testo scritto in collaborazione con Willy Salveghi
Il piccolo Obraz Cinestudio apre i battenti giovedì 25 marzo 1976, in largo La Foppa n. 4. Si tratta di una saletta di soli 120 - poi ridotti a 107
- posti (in 120 metri quadrati) nella quale si programmano organiche rassegne di storia del cinema, con un occhio di riguardo al cinema d’autore e al cinema militante.La serata inaugurale è dedicata alle “Donne con la macchina
da presa” e prevede tre rarità: Put Yourself in My Place (F. Winham, 1973; cortometraggio), Betty Tells Her Story (L. Brandon, 1972; cortometraggio) e Le souriante madame Beudet (G. Dulac, 1923). La
fondazione e la gestione sono a cura di Sandro Studer ed Enrico Livraghi che prendono in affitto lo spazio angusto di un vecchio negozio e del suo retro realizzando uno dei luoghi culturali più importanti di Milano degli ultimi
decenni. Il cinestudio, più che un serioso cineclub intellettuale, è un luogo d'incontro amichevole e familiare dove vengono proiettati una media di 100 film all'anno con rare repliche. Vengono programmate pellicole mai
proposte prima in Italia, recuperate con pazienza, dedizione e perfino debiti da parte dei gestori. Il nome, in russo, significa "concetto trasferito in immagine" o "resa per immagini" e fu scelto dai
fondatori durante una cena. L'ingresso avviene tramite una tessera associativa: ancora nell'ultimo anno di attività gli associati crescevano fino a quasi 7000 per un totale di oltre 100.000 in 15 anni. La sala si presenta
con un piccolo ingresso a cui si accede da alcuni gradini e un breve corridoio. Sulla sinistra c’è la cassa e l’accesso alla platea; dentro la sala, sulla destra, si trova ad una piccola galleria con soltanto una quindicina di
posti. La cabina di proiezione opera con un proiettore 35mm e un 16mm. Tra le iniziative più interessanti ricordiamo il Festival Marx Brothers (marzo 1982) durante il quale il pubblico milanese potè vedere, per la prima
volta, quasi tutti i film dei Marx in versione originale. Da segnalare, in quell'occasione, il battibecco alla prima di The cocoanuts (R.Florey e J.Santley, 1929) con il cantante Bruno Lauzi che invano pretendeva di entrare
nonostante i posti fosseri esauriti. Nel maggio 1983 il locale – in sinergia con il cinema Paris – ospita il “Festival del cinema americano indipendente 1979-83”, una vetrina di pellicola inusuali e tendenzialmente
antihollywoodiane tra le quali si notano la commedia nera Eating Raoul (Bartel, 1982) e l’horror Mother’s Day (C. Kaufman, 1980). A partire dal novembre 1981 il cineclub pubblica un bollettino critico a cadenza
mensile intitolato “Zuppa d’anatra” con cui si informano i soci del programma. Vi compaiono validi interventi generalmente ispirati alle rassegne in corso. Da segnalare numerosi ospiti, tra cui i registi Robert Kramer (per Ice, 1970) e John Waters (per Polyester, 1981).
Tra le numerose pellicole proiettate nel piccolo cineclub di largo La Foppa ricordiamo: L'angelo stermiantore (L.Buñuel, 1962) nel 1976, Invito ad una sparatoria (R.Wilson, 1964), Quel treno per Yuma (D.Daves, 1957), Hellzapoppin' (H.C.Potter, 1941), Giorno di festa (J.Tati, 1949) e il documentario The destruction of San Francisco (1909) nel 1978, Il Faraone (J.Kawalerowicz, 1966) nel 1979, Oblomov (N.Mikhalkov,
1980), con copia sott.in francese proveniente dal Festival di Pesaro, Le retour à la raison (M.Ray, 1923), Emak- Bakia (M.Ray, 1927), L'étoile de mer (M. Ray, 1928) e Les mystères du château de Dé (M.Ray, 1929) nel 1980, Macbeth (O.Welles, 1948) e Othello (O.Welles, 1952) nel 1981, La signora della porta accanto (F.Truffaut, 1981) nel 1984, La
grande illusione (J.Renoir, 1937) nel 1985, Les baliseurs du desert (tit. it.: I figli delle mille e una notte, N.Kemir, 1986) nel 1987, Hiroshima mon amour (A. Resnais, 1959) e Intolerance (D.W.Griffith, 1916) nel 1988, Thérèse (A.Cavalier, 1986), I misteri del giardino di Compton House (P.Greenaway, 1982) e Lo zoo di venere (P.Greenaway, 1986) nel 1989, Ivan il terribile (S.M. Eisestein, 1944), Il milione (R.Clair, 1931), Entr'acte (R.Clair, 1924) e
La guerra lampo dei fratelli Marx (L.Mc Carey, 1933) nel 1982 e nel 1990. Il cambiamento generale di Milano e particolare del quartiere Garibaldi, rivolto sempre più al mondo della moda, porta l’Obraz a
chiudere per sfratto il 10 giugno 1990: quel giorno viene organizzata un'indimenticabile maratona no stop di 24 ore ad ingresso gratuito durante la quale vengono proiettate numerose "chicche" cinematografiche.
Nel medesimo spazio urbano c’è oggi un esercizio commerciale. Nonostante i numerosi progetti, nessuna sala prende realmente il suo posto. Anche la promessa di occupare la galleria del vecchio cinema Paris, che si trova di
fronte, in attesa di ristrutturazione, viene disattesa. Il Paris, suddiviso in due sale, in seguito diverrà la Multisala Brera. Il cammino di questo glorioso cineclub accompagna tutta un’epoca di fervore cinematografico e si
protrae fino agli sgoccioli di quel periodo storico; la sua chiusura segna l’inderogabile passaggio a più moderni, individuali e domestici modi di fruizione (dvd, ampi schermi televisivi in sedici noni, videoproiettori) dei
quali si avvantaggia enormemente anche la circolazione del cinema d’autore. In fondo quello che negli anni settanta e ottanta sembrava introvabile, oggi è alla portata di un clic, in rete.
L'Obraz in seguito sopravvive come associazione (www.formacinema.com è il sito in cui rivive l’intera memoria del Cinestudio): Enrico Livraghi talvolta passa da Largo La Foppa guardando malinconicamente al n.4, ricordando una stagione ormai finita, ma continua a organizzare rassegne in vari luoghi, spesso lo si rivede al De Amicis e allo Gnomo continuando a proporre i suoi amati film rigorosamente con le stesse pellicole degli anni d'oro.
Enrico Livraghi, il simpatico fondatore dell’Obraz, muore nel 2010 a meno di settant’anni.
L’Obraz Cinestudio intorno al 1980
La facciata foto
L’atrio, il corridoio d’accesso e la cassa foto 1 - foto 2
La saletta foto 1 – foto 2
La cabina di proiezione foto
L’Obraz Cinestudio negli anni ottanta (per gentile concessione di Marco Ferrari) La saletta foto 1 – foto 2 – foto 3
L’atrio foto
La cabina di proiezione foto
Medesimo spazio urbano nel novembre 2009 L’ingresso del negozio foto
Il negozio verso porta Garibaldi foto
Il negozio verso corso Garibaldi foto
Zuppa d’anatra – novembre 1981, anno I, n°1
Copertina e programma imm.1 - imm. 2
Zuppa d’anatra – marzo 1982, festival Marx Brothers Copertina e programma imm.1 - imm. 2
Zuppa d’anatra – aprile-maggio 1984, anno II Copertina e pag. 2 (per gentile concessione di Marco Ferrari) imm.1 - imm. 2
Rassegna Filmmaker (31 gen.-3 feb. 1985 – in collab. con il cinema Anteo) (per gentile concessione di Willy Salveghi) immagine
Rassegna E il leone non volò (giu. 1987 – in collab. con Obraz Cinestudio) (per gentile concessione di Marco Ferrari) imm.1 – imm.2 - imm.3 – imm.4 – imm.5
Rassegna Lontano da dove - Africa Cinema (10-17 nov. 1987 (per gentile concessione di Marco Ferrari) immagine
Tessera del cineclub (1988; per gentile conces. di Marco Ferrari) imm.1 - imm.2
Tessera “Mostra del cinema indipendente Usa 1979-83” 24 mag-2 giu 1983 immagine
Articoli di giornali: Ultimo ciak per l'Obraz – di M.Pastonesi, La Repubblica, 14 nov. 1991 (su gentile segnalazione di Marco Ferrari) immagine
Obraz, addio si chiude – di M.Gaffuri, Corriere della Sera, 3 set. 1992 (su gentile segnalazione di Willy Salveghi) immagine
Amarcord Obraz – di G.Grossini, Vivimilano, 15 lug. 1998 (su gentile segnalazione di Willy Salveghi) immagine
Per la morte di Enrico Livraghi – ricordo di A. Crespi l’Unità 13 mag. 2010 (su gentile segnalazione di Willy Salveghi) immagine
Ricordare Livraghi Tuttomilano, 17 giu. 2010 (su gentile segnalazione di Willy Salveghi) immagine
Mappa di Milano (centro nord)
Posizione del cinema immagine
Si ringrazia Marco Ferrari per la collaborazione
|