cinema Torino - cinema Rubino

il cinema intorno al 1970
in programmazione L’anno scorso
a Marienbad
(Resnais, 1961)

testo scritto in collaborazione con Marco Ferrari

Nell’elenco delle prime proiezioni cinematografiche effettuate a Milano in data 4 ottobre 1899 si riporta una proiezione con apparecchio American Biograph a Palazzo Soncino, ubicato al civico 61 di via Torino, in corrispondenza dell’angolo con la perpendicolare via Soncino. In questo edificio del XVI secolo, noto come Palazzo Stampa di Soncino, nel 1910 era attiva la Sala Marconi, con proiezioni ad orario continuato dal mattino.
Si tratta dello stabile vicino a quello del futuro cinema Torino – Rubino: entrambi si affacciano su via Soncino.

Il cinema Torino risulta attivo nella via omonima al n. 63 dalla metà degli anni venti.
Dal 1939 il locale appare nella pagina degli spettacoli dei quotidiani con apertura alle ore 10:00, tranne nel 1945 quando le proiezioni iniziano alle 16:30.
Tra le pellicole più interessanti ospitate nella sala ricordiamo:
nel 1927:
Vita da cani (Chaplin, 1918)
nel 1928:
I tre (t.o. The Unholy Three, T. Browning, 1925)
nel 1929:
Amanti (tit. or. Lovers, J. Stahl, 1927), La nipote parigina (t.o. Lightnin, J. Ford, 1925) e Rouge et noir (t.o. Der geheimnis Kourier, G. Righelli 1928)
Ombre bianche (Van Dyke, 1928) nel 1930, Ripudiata (Lloyd, 1931) nel 1932,
nel 1939:
È nata una stella (Wellman, 1939), Gli ultimi giorni di Pompei (Schoedsack, 1935), L’uomo che amo (Borzage, 1937) e Uragano (Ford, 1937)
nel 1940:
Rosa di sangue (Choux, 1940) e Stella di Rio (Anton, 1940)
nel 1941:
Caravaggio, il pittore maledetto (Alessandrini, 1941), Werther (Ophuls, 1938), Piccolo mondo antico (Soldati, 1941)
nel 1942:
Viaggio all’altro mondo (Valentin, 1939 con Fernandel), Rebecca la prima moglie (Hitchcock, 1940), Biancaneve e i sette nani (Disney, 1937), Piccolo alpino (Biancoli, 1940) e Scampolo (Malasomma, 1941, con Amedeo Nazzari)
nel 1943:
Carnet di ballo (Duvivier, 1937), E le stelle stanno a guardare (Reed, 1939) e Papà cerca moglie (Taurog, 1933) nel 1943,
nel 1944:
Una ragazza indiavolata (Boese, 1939), Fuga a due voci (Bragaglia, 1943), I grandi magazzini (Camerini, 1939, con Vittorio De Sica) e A rischio della vita (T.L.Brooks e Sjöberg, 1940)
nel 1945:
Segretario privato (H. Edwards, 1935), Canal Grande (Di Robilant, 1943) e Il figlio del Corsaro Rosso (Elter, 1943).

A cavallo tra il 1945 e il 1946 il cinema Torino cambia nome – forse anche proprietà e gestione – in Rubino. Il locale chiude il 12 aprile 1945 in seguito ad alcuni bombardamenti alleati che colpiscono alcuni quartieri posti nelle vicinanze di piazza Duomo (i morti sono almeno 5 e i feriti si contano a decine); l’ultimo film programmato è La Gorgona (Brignone 1942). La sala riapre (probabilmente rinnovata) con il nuovo nome il 25 marzo 1946: il film scelto per l’occasione è Motevergine (Campogalliani, 1939). Il Rubino (circa 200 posti) si conferma tra le terze visioni e riprende l’abitudine della vecchia Sala Marconi di iniziare le proiezioni al mattino. L’indirizzo è indicato a volte come via Torino altre come via Soncino 3.
Si accede alla sala da una doppia porta a vetri in via Torino. Sull’angolo del muro del palazzo è presente l’insegna a bandiera con il nome del cinema; poiché non ci sono porta-locandine esterni, il programma viene attaccato sulla porta a vetri.
Varcata la soglia, si accede ad un atrio molto piccolo, in mezzo al quale si trova il gabbiotto della cassa; negli anni settanta-ottanta qui troneggia una signora austera che guarda con aria critica lo spettatore sprovvisto dei soldi contati per il biglietto.
L’accesso in sala è alla sinistra della cassa e la sala – composta da sola platea – si estende in parallelo a via Soncino (sulla quale si affacciano le uscite di sicurezza); in fondo sulla destra, prima dello schermo, c’è l’unico bagno – dotato di piccolo lavandino e gabinetto - le cui pareti sono ricoperte da piastrelle di formato ridotto.
La piccola cabina, oltre che di proiettori 35mm, è fornita anche di un proiettore 16mm, caratteristica necessaria per un vero cinema d'autore.
Dal dopoguerra e fino ai primi anni sessanta il locale offre una programmazione di qualità abbastanza modesta; molto spesso vengono offerti due film al prezzo di uno. Poi, a partire dal 1965 circa, la scelta delle pellicole si fa più accurata e nel 1968 il Rubino diventa il terzo cinema milanese (dopo Ritz e Arti) a fregiarsi del titolo di sala d’essai. La gestione è curata da Francesco Pellicani, che segue anche i cinema Arti, Marte,  Centrale, Orchidea e Anteo.
Nel quindicennio di attività d’essai (dal 1968 alla primavera del 1984), il cinema occupa un posto di rilievo nel vissuto dei cinefili milanesi. Innanzitutto mantiene la tradizione dell’apertura alle ore 10:00 del mattino, con la prima proiezione alle 10:30. La sala ha inoltre un proprio fascino romantico-decadente: mantiene le caratteristiche poltrone in legno - anche se qua e là se ne trova una rotta – ha un forte odore di chiuso, lo schermo è piccolo e ingiallito, il sonoro non dei migliori, ma la programmazione risulta molto valida.
Le rassegne tematiche, spesso ben congegnate, fanno concorrenza a quelle del cinema Argentina. Nel cinema, in sostanza, passano tutte le pellicole del cinema d’autore degli anni sessanta e settanta e non mancano i coraggiosi ripescaggi all’indietro (i film di Chaplin, Dreyer ed Ejsenstein).
Può perfino capitare di assistere ad una prima visione al Rubino, nel caso di film d’autore molto particolari, concepiti per un pubblico piuttosto ridotto di appassionati; ad esempio Trevico-Torino Viaggio nel Fiat-nam, film semidocumentaristico di Ettore Scola, programmato nell’aprile 1973.
Tra le numerosissime pellicole di valore proiettate al Rubino, ricordiamo:
nel 1946:
Sogno di Butterfly (C. Gallone, 1939), Nomadi (Feyder, 1937), Museo degli scandali (Tuttle, 1933), Natascia (Ejsymont, 1941)
L’uomo invisibile (Whale, 1933) e Due lettere anonime (Camerini, 1945) nel 1947, I ribelli dei 7 mari (Wallace, 1940) nel 1948, Vieni a vivere con me (Brown, 1941 con James Stewart) e Città nuda (Dassin, 1948) nel 1949,
nel 1950:
Come scopersi l’America (Borghesio, 1950), La storia del dottor Wassel (De Mille, 1944, con Gary Cooper), Per te ho ucciso (Foster, 1948 con Burt Lancaster) e Scarpette Rosse (Powell, 1948) 
Capitan Blood (Curtiz, 1935) nel 1951
nel 1952:
Harvey (Koster, 1950, con James Stewart), Stasera ho vinto anch’io (Wise, 1949) nel 1952, Miseria e Nobiltà (Mattioli, 1952), Là dove scende il fiume (Mann, 1952)
Meglio un mercoledì da leoni (P. Sturges, 1947) nel 1953
nel 1954:
Vacanze col gangster (D.Risi, 1954), Siamo tutti inquilini (Mattoli, 1953)  e Moulin Rouge (Huston, 1952)  
Il magnifico avventuriero (Heisler, 1945 con Gary Cooper) e Cantando sotto la pioggia (Donen, 1952) nel 1955, La storia di Glenn Miller (A. Mann, 1954) nel 1956, Vite vendute (Clouzot, 1952) nel 1958, Sfida Infernale (Ford, 1946) e Mogli pericolose (Comencini, 1958) nel 1960,
nel 1961:
Alla frontiera dei Dakotas (Neufeld e Newfield, 1956) in doppia programmazione con Amanti del sogno (Dieterle, 1945), Soldati a cavallo (Ford, 1959)
nel 1962:
Il dominatore di Chicago (Ray, 1958), L’arma della gloria (Rowland, 1957), Le insaziabili (Joannon, 1958)
nel 1963:
L’uomo in grigio (Johnson, 1956), I mastini del West (Cahn, 1959) e La bestia muore due volte (Bromberger, 1958)
nel 1964:
Maciste contro i tagliatori di teste (Malatesta 1963), Vento del sud (Provenzale 1960), I Teddy Boy della canzone (Paolella, 1960)
nel 1965:
Biancaneve e i sette nani (Disney, 1937), Edgar Wallace a Scotland Yard (Vohrer, 1963), L’uomo senza paura (Vidor, 1955) e Il trionfo di Robin Hood (Lenzi, 1962)
nel 1966:
Otto e mezzo
(Fellini, 1963), Giulietta degli spiriti (Fellini, 1965) e Due mafiosi contro Goldginger (Simonelli, 1965)
nel 1967:
Uccellacci e uccellini (Pasolini, 1966), Rocco e i suoi fratelli (Visconti, 1960), Freud passioni segrete (Huston, 1962) e Fuoco fatuo (Malle, 1963)
nel 1968:
Ordet (Dreyer, 1954), La cinese (Godard, 1967), Cul de sac (Polanski, 1966) e Mouchette (Bresson, 1967)
nel 1969:
L’armata a cavallo (Jancsó, 1968), Per favore non mordermi sul collo (Polanski, 1967), Diabolicamente tua (Duvivier, 1967) e Partner (B. Bertolucci, 1968)
nel 1970:
A qualcuno piace caldo
(Wilder, 1959), Viridiana (Bunuel, 1961), Ottobre (Eisenstein, 1928), Ivan il terribile (Eisenstein, 1944), Tre passi nel delirio (Malle, Fellini, Vadim, 1968), Il Dio nero e il diavolo biondo (Rocha, 1964), La congiura dei boiardi (Eisenstein, 1946), La piscina (Deray, 1969), Nazarin (Bunuel, 1958), Vite vendute (Clouzot, 1953), Banditi a Milano (Lizzani, 1968) e Fuoco fatuo (Malle, 1963; nuovamente in cartellone).
nel 1971:
Baci Rubati (Truffaut, 1969), Vaghe stelle dell’orsa (Visconti, 1965), Il volto (Bergman, 1959), Il cameraman (di e con Buster Keaton, 1928) e Il coltello nell'acqua (Polanski, 1962)
nel 1972:
Tempi moderni (Chaplin, 1936), Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (Germi, 1970), Il Potere (A. Tretti, 1971; resta in cartellone per 15 giorni), I diavoli (Russell, 1971), Splendori e miserie di Madame Royale (Caprioli 1970), Antonio Das Mortes (Rocha, 1970) e Grand Hotel (Goulding, 1932)
nel 1973:
Dies Irae (Dreyer, 1943), Jules e Jim (Truffaut, 1962), Dillinger è morto (Ferreri, 1969), Conoscenza carnale (Nichols, 1971), Comma 22 (Nichols, 1970), Il piccolo grande uomo (Penn, 1970), Morte a Venezia (Visconti, 1971), Nel nome del padre (Bellocchio, 1971), Il ragazzo selvaggio (Truffaut, 1970), La ragazza del bagno pubblico (Skolimovski, 1970), Zabriskie Point (Antonioni, 1970), Sacco e Vanzetti (Montaldo, 1971), L’adultera (Bergman, 1971), La cagna (Ferreri, 1972), La congiura dei Boiardi (Eisenstein, 1946)
nel 1974:
A Venezia un dicembre rosso shocking (Roeg, 1973), Monterey Pop (Pennebaker, 1968; uscito in Italia nel 1974), Un Amleto di meno (Bene, 1973) e America 1929: sterminateli senza pietà (Scorsese, 1972)
nel 1975:
La conversazione
(F.F. Coppola, 1974), La tecnica e il rito (Jancso, 1971), Family Life (Loach, 1971), California poker (Altman, 1974), La via lattea (Buñuel, 1969), Family life (Loach, 1971), il documentario Il pianeta di ghiaccio (Turolla, 1975), Il vangelo secondo Matteo, Edipo re e Il fiore delle mille e una notte (Pasolini 1964, 1967, 1974)
nel 1976:
Alice non abita più qui (Scorsese, 1975), Soldato blu (Nelson, 1970), Alexander Nevskij (Eisenstein, 1938), Lo sciacallo di Nahueltoro, La tierra prometida (Littin, 1969, 1973), Il caso Katharina Blum (Schlöndorff e Von Trotta, 1975), L'uomo del banco dei pegni (Lumet, 1964), Non toccare la donna bianca (Ferreri, 1974), Quel pomeriggio di un giorno da cani (Lumet, 1975), L’albero di Guernica (D’Arrabal, 1975), Prima della rivoluzione (Bertolucci, 1964), Elettra amore mio (Jancso, 1975), Sorrisi di una notte d’estate (Bergman, 1955), Scene da un matrimonio (Bergman, 1974)
nel 1977:
Il laureato (Nichols, 1967), Barry Lyndon (Kubrick, 1975), Complotto di famiglia (Hitchcock, 1976), Psyco (Hitchcock, 1960), Rosemary’s Baby (Polanski, 1968), La commare secca, Prima della rivoluzione e Partner (Bertolucci, 1962, 1964, 1967)
nel 1978:
Una squillo per l’ispettore Klute (Pakula, 1970), Il dittatore dello stato libero di Bananas (Allen, 1971), Casotto (Citti, 1977), Kleinhoff Hotel (Lizzani, 1977), Sugarland express (Spielberg, 1974) e Provaci ancora Sam (Ross, 1972)
nel 1979:
L'uomo di marmo
(Wajda, 1977), Caro papà (Risi, 1979), Driver (Hill, 1978)
nel 1980:
All American Boys (Yates, 1979), Io & Annie (Allen, 1977), Ferdinando il duro (Kluge, 1976), Qualcuno volò sul nido del cuculo (Forman, 1975) e Al di là del bene e del male (Cavani, 1977)
nel 1981:
I cavalieri dalle lunghe ombre (Hill, 1980), Mezzogiorno e mezzo di fuoco (M.Brooks, 1974), Papillon (Schaffner, 1963), Delitto per delitto (Hitchcock, 1951), la retrospettiva "Walter Matthau, ragazzo irresistibile" con Visite a domicilio (Zieff, 1978) e Due sotto il divano (Neame, 1980)
nel 1982:
Inferno (Argento, 1980), Paura nella città dei morti viventi (Fulci, 1980), Carrie, lo sguardo di Satana (De Palma, 1976), Frenzy (Hitchcock, 1972), L'enigma di Kaspar Hauser (Herzog, 1974), Fantasmi (Coscarelli, 1979), Gli amici di Giorgia (Penn, 1981), Buddy Buddy (Wilder, 1981), il ciclo di film di Luchino Visconti (vedasi nella sezione “programmi rassegne”), Fog (Carpenter, 1980) e Eraserhead (Lynch, 1978).
La pantera rosa (B. Edwards, 1964) e Vestito per uccidere (De Palma, 1980) nel 1983,
nel 1984:
Il maratoneta (Schlesinger, 1976), Il mondo nuovo (Scola, 1982), Veronica Voss (Fassbinder, 1982), Hammett: indagine a Chinatown (Wenders, 1982), Storia di un peccato (Borowczyk, 1975), Finalmente domenica! (Truffaut, 1983), La finestra sul cortile (Hitchcok, 1954), La donna che visse due volte (Hitchcock, 1958) e Ludwig (Visconti, 1973).
Negli anni ottanta, con l’avvento combinato di televisione commerciale e home video, gli incassi del Rubino scendono drasticamente. Il gestore Pellicani, che segue anche Orchidea e Centrale, a inizio estate del 1984 inizia a dedicare la programmazione dei giorni feriali del Rubino ai film porno con uno pseudo “Festival del film erotico” permanente, privo di programma. Il locale non rientra più tra le sale d’essai, anche se non è ancora classificato come “luce rossa”. Gli incassi purtroppo danno ragione a questa scelta: si passa da un incasso medio di duecentomila lire al giorno ad oltre cinquecentomila.
Dall’autunno del 1984 il Rubino programma esclusivamente film a luci rosse; la conversione all'hard crea qualche problema alle bigiate scolastiche dei frequentatori più giovani, che in realtà volevano andare a vedere film "normali", mentre l'offerta di porno al mattino era già piuttosto ampia.
Da notare il ritorno, negli ultimi giorni di programmazione, di film d'essai: nel mese di dicembre al Rubino ritrovano spazio pellicole di Hitchcock, Wenders, Truffaut e Fassbinder.
Il cinema Rubino cessa l’attività il 3 gennaio 1985. L’ultimo film proiettato è La chiave (Brass).
Il locale in seguito diventa una jeanseria e poi un bar-paninoteca che ha mantenuto il vecchio nome. Attualmente (2012) i suoi spazi sono occupati da un negozio di abbigliamento.

 

 

Manifesti del cinema Torino: (fonte: Cineteca Italiana –  www.lombardiabeniculturali.it)
1928:
I tre 
(per gentile concessione di Willy Salveghi)                                   immagine
1929:
Amanti                                                                                  
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La nipote parigina                                                              
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Rouge et noir                                                                        
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Il Rubino intorno al 1958 (per gentile concessione di Mario Salamone)      foto

Il Rubino intorno al 1970 (per gentile segnalazione di Davide Bassi)
In programmazione L’anno scorso a Mareinbad (Resnais, 1961)  foto 1 - foto 2

Il Rubino nel mag.1970
In programmazione Alice’s Restaurant (Penn, 1969)               
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Il Rubino nella prima settimana di nov. 1976 (per gentile concessione di Willy Salveghi)
In programmazione L’albero di Guernica (D’Arrabal, 1975)    foto*

L’ex cinema Rubino nel settembre 2007 (per gentile concessione di Willy Salveghi)
Il bar-paninoteca                                                                    immagine

L’ex cinema Rubino nel marzo 2008
L’edificio su via Torino e via Soncino                                      
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L’edificio verso piazza Duomo                                               
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L’edificio verso il Carrobbio                                                   
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L’ex cinema Rubino tra via Soncino e via Torino nel marzo 2012
(per gentile concessione di Willy Salveghi)
Il nuovo negozio di abbigliamento                                              immagine

Piantina illustrativa del cinema Rubino
(ricostruzione a cura di Marco Ferrari – 25 agosto 2010)         immagine*

Vista aerea del cinema Rubino e del cin. Eliseo nel 2010   foto

Annunci pubblicitari su quotidiani
Biancaneve e i sette nani– tamburino 5 mar. 1965                  immagine
Otto e mezzo 1 ott 1966
(per gentile concessione di Willy Salveghi) immagine
Trevico Torino: viaggio nel Fiat-nam - 28 apr. 1973          
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Jules e Jim – tamburino, 20 ott. 1973
(per gentile concessione di Willy Salveghi)                                         immagine
Un Amleto di meno -8 mag 1974
(per gentile concessione di Stefano Petrella)                                       immagine
Monterey Pop -7 nov 1974
(per gentile concessione di Stefano Petrella) immagine
La conversazione – 23 ott. 1975                                         
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Morte a Venezia – 19 feb. 1983
(per gentile concessione di Marco Ferrari)                                         immagine

Cinema politico dell’America latina (1976)
Commenti intorno ai film di M. Littin, A. Francia e J. Sanjines    immagine

Programmi rassegne (per gentile concessione di Marco Ferrari):
Rassegne varie - dal 7 maggio al 20 luglio 1981                       
imm 1 - imm.2
Rassegna “Sul filo del terrore” - mag-giu. 1982                       
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Rassegna Luchino Visconti - ott. 1982                                   
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Volantino pubblicitario cinema d'essai Orchidea, Anteo e Rubino
(per gentile concessione di Willy Salveghi)                                              immagine

Articoli da giornali (per gentile concessione di Marco Ferrari):
Crisi d’essai – di G. Manin (
Corriere della Sera 26 luglio 1984)            immagine
Estate Assassina – di G. Carbone
(La Notte 24 lug 1984)             immagine

Biglietto del cinema (per gentile concessione di Marco Ferrari)
             (anni '60)  (per gentile concessione di Giuseppe Tonna)       immagine
               (1978)                                                                  
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Mappa di Milano (via Torino)
Posizione del cinema                                                              
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scheda creata nel set.2010; ultimo aggiornamento: giu 2020

Si ringrazia Willy Salveghi per la collaborazione

 

Il "torneo" del Rubino
testo e immagini di  Marco Ferrari

Il cinema Rubino era una vecchia sala d'essai di circa duecento posti con le poltrone in legno, in cui un'avvolgente odore di chiuso fungeva da atmosfera preparatoria al viaggio cinematografico che lo spettatore appena entrato stava per intraprendere.
Lo schermo era un po’ ingiallito e il sonoro non dei migliori, ma gli aspetti tecnologici non erano un requisito fondamentale per il frequentatore abituale: trattavasi in genere di cinefili cresciuti a pane e film abituati ai peggiori disagi oppure di studenti a spasso.
Aveva anche l'atrio più piccolo del mondo (o per lo meno si piazzava tra i primi cinque!) dove una signora alla cassa, dall'aria ferma e decisa, ti guardava con severità se non avevi i soldi contati per il biglietto.
Purtroppo, dopo una breve agonia come sala a luci rosse, il glorioso Rubino ha cessato la programmazione per diventare prima una jeanseria e poi un bar-paninoteca. Attira più un panino che un buon film, ma tant'é.
Tornando però con la memoria ai rampanti primi anni Ottanta, mentre frequentavo la quarta liceo scientifico di un rinomato istituto della Milano borghese, il cinema Rubino era nel pieno della sua attività e, unica sala a Milano in quell'epoca, iniziava le proiezioni alle 10:30 del mattino.
Per unire l'esigenza di bigiare alla passione per il cinema, ogni volta che decidevo di saltare le lezioni, mi recavo nella sala di via Torino; col passare del tempo, avendo sempre avuto un innato desiderio di promuovere la visione dei film al cinema, nella mia classe avevo organizzato il "Torneo del cinema Rubino". In cosa consisteva?
Si trattava di una gara a punti tra chi bigiava di più, recandosi al Rubino a vedere un film (c'erano le rassegne di 007, tutti i film di Hitchcock, la fantascienza anni '70 e '80, l'horror all'italiana), nel corso di tutto l'anno scolastico. Ad ogni bigiata, il compagno di classe interessato – in qualità di concorrente - doveva portarmi come prova il biglietto del cinema : infatti, oltre che organizzatore e partecipante al torneo, ero anche il responsabile della "contabilità delle frequenze" e verificavo anche la progressione nel numero di matricola. Ogni ingresso valeva un punto.
Tra i film che riscossero maggior successo in termini di presenze della mia classe, ricordiamo Oltre la porta di Liliana Cavani (6 presenze), seguito da Ludwig di Visconti e Tre donne immorali? di Borowczyk ciascuno con quattro presenze.
Il record di presenze di miei compagni in contemporanea alla stessa proiezione va sempre a Oltre la porta: ben cinque!
Contemporaneamente avevo anche organizzato una colletta in classe – chiaramente avevano aderito solo i bigiatori, i secchioni se ne erano ben guardati - e con i soldi raccolti avevo fatto incidere una medaglia da consegnare al vincitore l'ultimo giorno di scuola.
Trionfò tra gli applausi il mio compagno Renato, che totalizzò 11 punti (ebbe anche tre materie a settembre, ma questo è un dettaglio): fu l'unico a bigiare con una frequenza maggiore rispetto al cambio del film in cartellone, per cui in alcuni casi fu costretto, con suo disappunto, a rivedersi la stessa pellicola.
Era un vero professionista: un giorno, pur con la gamba ingessata e dopo essere stato accompagnato dal padre in auto fin davanti all'ingresso della scuola, si recò con le stampelle da corso Magenta a via Torino (per i non milanesi, assicuro che era un bel tragitto da farsi con stampelle!). In tale occasione, eccezionalmente, gli furono attribuiti due punti per un solo ingresso.

Stralci dal diario di classe                                                           imm 1imm.2 imm.3

* L’asterisco segnala foto e materiale di particolare interesse

scheda creata nell’ago. 2010; ultimo aggiornamento: dic. 2022

 

si invitano i numerosi giornalisti e lettori che utilizzano i testi del  sito (spesso con semplici copia/incolla) a citare la fonte