone terreno destinato a diventare il quartier generale di tutti i banchetti, ...di fresche terrazze, di magnifici loggiati, ...e una torretta-belvedere, slanciata, civettuola, da rendere l'edificio nel suo complesso, assai bizzarro. Dovunque decorazioni eleganti ma sobrie, con buon gusto signorile, e fuori della palazzina, recinto da una bella cancellata di ferro, un parco giardino alberato, disposto con valentia e buon gusto ...illuminato con una profusione abbagliante di lampade elettriche".
Il nuovo ristorante pare sia costato a Savini una grossa cifra per l'epoca, 400.000 lire, viene ben presto considerato il più bel caffè di Milano nel cuore di un nuovo quartiere in via d'espansione.
Il 2 maggio del 1902 , sempre su disegno di Stacchini e De Capitani, viene inaugurato il Teatro d'Estate, una sala ad uso estivo disposta nel giardino del Caffè Savini al Sempione, con la rappresentazione dell'opera buffa in un atto La Grande-Duchesse De Gérolstein (1867) di Jacques Offenbach, con la compagnia Troupe d'Opérettes Françaises. Nel teatro, creato per rappresentazioni leggere, si susseguono, oltre alla suddetta compagnia, anche quelle di Edoardo Ferravilla, di Emilio Zago e di Nicola Maldacea.
Intorno al 1905 questo teatro, opportunamente ampliato (nelle imamgini si nota anche un palazzetto neorinascimentale di foggia veneziana) si trasforma nel cineteatro Alhambra, (l’indirizzo preciso è piazzale Sempione n. 1). Il nuovo locale affianca/alterna i nuovi film ai consueti spettacoli teatrali. La sala è ubicata tra le vie Pagano e Guerrazzi.
Tra il cineteatro Alhambra e il caffè Savini si crea una chiara sinergia, al punto che capita di trovare menù d’epoca per sontuose cene (ad es. quello del 27 luglio 1905) in cui si parla di Restaurant Teatro Alhambra.

Intorno al 1920 l’isolato tra via Sangiorgio e via Pagano subisce una radicale ristrutturazione: vengono abbattuti i palazzi sovracitati (sia il teatro Alhambra, sia il caffé ristorante Savini) e sorgono massicci edifici residenziali che completano l’emiciclo che circonda (ancora oggi)  l’Arco della Pace.
Dal 1920 la sala, pur rimanendo nel medesimo spazio urbano (il nuovo indirizzo è via Abbondio Sangiorgio 3) e pur mantenendo (sui manifesti) l’ubicazione di piazzale Sempione, cambia veste e nome: diviene il Gran Kursaal del Parco ; dal 1923, semplicemente il cineteatro Parco. D’altronde l’esotico nome di Alhambra, connesso al grazioso palazzetto ottocentesco, poco si addice alla nuova cornice di solidi e geometrici palazzi. La nuova sala probabilmente riadatta gli spazi del vecchio Alhambra ai quali ora si accede da via Sangiorgio.
L’inaugurazione del rinnovato locale avviene l’11 dicembre 1920 con la proiezione del primo episodio della Trilogia di Maciste (Campogalliani, 1920; vedi manifesto).
La gestione del locale è dapprima della Leoni Films e in seguito passa a Mauro Rota; la pubblicità avviene con l'affissione dei consueti manifesti. Il nome Alhambra  verrà ripreso, oltre vent'anni dopo, dalla sala di via Cadamosto(*).
Sebbene il nuovo locale si definisca un cineteatro, gli spettacoli di varietà che, probabilmente, si alternavano con la proiezione cinematografica, vengono di rado citati sui manifesti.
Una caratteristica curiosa del Parco è che la sua platea è provvista su un lato di piccole finestrelle, che vengono aperte d’estate per consentire una maggiore circolazione dell’aria - ai tempi le sale erano molto fumose - e creare un maggior refrigerio nei mesi più caldi. In questi periodi, è abitudine dei ragazzini mettersi a scaletta in corrispondenza delle finestrelle e poter cogliere scorci di film senza pagare il biglietto.
Tra le pellicole proiettate al cinema Parco ricordiamo:
nel 1920
Giorgina (G. Forti,1919), Trilogia di maciste: Maciste contro la morte (Campogalliani, 1920)
nel 1921
Ballerine (D'Ambra, 1918), Fuga in re maggiore (P. Trinchera,1919), L’onore della famiglia (E. Bencivenga, 1919), Il cieco (E. Bencivenga, 1919), La principessa Zoe (reg. sconosciuto, 1919),
Le due esistenze (U. Falena, 1920)
nel 1922
La principessa del Nilo (t.o. Rose von Dschiandur, A. Halm, 1913), Forte come la morte (t.o. Fur den Ruhm des Geliebten, R. Reinert,1916), Sotto i ponti di Parigi (M. Guaita, 1921), I giardini d’Armida (M. Rava, 1921)
nel 1923
Il giuoco dell’amore (E. Vidali, 1915), La grande spedizione Schackleton all’Antartico (t.o. South, doc.  1919), Gli angeli custodi (D'Ambra, 1920), Diana Sorel (G. Serena, 1921), Idillio tragico (G. Ravel, 1922)
nel 1924
L’impronta della piccola mano (E. Santos, 1916), Pattuglia di mezzanotte (t.o. The Midnight Patrol, I. Willat, 1918), Sole (G. Antamoro, 1918), Tosca (A. De Antoni, 1918; con Francesca Bertini), Il principe dell’impossibile (A. Genina, 1919), Il predone di Magdaleine (t.o. The Millionaire Pirate, R. Julian, 1919), Il cerchio di ferro (t.o. Sealed Hearts, R. Ince, 1919), Il pulcino nella stoppa (t.o. The Mollycoodle, V. Fleming, 1920), La maschera di carne (t.o. Footlights, J. Robertson, 1921), Quella che vi ama (t.o. The Gilded Lady, R. Leonard, 1921), Salomé (t.o. idem, C. Bryant, 1922), La fiamma della vita (t.o. The Storm, R. Barker, 1922), Theonis (t.o. Die Weib des Pharao, E. Lubitsch 1922), La dama dal nastro di velluto (t.o. La Dame au ruban de velour, G. Guarino, 1923), La geisha bionda (t.o. Die blonde Geisha, L. Czerny, 1923), Il barcaiolo di Amalfi (T. Ruggeri, 1924) nel 1925.
nel 1925
Non v’è resurrezione senza morte (E. Bencivenga, 1922), Preferisco l'ascensore (t.o. Safety Last!, F. Newmeyer, 1923 con H. Lloyd), Ultimissime di notte (E. Ghione, 1924), Saitra la ribelle (A. Palermi, 1924)
nel 1926
L'isola del terrore (t.o. Terror Island, J. Cruze 1920), L’arabo (t.o. The Arab, R. Ingram, 1924)
nel 1928
Boxeur mancino (t.o. Hogan’s Alley, R. del Ruth,1925), Città del piacere (t.o. Die Stadt der tausend Freuden, C. Gallone, 1928)
nel 1930
Fior d’ombra (t.o. Grossstadtschmetterling, R. Eichberg, 1929)
nel 1931
Gran gabbo (t.o. The Great Gabbo, J. Cruze, 1929),
nel 1932
Laila (t.o. idem, G. Schneevoigt, 1929),
nel 1934
Il lottatore (t.o. Flesh, J. Ford, 1932)
Il cineteatro Parco, la cui programmazione non è mai apparsa sui quotidiani, termina la propria attività intorno al 1935.
Nel medesimo spazio urbano sorge un moderno condominio.

 

 

Il teatro Castelli (poi Alhambra) nella serata inaugurale (1874)
in scena c’è il dramma lirico Ruy Blas                                           immagine

L’Arco della Pace e il parco nella seconda metà dell’Ottocento
(per gentile concessione di Willy Salveghi)                                                foto

Il cineteatro Alhambra e il ristorante Savini intorno al 1905
l’ingresso. in cima al quale si legge teatro Alhambra, è unico per
entrambi i locali: il palazzetto del teatro si trova a sinistra               
foto 1 - foto 2*

Il ristorante Savini intorno al 1900
(per gentile concessione di Willy Salveghi)                                                foto

Il ristorante Savini e il Teatro d’Estate intorno al 1905
(per gentile concessione di Willy Salveghi)                                                foto*

Il “nuovo” piazzale Sempione intorno al 1940                         foto

Medesimo spazio urbano (ott. 2011; per gentile concessione di Willy Salveghi)
Edifici tra via Pagano e via Sangiorgio                                         
foto 1foto 2

Manifesti del cineteatro Parco (fonte: Cineteca Italiana –  www.lombardiabeniculturali.it)
1920
Trilogia di maciste: Maciste contro la morte – dic                      
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1921
Giorgina –  feb.                                                                         
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Il cieco; La principessa Zoe – mag.                                          
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Le due esistenze – lug.                                                              
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L’onore della famiglia –  set.                                                     
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Fuga in re maggiore –  set.                                                       
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Spettacolo con Ambrogio Toppi – dic                                           
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1922
Forte come la morte –  mar.                                                       
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La principessa del Nilo; I giardini d’Armida –  ago.                   
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Sotto i ponti di Parigi –  nov.                                                     
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1923
La grande spedizione Schackleton all’Antartico – mag              
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Diana Sorel –  ott.                                                                     
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Il giuoco dell’amore –  ott.                                                       
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Idillio tragico –  dic.                                                                   
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1924
La fiamma della vita –  gen.                                                       
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La geisha bionda – mag                                                            
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Theonis – mag                                                                           
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Sole –  set.                                                                                 
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Pattuglia di mezzanotte –  set.                                                    immagine
Tosca - ott                                                                                   immagine
Il predone di Magdaleine –  nov.                                                immagine
La maschera di carne – nov.                                                       immagine
Il cerchio di ferro–  nov.                                                            immagine
L’impronta della piccola mano – dic.                                         immagine
Quella che vi ama – dic.                                                             immagine
Il principe dell’impossibile –  dic.                                              immagine
Il pulcino nella stoppa –  dic.                                                    immagine
Salomé   – dic.                                                                          
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1925
Saitra la ribelle –  gen.                                                               
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La fioraia del tabarin –  feb.                                                     
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Il piccolo angelo - feb                                                              
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Non v’è resurrezione senza morte –  mar.                                 
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Preferisco l'ascensore –  mar.
(su gentile segnal. di Willy Salveghi)           immagine
Il barcaiolo di Amalfi – ago                                                      
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Ultimissime di notte -                                                                
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1926
L'isola del terrore –  gen.                                                           
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L’arabo –  dic.                                                                           
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1928
Città del piacere–  set.                                                               
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Boxeur mancino                                                                         immagine
1930
Fior d’ombra – gen.                                                                  
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1931
Gran Gabbo – gen.                                                                  
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1932
Laila –  gen.                                                                             
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1934
Il lottatore –  apr.                                                                     
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Inaugurazione del Teatro d’Estate (maggio 1902)
in programma l’operetta La Grande-Duchesse De Gérolstein (1867)
(per gentile concessione di Willy Salveghi)                                     
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Pianta di Milano (1910)
Posizione del cineteatro Alhambra                                                 
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Pianta di Milano (1925)
Posizione del cinema Parco                                                          
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si ringrazia Marco Ferrari per le notizie fornite

(*) vedasi relativa scheda

* l’asterisco segnala foto e materiale di particolare interesse

 

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