cinema Colosseo - cinema Alcione       -     Genova

il cineteatro Alcione negli anni settanta

testo e immagini a cura di Stefano Petrella

Il cinema teatro Colosseo inizia la sua attività lunedì 22 dicembre 1947 con buona pubblicità e ripetuti annunci sui quotidiani (fin dall’estate è riportata ogni giorno la notizia della prossima apertura), sulle scene per la serata inaugurale ci sono Ugo Tognazzi e la compagnia di Mario Latilla, sullo schermo un film premiato quell’anno con diversi Oscar, Settimo velo di Compton Bennett con Ann Todd e James Mason.
Il Colosseo si trova in via Canevari 47, una strada direttrice di grande traffico sulla sponda destra del Bisagno che collega la stazione Brignole ed il centro con i già allora molto sviluppati e popolosi quartieri di San Fruttuoso, Marassi, Quezzi, Staglieno e con Molassana e Struppa; dalla stazione è molto vicino, e le principali linee tranviarie e d’autobus dirette verso il centro vi transitano
Fin dagli anni ’10 in quella zona sono esistiti numerosi locali: in Via di Pontenuovo (traversa di via Canevari) c’è l’Alfieri, in attività come teatro dalla fine dell’800, più in basso in via Canevari dagli anni ’10 agli anni ’30 è esistito il cinema Castelfidardo e proprio dove viene costruito il Colosseo si trovava nello stesso periodo il cinema teatro Radium;  non distante sull’altra sponda del Bisagno ci sono l’Andrea Doria e il Genova, entrambi attivi – come l’Alfieri – nella rivista e nell’avanspettacolo; a partire dal 1950 all’inizio di corso Montegrappa si aggiungerà anche l’Ideal.
Al Colosseo si accede da un voltino che porta ad un piccolo spiazzo dove si trova l’ingresso; il locale è appoggiato ad una costa che sta alle sue spalle, ai suoi lati e dietro negli anni ’50 e ‘60 sorgeranno diversi altri edifici che finiranno quasi per circondarlo: l’ingresso è abbastanza ampio, la platea e la ripida galleria sono molto capienti, la pubblicità sui quotidiani parla di 2300 posti, ma in seguito sarà accreditato di una ben più verosimile capienza di circa 1500 posti; il numero civico riportato è spesso il 46 (o il 47), che appartiene al portone a fianco del voltino; quello esatto è il 178 r
All’inizio di marzo del 1948 interrompe momentaneamente l’avanspettacolo per presentare in prima visione cittadina e con grande successo Per chi suona la campana, che resta in cartellone per circa un mese.
Il locale si inserisce tra i molti cinema-teatri attivi nel dopoguerra in città nell’avanspettacolo; le compagnie più importanti si esibiscono in quegli anni all’Universale, all’Augustus e (dopo il 1957) al Margherita, ma ci sono diversi altri locali a prezzo più popolare in zona centro e in periferia e il Colosseo diviene presto tra questi uno dei più frequentati e apprezzati.
Vi si esibiscono Carlo Dapporto, i fratelli De Vico, Piero Pieri, Vici De Roll, Giuseppe Marzari, Nino Terzo, Elio Crovetto, Angelo Cecchelin,  e moltissimi altri
Negli anni ’60 inizia ad abbinare all’avanspettacolo (come fa l’Augustus) film in prima visione cittadina scelti tra quelli che non avevano trovato altri spazi di uscita: in genere si tratta di film di generi popolari, altre volte di film di nicchia o d’essai.
Meritano di essere ricordati tra i molti:
nel 1961:
L’assedio di Siracusa (P. Francisci), Mobby Jackson (R. Dall’Ara), Caterina Sforza la leonessa di Romagna (G. W. Chili), Le Baccanti (G. Ferroni), Le vergini di Roma (V. Cottafavi), I masnadieri (M. Bonnard);
nel 1962:
Baldoria nei Caraibi (U. Ragona), I pianeti contro di noi (R. Ferrara), La furia di Ercole (G. Parolini) ; 
Il trionfo di Robin Hood (U. Lenzi), Cronache del ’22, Oro per i Cesari (R. Freda e A. De Toth), Letto di sabbia (A. Principe) nel 1963; Gli amanti dell’isola (Alain Cavalier) nel 1964
Tra marzo e aprile del 1964 una rassegna dedicata ai capolavori del cinema sovietico propone in prima visione (abbinati all’avanspettacolo): Ciapaiev, Tempeste sull’Asia (V. Pudovkin) e Noi di Krondstadt.
Sul finire degli anni ’60 l’avanspettacolo e la rivista vanno definitivamente in crisi scomparendo dalle programmazioni dei cinema teatri più importanti delle città italiane e lo stesso avviene anche a Genova: il genere in realtà sopravvive ed avrà un rilancio all’inizio degli anni ’70 con il boom degli spettacoli erotici e dei numeri di striptease, tuttavia la sua stagione più fortunata è ormai conclusa e nel 1968 il Colosseo sospende l’attività in vista di lavori di ristrutturazione.

Il 19 marzo del 1970 riapre completamente rinnovato con il nome mutato in cinema teatro Alcione: la programmazione cambia decisamente e l’avanspettacolo scompare, l’Alcione si propone come sala di prima visione; il suo prezzo è però leggermente inferiore a quello dei cinema di zona centro, i film proposti sono pellicole di grande richiamo proposte in contemporanea (spesso con il Verdi e il Grattacielo), film di seconda fascia o di genere presentati in esclusiva, proseguimenti prima e riprese o riedizioni; nel 1971 scende temporaneamente di categoria tra le seconde; dal 1974 ritorna a far parte delle prime visioni.
Nei primi anni ’70 l’Alcione ospita numerosi concerti ricordati ancora oggi in città: tra questi quelli dei Genesis e Van Der Graaf Generator nel 1972; Deep Purple, Gentle Giant, Peter Hammil (il 6-6-1973), Roxy Music, New Trolls e PFM nel 1973; il percussionista Stomu Yamash’ta con l’opera rock The man from the East (il 5-1-1974), John Mayall (il 28-5-1974), ed inoltre Le Orme, Bruno Lauzi, Battiato, Osanna e Banco di Mutuo Soccorso; di alcuni di questi spettacoli esistono degli album e dei bootleg.
L’Alcione dà spazio anche al teatro: dal 30-3 al 4-4-1971 va in scena, per la prima volta a Genova, Hair e la magistratura dell’epoca si attiva tentando (inutilmente) di interromperne le rappresentazioni; sono spesso ospitati spettacoli di teatro dialettale di repertorio “goviano” (“Articolo V” e “Pignasecca e Pignaverde” con Carlo Dapporto), qualche volta di cabaret (Cochi e Renato con Enzo Jannacci nel 1974), si ritorna inoltre a proporre l’avanspettacolo nella sua variante erotica, come tentano di fare con una certa fortuna anche Aliseo, Andrea Doria, Genova, Massimo e soprattutto il Superba.
Dopo il 1976 la crisi spinge l’Alcione a proporre sempre più spesso film vietati ai minori e (probabilmente) all’inizio del 1978 insieme allo Smeraldo anche alcuni dei primi film esplicitamente pornografici proiettati a Genova, ma è difficile stabilirlo con certezza, visto che si tratta di film che circolavano in doppia o tripla versione a seconda delle piazze e delle circostanze.
Tra i film presentati in prima visione nell’arco di circa un decennio:
nel 1970:
La colomba non deve volare (Garrone), 5 bambole per la luna d’agosto (M. Bava), Bocche cucite (Pino Tosini), Gli specialisti (S. Corbucci), Il ritorno di Godzilla (Jun Fukuda), Formula 1  Nell’inferno del Grand Prix (Malatesta, 1970)
Quando se dispierta el pueblo (in una serata in solidarietà con il Cile) nel 1973;
nel 1974:
A muso duro (R. Fleischer; con il Verdi) , Agente 007 l’uomo dalla pistola d’oro (Hamilton, 1974) e Voglio la testa di Garcia (S. Peckinpah, 1974 );
nel 1975:
il famigerato Nuova Guinea: l’isola dei cannibali (A.Ide), Mondo Candido (G. Jacopetti), Thriller (Bo Ame Vibenius), I vizi morbosi di una giovane infermiera (Eloy De La Iglesia), La furia del drago (N. Foster e W. Beaudine) e Polizia investigativa femminile (R. Lee Frost)
nel 1976:
La parola di un fuorilegge è legge (A. Margheriti), Il triangolo d’oro (Wu Ma), La cavalcata dei resuscitati ciechi (A. De Ossorio), Sandokan – parte 2 (S. Sollima), Per qualche dollaro in più (Leone) e Carne cruda (Russ Meyer)
Emanuelle e gli ultimi cannibali (Joe D’Amato)  e Confessioni proibite di una monaca adolescente (Jesus Franco; entrambi in contemporanea con lo Smeraldo) nel 1977 ;
nel 1978:
I giorni di Clichy (J.P. Thorsen; con lo Smeraldo), Spermula (Charles Matton; con lo Smeraldo), Il flauto magico (G. Gianini – E. Luzzati) e La storia dell’omino più divertente del mondo (VP. Becker; questi ultimi per iniziativa del Teatro della Tosse).
Nella primavera del 1978 invece il locale (considerato a forte rischio di chiusura) grazie all’intervento del Comune si trasforma in un teatro di prosa, divenendo la nuova sede del Teatro della Tosse di Tonino Conte ed Emanuele Luzzati; le pareti dell’ingresso e della galleria vengono affrescate da Luzzati con dei murales ispirati ai personaggi dell’Ubu Re, il primo spettacolo della Tosse ad essere rappresentato.
Grazie all’attività meritoria della Tosse vi si esibiscono in questi anni: Victoria Chaplin - Carmelo Bene – Jango Edwards – Dario Fo e Franca Rame – Marcel Marceau – Lindsay Kemp e molti altri.
Nel maggio del 1984 l’Alcione viene però dichiarato inagibile e si deve procedere a lavori di adeguamento che riguardano soltanto la platea; alla galleria (per limitare i costi) si sceglie di rinunciare e la capienza scende a soli 600 posti.
Nell’autunno del 1986, dopo un’ultima stagione tenuta sotto la minaccia di un incombente sfratto,  la compagnia si trasferisce nel centro storico presso i locali del Teatro di Sant’Agostino (l’ex-cinema teatro Aliseo) che verrà trasformato in seguito in una moderna e funzionale struttura dotata di tre sale; i murales del 1978 vengono cancellati dallo stesso Luzzati prima che la Tosse abbandoni definitivamente  il locale.
La chiusura dell’Alcione e la sua trasformazione in supermercato o posti macchina vengono date per certe, ma non andrà così: il locale resta chiuso per alcuni mesi, quindi viene preso in gestione dai Fratelli Matera e riapre nel maggio 1987 come cinema a luci rosse.
Il film scelto per la riapertura (in contemporanea con lo Smeraldo) è Fantastica Moana di Riccardo Schicchi ; il vicino e capiente Supercinema di via Cagliari ha cessato infatti poco tempo prima l’attività e l’Alcione ne prende il posto come cinema di prima visione a luci rosse.
In ottobre ai film vengono abbinati una serie di spettacoli organizzati in collaborazione con Diva Futura: si esibiscono con grande successo di pubblico Moana Pozzi, Ilona Staller, Marina Frajese, Ramba e Sandy Samuel; è la prima volta che questo avviene in cinema teatri cittadini (eccetto uno spettacolo di Ilona Staller all’Universale) e per i primi spettacoli di Moana il locale è davvero esaurito in ogni ordine di posti;  nel marzo successivo Ilona Staller e Moana tornano all’Alcione e il successo si ripete.
Tuttavia le attenzioni poco benevole delle autorità verso questi spettacoli e alcuni problemi di agibilità li fanno presto cessare.
L’Alcione continua l’attività quasi esclusivamente come cinema a luci rosse fino all’agosto del 1991, poi chiude per lavori.
All’inizio di febbraio del 1993
riapre nuovamente e definitivamente come cinema teatro, sempre con uno spettacolo di Moana Pozzi abbinato ad un film di Schicchi interpretato dalla sorella Baby, seguito nei giorni successivi da un suo film.
Da allora in avanti si esibiscono con continuità in spettacoli ai limiti dell’hard (ma non troppo spesso oltre) le più famose attrici del cinema italiano a luci rosse: Selen, Eva Henger, Simona Valli, Eva Orlovsky, Emmanuelle Cristaldi, Jessica Rizzo, Milly D’Abbraccio, Rossana Doll, Luana Borgia, Axen e molte altre.
Il prezzo del biglietto varia a seconda dello spettacolo e va dalle 15 alle 30.000 lire, allo spettacolo segue regolarmente un film in 35mm e gli spettacoli sono tre al giorno, si può rimanere senza problemi in sala ed assistervi più di una volta e molti spettatori lo fanno. 
Spesso l’attività del locale è interrotta da interventi della forza pubblica abbastanza gratuiti: nel gennaio del 1996, al termine di uno spettacolo di Simona Valli, gli spettatori sono trattenuti dai carabinieri in sala per ore e chiamati ad essere identificati uno alla volta sul palco del locale; altre volte nel pubblico delle prime file sono presenti degli infiltrati (provenienti forse da associazioni di benpensanti) pronti a denunciare per molestie le ragazze che durante le esibizioni si avventurano tra gli spettatori stessi.
Tra gli hard proposti in prima visione cittadina:
Fantastica Moana (R. Schicchi), La pantera bionda (C. Canevari e M. Bianchi)  e Una moglie molto infedele (G. Grand; con lo Smeraldo) nel 1987; Moana bella di giorno (R. Schicchi; con lo Smeraldo) e Vania, voglio farlo con te (A. Sacco) nel 1988; Una calda femmina da letto (M. Bianchi; con l’Astoria) e Il vizio preferito di mia moglie (G. Grand; con Lilli Carati) nel 1989; La puttana dello spazio (M. Bianchi) nel 2001
L’Alcione mantiene il suo pubblico di affezionati spettatori per anni, tuttavia dopo il 2000 il declino inizia a manifestarsi; il locale è troppo grande per il pubblico che richiama, gli spettacoli dal vivo nei cinema teatri cominciano ad essere soppiantati da quelli offerti da altri locali e i 30 euro richiesti per il biglietto non aiutano; i Matera hanno intanto acquisito la proprietà dei muri, come hanno fatto a Milano con l’Hermes e l’Embassy e in altre città con altri locali, e progettano di trasformarlo in qualcosa di più redditizio; i film presentati negli ultimi anni sono quasi sempre quelli prodotti dai Matera e diretti da Mario Bianchi, che hanno titoli bizzarri e stravaganti e riciclano anche molte volte lo stesso visto di censura.        
L’ultimo spettacolo ad andare in scena è quello di Venere Bianca martedì 1 luglio del 2003 in abbinamento con un film di cui i quotidiani non riportano il titolo.
L’Alcione rimane chiuso per anni, ma la sua sorte ormai è segnata: i fratelli Matera intendono trasformarlo in un condominio e in posti macchina, i lavori attendono tutti i necessari permessi, fino a che nel giugno del 2010 la demolizione del locale ha purtroppo inizio.
Le istituzioni assistono questa volta impassibili, come hanno fatto per la chiusura di tutti i principali cinema e cinema-teatri di via XX Settembre negli anni immediatamente precedenti.

 

 

Il cinema Alcione negli anni settanta/ottanta
L’ingresso                                                                           foto 1 - foto 2*
La sala                                                                             
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Il cinema Alcione nel 2006/2009
L’ingresso e la facciata                                           foto 1 - foto 2 - foto 3 - foto 4
L’ingresso verso Brignole                                                   
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L’ingresso verso nord                                                       
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Demolizione del cinema Alcione - mag. 2010
La facciata e la sala                                                            foto 1 - foto 2*

Vista aerea del cinema intorno al 2009                           foto

Annunci pubblicitari su quotidiani del Colosseo
Inaugurazione con Ugo Tognazzi - dic. 1947                         immagine*
Per chi suona la campana - mar 1948                               
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Annunci pubblicitari dell’Alcione
La colomba non deve volare - inaugur. 19 mar. 1970         immagine*
Formula 1 nell’inferno del Grand Prix - 28 mar. 1970      
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Voglio la testa di Garcia - 8 nov. 1974                             
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Agente 007 l’uomo dalla pistola d’oro - 20 dic 1974        
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Per qualche dollaro in più - gen. 1976                             
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Le cirque imaginaire di Victoria Chaplin - dic. 1981           immagine
Sexy Show di Jessica Rizzo - giu 1998                                  immagine

Annunci pubblicitari di concerti e musical
Hair - apr. 1971                                                                   immagine
Genesis - 22 ago 1972                                                          imm.1 - imm.2*
Gentle Giant - 2 gen 1973                                                   
imm 1 - imm. 2*
Roxy Music - 1973                                                             
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PFM - 1973 (dal bootleg)                                                    
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Teatro della Tosse - logo (1980)                                     immagine

Articoli su quotidiani
“Inaugurazione del cinema Colosseo” - dic. 1947                  imm.1imm.2
“Marcel Marceau al teatro Alcione” - set. 1980                  
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“Moana all’Alcione” - La Stampa, feb. 1993                        
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“Presto al via i lavori” - da Secolo XIX, 3 lug. 2009             
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Mappa di Genova (Brignole)
Posizione del cinema                                                          
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* l’asterisco segnala foto e materiale di particolare interesse

si ringrazia Davide Bressanin per la collaborazione e i materiali forniti