testo scritto in collaborazione con Marco Ferrari e Willy Salveghi
Al civico numero 14 di corso XXII Marzo agli inizi degli anni venti inizia l’attività il cinema Imperiale. Si tratta di una sala di terza visione che
si affianca all’Augusteo di viale Premuda (il quale, però a metà degli anni venti si trasferirà in via Sarpi) in una zona che - sull’onda del crescente consumo cinematografico - diventerà particolarmente popolata in termini di
presenza di sale: a distanza ravvicinata, tutti raggiungibili a piedi, sorgeranno di lì a poco l’Ambrosiano nella stessa via, il Colosseo (dal 1927) in piazza Cinque Giornate, l’Esperia (dal 1928; poi Cielo) in viale Premuda.
Tuttavia la domanda è tale da poter remunerare la ricca offerta e tutte le sale sopracitate andranno avanti ad operare fino all’inizio degli anni Ottanta. Nei primi anni d’attività, la sala è connotata come rionale e la
programmazione viene pubblicizzata attraverso l’affissione dei manifesti tipografici nella zona. Nell’autunno 1932 viene inaugurato – con un evidente ritardo rispetto alle altre sale cittadine – il sistema di proiezione sonora.
Il primo film parlato al cinema Imperiale è Il campione (K. Vidor, 1931), presentato al festival di Venezia nell’agosto 1932. Il cinema Imperiale inizia ad essere presente nelle pagine degli spettacoli dei quotidiani
milanesi a partire dal 1935. Le pellicole in cartellone sono di carattere popolare e, soprattutto nei primi anni trenta, la sala propone la doppia programmazione. Tra le pellicole più interessanti proiettate all’
Imperiale ricordiamo: nel 1924 Cabiria (G. Pastrone, 1914); Corsa all’amore (T. Ruggeri, 1914), Suor Teresa (U. Falena, 1916), Notte di tentazione (G. Pinto, 1919), Vendetta (G. Jacoby, 1919), Il voto (E. Fontana, 1921), Pia
de Tolomei (G. Zannini, 1921), Ferro di cavallo (D. Cappelli, 1923) nel 1925 Il mulino (C. De Riso, 1920) nel 1926 L’incubo di Za La Vie (E. Ghione, 1923) nel 1929
Spiritismo (C. De Riso 1919); Sillabe ardenti (V. Consalvi, 1920), Il fornaretto di Venezia (M. Almirante, 1923), Il Guarany (S. Aversano, 1923), La dama di Chez Maxim (A. Palermi, 1923)
nel 1930 Morgana la sirena (t.or. Morgane la siréne, L. Perret, 1928) nel 1931 L’inafferrabile (t.or Spione; F. Lang, 1928) nel 1932 Il campione (t.o. The Champ, K. Vidor 1931; in occasione dell’inaugurazione dell’impianto sonoro); Ben Hur (t.or. Ben Hur: a Tale of Christ; F. Niblo 1925; ried. sonorizzata 1931), 5 a 0 (M. Bonnard, 1932)
Viva Villa! (J. Conway e H. Hawks, 1934) nel 1935, Fiat Voluntas Dei (Palermi, 1935) nel 1936, Capitani coraggiosi (Fleming, 1937) e Anime sul mare (H. Hathaway, 1937) nel 1938, nel 1939
Luciano Serra pilota (Alessandrini, 1938), Insidia dorata (L’Herbier, 1938), Diamanti (D’Errico, 1939) e L’insidia dorata (L’Herbier, 1937) nel 1940 Fuochi d’artificio (G. Righelli, 1938), Werther (Ophuls, 1938) e Il peccato di Rogelia Sanchez (De Ribon e Borghesio, 1939)
nel 1941 La rosa del Rio Grande (Nigh, 1938), Oltre l’amore (Gallone, 1940) e La danza dei milioni (Mastrocinque, 1940) nel 1942 Cuor di regina (Froelich, 1940), Le due tigri (Simonelli, 1941), L’ultimo ballo (Mastrocinque, 1941), Sancta Maria (Faraldo, 1941) e Il re si diverte (Bonnard, 1941)
nel 1943 Gioco pericoloso (Malasomma, 1942), Ripudiata (Saslavsky, 1939), Alfa Tau (De Robertis, 1942) e I tre camerati (Stochel, 1941) nel 1944 La Gorgona (Brignone, 1942), Giorni felici (Franciolini, 1942), Il romanzo di un giovane povero (Brignone, 1942) e Barbablù (Bragaglia, 1941)
nel 1945 Non chiedermi chi sono stata (Balogh, 1941), Sansone (Tourneur, 1936) e Confessione (Calzavara, 1941) nel 1946 La reginetta delle nevi (Reisner, 1939), Due lettere anonime (Camerini, 1945) e Il fidanzato di mia moglie (Bragaglia, 1943)
Il mio amore vivrà (Asquith, 1944) e Mr. Smith va a Washington (Capra, 1939) nel 1947, Accadde una sera (Hall, 1941) e Il cavaliere della città fantasma (Newfield, 1941) nel 1948, nel 1949
I fratelli Karamazoff (Gentilomo, 1947), Strada sbarrata (Wyler, 1937), Pinocchio (Disney, 1940) e Sangue e Arena (Mamoulian, 1941), nel 1950 Hellzapopping in Grecia (Sutherland, 1940), Naviganti coraggiosi (Hathaway, 1949) e Il
romanzo di Mildred (Curtiz, 1945) nel 1951 Amore e fortuna (Becker, 1946), Lettera a tre mogli (Mankiewicz, 1949), La rosa di Bagdad (Domeneghini, 1949) e L’eredità dello zio Buonanima (Palermi, 1934)
nel 1952 La portatrice di pane (Cloche, 1949), Il canto dell’uomo ombra (Buzzell, 1947), Giubbe Rosse (De Mille, 1940), Fifa e arena (Mattoli, 1948), Messalina (Gallone, 1951) seguita dalla trasmissione della partita di calcio Juventus-Milan
nel 1953 Milano miliardaria (Marchesi, 1951), Papà diventa nonno (Minnelli, 1950) e Piccole Donne (LeRoy, 1949) Il cinema Imperiale chiude all’inizio dell’estate 1953.
Nel dicembre 1953, dopo alcuni mesi di chiusura per ristrutturazione e rinnovo, il cinema riapre con il
nuovo nome di cinema XXII Marzo. Si tratta ora di una sala da 600 posti, dotata di platea e galleria; lo schermo è posto in posizione piuttosto elevata, tant’è che lo spettatore in platea deve tenere la testa
inclinata verso l’alto; la visione è decisamente migliore dalla galleria. Negli anni sessanta e settanta, sopra al cinema è presente una sala da ballo. Il XXII Marzo si colloca tra i locali di terza visione; negli anni
cinquanta e sessanta la sala alterna produzioni hollywoodiane a film di serie C, del tipo Jeff Gordon il diabolico detective (André, 1963) o Taggart 5000 dollari vivo o morto (Springsteen, 1964). Nella prima
metà degli anni settanta all'esterno del cinema,
oltre al neon "a bandiera" bianco con scritto "XXII Marzo", sulla pensilina è presente un'altra insegna "XXII Marzo" fatta con lettere di colore verde retro-illuminate.
Guardando l'ingresso, nel centro è presente una vetrata chiusa dove vengono esposte locandina, manifesto e fotobuste del film in programmazione. E' curioso notare come - vista l'impossibilità di aprire la vetrata sia
dall'esterno, sia dall'interno - il pannello dove sono attaccati gli affissi cinematografici (solitamente il manifesto al centro e le altre ai lati) è composto da due pezzi che vengono di volta in volta sfilati (da notare che
si trovano tra la vetrata e il retro cassa) e poi, dopo aver affisso le locandine, rimessi al loro posto. Gli infissi sono di colore verde, così come le piccole ringhiere poste all'interno ed ultimamente visibili anche
dall'esterno. Entrando dalle due porte laterali rispetto alla vetrata centrale, si trovano le scale di accesso alla galleria mentre al centro (tra le due scalinate) vi è l'ingresso alla platea, dotato di porte. Una volta
entrati nell'atrio del cinema, in posizione centrale, ma alle spalle di chi entra, è posizionata la cassa; come consuetudine dell'epoca è imponente e vi si accede tramite uno o due gradini; il biglietto d'ingresso è di L.350
per la platea e di L. 500 per la galleria. A quest’ultima si accede da due diversi piani: al primo piano si accede alla parte bassa mentre al secondo si entra in galleria dalla parte alta. Tornando all'ingresso, sulle pareti
laterali si trovano dei tabelloni dove vengono attaccate le locandine dei film di prossima programmazione: il XXII Marzo ha l'abitudine di cambiare film nei seguenti giorni: lunedì - mercoledì - venerdì. Durante la settimana
spesso in cartellone sono presenti film di Bruce Lee oltre ai film sexy di quegli anni, mentre dal venerdì alla domenica sono in programmazione film per tutta la famiglia. Salendo la prima rampa di scale per andare in
galleria, al primo pianerottolo si trovano altri tabelloni con le locandine dei film di imminente programmazione. La gestione del cinema, piuttosto attiva, promuove gli spettacoli anche facendo stampare cartoncini
pieghevoli a cadenza mensile, con all'interno i titoli previsti. Sempre nei primi anni settanta, gli abitanti del quartiere che frequentavano il catechismo della parrocchia di S.M del Suffragio raccontano che tutte le volte
il parroco (Mons. Ghetti) invitava i fedeli ad andare la domenica al cinema Fiamma (ora Arca) e non al XXII Marzo. Nel 1975 si assiste ad un salto di qualità: il locale viene promosso tra i proseguimenti prime visioni e
inizia ad avere in cartellone pellicole migliori e più recenti. Il gestore della sala è Emilio Bravelli (che segue anche Boston, Modena e Minerva) il quale ricopre anche l’incarico d vicepresidente per la Lombardia
dell’Associazione esercenti cinema (ANEC), mentre la programmazione è a cura di Ernesto Di Sarro che cura anche quelle di Loreto, Augusteo, Ducale, Cittanova, De Amicis, Arcobaleno ed Excelsior. Nei primi anni Ottanta
l’emorragia di spettatori inizia a farsi drammatica: una sala decentrata ancorché non periferica come il XXII Marzo, riesce a totalizzare a fatica una media di 130-150 presenze giornaliere su quattro spettacoli. Per cercare
di incrementare i ricavi, o meglio contenere le perdite, il XXII Marzo mette in vendita i manifesti di magazzino: alla cassa è possibile acquistare la locandina del film in cartellone oppure locandine e fotobuste di film
precedentemente proiettati nella sala. Tra le pellicole più interessanti proiettate al XXII Marzo ricordiamo Tomahawk scure di guerra (Sherman, 1951) nel 1953, nel 1954 La rosa nera (Hathaway, 1950), L’uomo in grigio (Arliss, 1943) e Harvey (Koster, 1950)
nel 1955 La rivale di mia moglie (Cornelius, 1953), L’ereditiera (Wyler, 1949), Un americano a Parigi (Minnelli, 1951) e Europa ’51 (Rossellini, 1952), nel 1956 Il prigioniero di Zenda (Thorpe, 1952), L’importanza di chiamarsi Ernesto (Asquith, 1951) ed E’
nata una stella (Cukor, 1954) nel 1957 L’uomo di Laramie (A. Mann, 1955), I ponti di Toko-Ri (Robson, 1954) e Il ritorno di Don Camillo (Duvivier, 1953) nel 1958 Il grande Caruso (Thorpe, 1951), Totò terzo uomo (Mattoli, 1951) e La lunga linea grigia (Ford, 1955)
nel 1959 La ragazza del peccato (Autant-Lara, 1958), Afrodite dea dell’amore (Bonnard, 1958) e Artisti e modelle (Tashlin, 1955) nel 1960 Mogli pericolose (Comencini, 1958), Mariti in città (Comencini, 1957) e L’ultima violenza (Matarazzo, 1957)
nel 1961 Dagli Appennini alle Ande (F. Quilici, 1959), Giovani leoni (Dmytryk, 1958), Lo sperone insanguinato (Parrish, 1958), Ladro lui ladra lei (Zampa, 1960), I cavalieri del Nord-Ovest (Ford,
1949), La cambiale (Mastrocinque, 1959), Genitori in blue jeans (Mastrocinque, 1960) Ester e il re (Walsh, 1960) e L’occhio caldo del cielo (Aldrich, 1960) nel 1962, I due volti della vendetta (Brando, 1960) e Totò peppino e la malafemmina (Mastrocinque, 1956; ried.) nel 1963
nel 1964 Due settimane in un’altra città (Minnelli, 1962), Cielo di fuoco (King, 1949) e L’ispettore (Dunne, 1962) nel 1965 Sciarada (Donen, 1963), Donne in attesa (Bergman, 1952) e L’idolo di Acapulco (Thorpe, 1963)
nel 1966 Matrimonio all’italiana (De Sica, 1964), Extraconiugale (Montaldo e altri, 1964) Angelica alla corte del re (Borderie, 1966) e Due mafiosi nel Far West (Simonelli, 1964) nel 1967
Farenheit 451 (Truffaut, 1966), Deserto rosso (Antonioni, 1964) nel 1968 Alvarez Kelly (Dmytryk, 1966), La notte è fatta per rubare (Capitani, 1966)e I cannoni di
Navarone (J. Lee Thompson, 1961),Faccia a faccia (Sollima, 1967), nel 1969 Guerra amore e fuga (Smight, 1967), La ragazza con la pistola (Moncelli, 1968), Banditi a Milano (Lizzani, 1968) e I Dieci Comandamenti (De Mille, 1956)
nel 1970 Sette volte sette (Lupo, 1968), Il cervello da un miliardo di dollari (Russell, 1968), Non si maltrattano così le signore (Smight, 1969), Ammazzali tutti e torna solo (Castellari, 1969), L’oro
di MacKenna (J.L. Thompson, 1969), Vado... l’ammazzo e torno (Castellari, 1967), Il gruppo (Lumet, 1966) e Medea (P. P. Pasolini, 1969) nel 1971 Barbarella (Vadim, 1967), Due sporche carogne (Herman, 1968; ried.), Il
dolce corpo di Deborah (Guerrieri, 1968), La forca può attendere (Huston, 1969), I due volti della vendetta (Brando, 1961) e Tre contro tutti (Sturges, 1961) nel 1972 Sartana nella valle degli avvoltoi (Mauri, 1970), La ballata della città senza nome (Logan, 1969), Quel gran pezzo dell'Ubalda tutta nuda e tutta calda (Laurenti, 1972 con Edwige Fenech), Soldato Blu (Nelson, 1970),
I senza nome (Melville, 1970), La piscina (Deray, 1969), Non è più tempo di eroi (Aldrich, 1971) e Dio perdona…io no! (Colizzi, 1967) nel 1973 Sette orchidee macchiate di rosso (Lenzi, 1972), Il corsaro dell’isola verde (Siodmak, 1952; ried.), Sacco e Vanzetti (Montaldo, 1971), Cosa avete fatto a Solange? (Dallamano, 1972), I 4 del Texas (Aldrich, 1963), Tutti i colori del buio (Martino, 1972) e Lo spavaldo (Furie, 1970)
nel 1974 Il cacciatore solitario (Reinl, 1972), La vedova inconsolabile ringrazia... (Laurenti, 1974) e La morte accarezza a mezzanotte (Ercoli, 1972) nel 1975 Rollerball (Jewison, 1975), La corsa della lepre attraverso i campi (Clement, 1972), Il Decameron (Pasolini, 1971), Lenny (Fosse, 1974), Il braccio violento della legge n. 2 (Frankenheimer, 1975) e In corsa con il diavolo (Starrett, 1975)
nel 1976 I tre giorni del condor (Pollack, 1975), Mr. Klein (Losey, 1976), La valle dell’Eden (Kazan, 1955), I complessi (Risi e altri, 1965), L’inquilino del terzo piano (Polanski, 1976), Fate
la rivoluzione senza di noi (Yorkin, 1970), Quattro mosche di velluto grigio (Argento, 1971), Images (Altman, 1972), Il presagio (Donner, 1976), nel 1977 Cassandra Crossing (Cosmatos, 1976), Anima persa (Risi, 1977), Missouri (Penn, 1975)
nel 1978 Un tranquillo weekend di paura (J.Boorman, 1972), Butch Cassidy (G. R. Hill, 1969), Cuori solitari (Giraldi, 1978; ried.), L’uomo nel mirino (Eastwood, 1977) e Tre simpatiche carogne (F.Girod, 1977)
nel 1979 La collina degli stivali (Colizzi, 1969), Il fantasma del palcoscenico (De Palma, 1974), Mean Streeets (Scorsese, 1974), L’ultima donna (Ferreri, 1976), nel 1980 Tutto quello che che avreste voluto sapere sul sesso ma non avete mai osato chiedere (W.Allen, 1972),
Quattro mosche di velluto grigio (Argento, 1971) e Ratataplan (Nichetti, 1979) Fantozzi (Salce, 1975) e Let It Be (Beatles, 1970) nel 1981, nel 1982 Arancia meccanica
(Kubrick, 1971), Sul lago dorato (Rydell, 1981) e Agente 007 licenza di uccidere (Young, 1962) La spada di Hok (Marcel, 1980) nel 1983 e Wargames – Giochi di guerra (Badham, 1983) nel 1984.
Nel 1982 Bravelli, sempre per contenere le spese e rimanere sul mercato, valuta anche l’ipotesi di ristrutturare il cinema, rinunciando alla platea – il cui spazio verrebbe restituito al proprietario dell’immobile – e
riducendo il XXII Marzo alla sola galleria. Poi però il progetto non si concretizza. Nonostante la tenacia del gestore, purtroppo il cinema XXII Marzo è costretto a chiudere nell’estate 1984.
Al suo posto viene aperto un negozio di mobili, chiuso poi negli anni novanta. Da allora, il locale rimane abbandonato per oltre vent’anni (al 2019), senza nuova destinazione d’uso.
Il cinema XXII Marzo nel 1954
foto*
Il cinema XXII Marzo intorno al 1960 In programmazione una riedizione di Giungla d’asfalto (Huston, 1950)
foto*
Manifesti tipografici del cinema Imperiale (fonte: Cineteca Italiana www.lombardiabeniculturali.it) 1924 Cabiria; Pia de Tolomei- mar immagine Suor Teresa; Vendetta- mar immagine Corsa all’amore, Ferro di cavallo; Il voto – giu immagine
Frutto poibito; Tua per la vita – dic immagine 1925 Giglio selvatico; Il mulino- mar immagine 1926 L’incubo di Za La Vie- gen immagine 1928 Ragazze da marito; L’ignoto - nov. immagine 1929 Guarany; La dama di Chez Maxim; Sillabe ardenti – feb immagine Spiritismo; Il fornaretto di Venezia - set immagine
1930 Morgana la sirena - mar. immagine 1931 L’inafferrabile; Guerra nostra - set. immagine 1932 Il campione – set/ott . immagine Ben Hur – ott/dic. immagine 5 a 0 – ott/dic. immagine
Piazza Cinque Giornate e l’insegna del cinema intorno al 1955 foto 1 - foto 2
Piazza Cinque Giornate e l’insegna del cinema intorno al 1970 foto 1 - foto 2
Medesimo spazio urbano nella seconda metà degli anni ottanta Il negozio subentrato al cinema (per gentile segnalazione di Willy Salveghi) foto
L’ex-cinema XXII Marzo nel 2006-10 (per gentile concessione di Willy Salveghi)
La facciata – 2006 immagine
Dettaglio dell'insegna – lug. 2007 imm. 1- imm 2
La struttura interna devastata dai vandali – gen 2010 immagine
L’ex-cinema XXII Marzo nel maggio 2008 La facciata imm. 1 - imm 2
Lo stabile verso piazza Cinque Giornate imm. 1 - imm 2
Lo stabile verso Forlanini imm. 1 - imm 2
Vista aerea dell’ex cinema nel 2010 foto
Articoli da giornali: “Nell’estate assassina moriranno Capitol, Rivoli, Dal Verme, America, XXII Marzo”
di Giorgio Carbone – La Notte, lug. 1984 (per gentile concessione di Marco Ferrari) immagine
“Cine XXII Marzo: che cosa ne sarà?” – Quattro, marzo 2006 (per gentile concessione di Willy Salveghi) immagine
Annunci pubblicitari su quotidiani: Fate la rivoluzione senza di noi (Yorkin, 1970) – apr. 1976 immagine
Biglietto del cinema XXII Marzo (per gentile concessione di Marco Ferrari)
(1982)
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Mappa di Milano (corso XXII Marzo)
Posizione del cinema immagine
*l’asterisco segnala foto e materiale di particolare interesse
scheda scritta nel nov. 2010; ultimo aggiornamento: giu. 2019
Si ringrazia il signor Raffaele Fioretto per le informazioni fornite
Si invitano i numerosi giornalisti e lettori che utilizzano i testi del sito (spesso con semplici copia/incolla) a citare la fonte
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