Fin dal 1933 il cinema Rex
è operativo in via Cesare da Sesto n. 5, all’angolo con via Crespi, in prossimità di corso Genova e di piazza Cantore. Si tratta di una sala di terza visione nella quale si proiettano, tra l’altro, film rilevanti quali Casanova (t.o. idem, A. Volkoff, 1927) nel 1933,
nel 1934: Il principe ribelle (Volkoff, 1933), Non c’è amore più grande (Seiler, 1932), e Gli eroi della riserva (t.o. Reserve Hat Ruh, M. Obal, 1934) Solo una notte (t.o. Only Yesterday, Stahl, 1933) e Le rouge et le noir (Righelli, 1928; abbinato al film un documentario sulla partita di calcio Austria-Italia tenutasi a Vienna il 24 marzo) nel 1935,
nel 1936: Avventura a Budapest (t.o. Skandal in Budapest, S. Sekely, 1933), Distruzione (t.o. Looking for Trouble, Wellman, 1934), E’ arrivata la felicità (Capra, 1936), Colpo
di vento (Tavano, 1936), XX secolo (Hawks, 1934) La Bohème (t.o. Mimì, P. Stein 1935) e Pensaci Giacomino (Righelli, 1936) nel 1937 nel 1938: Capriccio di un giorno (Werker, 1937), La contessa di Parma (Blasetti, 1937), Susanna (Hawks, 1938), La gelosia non è di moda (W. Lang, 1937), L’amore è novità (Garnett, 1937), Voglio
vivere con Letizia (Mastrocinque, 1937), Sansone (M. Tourneur, 1936) Giuseppe Verdi (Gallone, 1938) nel 1939, Scarpe grosse (Falconi, 1940) nel 1941, nel 1942: Il re si diverte (Bonnard, 1941), Giungla (Malasomma, 1942), Capitan Tempesta (Scarpelli, 1942)
Casanova farebbe così (Bragaglia, 1942) nel maggio 1943 e Ballo con l’imperatore (Jacoby, 1941) nel gennaio 1944. I bombardamenti alleati del 16 agosto 1943
recano danni gravissimi al cinema che viene però rapidamente ristrutturato e torna ad essere attivo già nel dicembre 1943.
Dopo la tragedia dell’8 settembre e la nascita della RSI, il nome del cinema appare
decisamente inappropriato e viene modificato nel più ovvio cinema Da Sesto (in riferimento alla collocazione urbana). Con questo nome la sala opera tra il febbraio 1944 e l’ottobre 1947 quando adotta il nome di
cinema Abel. La programmazione prosegue secondo i consueti canoni di una sala di terza visione, particolarmente attenta, però, ai prodotti di qualità, quanto meno negli anni cinquanta.
Tra le numerose pellicole proiettate in questa fase risaltano nel 1944: Campo de’ fiori (Bonnard, 1943), Gioco d’azzardo (P. Bassi, 1943) e Canal grande (Robilant, 1943) Dagli Appennini alle Ande (Calzavara, 1953) nel 1945,
nel 1947: Anche i boia muoiono (Lang, 1943), Angoscia (Cukor, 1944) e Lo specchio scuro (Siodmak, 1946) Sfida infernale (Ford, 1946) e Il delitto di Giovanni Episcopo (Soldati, 1947) nel 1948, Fifa e arena (Mattoli, 1948) nel 1949, Parigi è sempre Parigi (Emmer 1951) e Lettera a tre mogli (Mankiewicz, 1949) nel 1952,
nel 1953: I miserabili (Freda, 1949), Via col vento (Fleming, 1939) e Il cappotto (Lattuada, 1952), nel 1954: Pane amore e fantasia (Comencini, 1953), Giulio Cesare (Mankiewicz, 1953) e Grisbi (Becker,
1953), La bella di Roma (Comencini, 1955), I diabolici (Clouzot, 1955) nel 1956, Il colosso d’argilla (Robson, 1956) nel 1957, nel 1958: La donna del destino (Minnelli, 1957), Quel treno per Yuma (D. Daves, 1957), L’aquila solitaria (Wilder, 1957) e Là dove scende il fiume (A. Mann, 1951)
Belle ma povere (Risi, 1957) nel 1959, Peccatori in blue jeans (Carné, 1958) nel 1960, nel 1961: Ferragosto in bikini (Girolami, 1960), Qualcuno verrà (Minnelli, 1959) e La gatta
sul tetto che scotta (R. Brooks, 1958) I magliari (Rosi, 1959) e Suspense (Clayton, 1961) nel 1962, nel 1963: Sodoma e Gomorra (Aldrich, 1962), Tiro al piccione (Montaldo, 1961) e Le quattro giornate di Napoli (Loy, 1962)
Il gaucho (Risi, 1964), Contratto per uccidere (Siegel, 1964) nel 1965, L’ombrellone (Risi, 1965) nel marzo 1967
Nell’estate 1967 il cinema chiude per restauri e riapre
nella seconda metà del 1967 cambiando per l’ennesima volta denominazione: si trasforma nel cinema Hermes (circa 1000 posti). Il primo era una sala di terza visione il cui palcoscenico era andato in disuso nel
dopoguerra; il secondo, con nuova entrata che si affaccia ora su via Crespi (al n. 14) - una perpendicolare di via Cesare Da Sesto che sbocca in piazza Cantore – esordisce come sala di prima visione. Si tratta però di un fuoco
di paglia: nel 1968 diventa una sala di seconda visione e già dall’estate 1971 torna ad essere un locale di terza visione. Tra le pellicole rilevanti, ospitate al nuovo Hermes, segnaliamo nel 1967: Vado l’ammazzo e torno (Castellari, 1967), La corazzata Potemkin (Eisenstein, 1925), Sciopero (Eisenstein, 1925), La madre (Pudovkin, 1926) e La fine di San Pietroburgo (Pudovkin,
1927) all’interno di una rassegna del cinema sovietico (in ottobre) Il dottor Zivago (Lean, 1965) nel 1968, nel 1970: Il clan dei siciliani (Verneuil, 1969), Una su 13 (Gessner, 1969),
Il mucchio selvaggio (Peckinpah, 1969), Ultimo domicilio conosciuto (Giovanni, 1969), Il prof. Guido Terzilli... (Salce, 1969), Le pillole d’Ercole (Sale, 1960), I girasoli (De Sica, 1970)
nel 1971: I senza nome (Melville, 1970), Le coppie (Sordi, Monicelli, 1970), Lo chiamavano Trinità (Barboni, 1971) nel 1972: Via col vento (Fleming, 1939), Sole rosso (Young, 1971), L’altra faccia dell’amore (Russell, 1970), Roma bene (Lizzani, 1971), La prigioniera (Clouzot, 1969), Addio fratello crudele (Patroni Griffi, 1971) e La classe operaia va in Paradiso (Petri, 1971)
nel 1973: Il grande dittatore (Chaplin, 1942), Arancia meccanica (Kubrick, 1971), Dieci incredibili giorni (Chabrol, 1971), Trappola per un lupo (Chabrol, 1972), Il generale dorme in piedi (Massaro, 1972)
Anche i dottori ce l’hanno (Hiller, 1971) e Crazy Joe (Lizzani, 1974) nel 1974 nel 1975: Quien sabe? (Damiani, 1966), Mimì metallugico, ferito nell’onore (Wertmuller, 1972), Il
piatto piange (Nuzzi, 1974), Stavisky il grande truffatore (Resnais, 1974) e Roma bene (Lizzani, 1971) nel 1976: L’erede (Labrò, 1973), Il maestro e Margherita (Petrovic, 1972), Sesso matto (Risi, 1973), Il
domestico (D’Amico, 1974), I quattro dell’Apocalisse (Fulci, 1975) Mark il poliziotto (Massi, 1975) e L’adultera (Bergman, 1971) nel 1977, La trappola (Granier-Deferre, 1975) e Il letto in piazza (Gaburro, 1976) nel 1978
A partire dal 1975 l’Hermes riattiva lo storico palcocenico per ospitare spettacoli di tipo prevalentemente erotico (ovvero di striptease), ancora però inframezzati da numeri di rivista (scenette comiche, balletti). In tal
modo il cineteatro opera in parallelo allo storico Smeraldo (vedi). Ciononostante la buona qualità media della programmazione cinematografica, cha aveva caratterizzato il cinema Hermes fino a quel momento, si mantiene tale (a
differenza di quella assai modesta dello Smeraldo). Nell’autunno 1978 il cinema Hermes è tra le prime sale milanesi ad aderire al circuito delle luci rosse, abbinando a quel punto film e spettacoli di striptease.
Nel giugno 1980 il gestore e l’operatore della sala vengono arrestati dalla polizia e la sala viene chiusa per un certo periodo su ordine della magistratura per avere proiettato un film privo del visto di censura. Si tratta
degli ultimi sprazzi “legalitari” con cui qualche magistrato cerca di bloccare la consuetudine, ormai nazionale, di proiettare film pornografici nelle sale a luci rosse, film tutti rigorosamente privi del visto di censura. In
quei mesi avvengono sequestri di pellicole altrettanto irregolari nei cinema Roxy e Golden. L’implicita decisione politica di permettere (per i successivi decenni) questa illegalità diffusa è una delle tante iniziative volte a
creare una società libertaria e consumistica che accantoni le velleità marxiste e gli anni di piombo. Il locale chiude nel 2001. In seguito la sala, opportunamente ristrutturata, diviene una sede del Bingo.
Il cinema Rex intorno alla metà degli anni trenta In programmazione c’è L’eredità dello zio buonanima (Palermi, 1934) foto*
La sala del cinema Rex negli anni trenta
foto
Manifesto pubblicitario – cinema Rex (per gentile concessione di Marco Ferrari) E’ arrivata la felicità immagine
Manifesti del cinema Rex (fonte: Cineteca Italiana
– www.lombardiabeniculturali.it) 1933 Casanova - ott immagine 1934 Non c’è amore più grande - feb immagine Gli eroi... della riserva immagine 1935 Le rouge et le noir - mar immagine 1936 Avventura a Budapest immagine Distruzione immagine Colpo di vento immagine XX secolo immagine 1937 La Bohème immagine 1938 L’amore è novità - gen immagine Sansone - gen immagine La contessa di Parma immagine Capriccio di un giorno immagine La gelosia non è di moda immagine Voglio vivere con Letizia immagine
Il cinema Hermes intorno al 1985 (Archivio Corriere della Sera) foto*
Medesimo spazio urbano nell’aprile 2008 L’edificio complessivo foto
L’ex entrata del cinema Rex-Abel su via Cesare da Sesto foto 1 - foto 2
La vecchia entrata verso via Crespi e corso Genova foto
La vecchia entrata verso piazza S. Agostino foto
L’ingresso del Bingo (ex Hermes) in via Crespi foto
Il Bingo verso piazza Cantore foto
Il Bingo verso via de Amicis foto
Annunci pubblicitari su quotidiani – cinema Hermes Vado, l’ammazzo… e torno – 2 nov. 1967 immagine Inizio attività a luci rosse - 29 set. 1978 (per gentile concessione di Willy Salveghi) immagine
Inizio attività a luci rosse - set. 1978 (per gentile concessione di Stefano Petrella) immagine
Biglietto del cinema Abel- anni sessanta (per gentile concess. di Giuseppe Tonna) immagine
Mappa di Milano (sud ovest)
Posizione del cinema immagine
* l’asterisco segnala foto e materiale di particolare interesse
scheda creata nel set. 2008; ultimo aggiornamento gen.2016
si invitano i numerosi giornalisti e lettori che utilizzano i testi del sito (spesso con semplici copia/incolla) a citare la fonte
|